Strategie di transizione
Sulla crisi energetica, l'Ue deve decidere se tenere l'approccio “chiunque inquina paga”
Il caro bollette al centro del dialogo europeo, su iniziativa iberica. Ma la strategia comunitaria potrebbe stonare con il green deal
Il primo ministro spagnolo, Pedro Sánchez, vuole portare il tema dell’aumento del prezzo dell’energia sul tavolo del Consiglio europeo per spingere i capi di stato e di governo a muoversi per alleggerire la bolletta dei consumatori. La Spagna ha inviato una lettera alla Commissione accusandola implicitamente di mettere la testa sotto la sabbia di fronte al rischio politico del Green deal. Per la prima volta in un documento semiufficiale viene evocata la possibilità di una rivolta come era stata quella dei gilet gialli in Francia. La Spagna è tra gli stati membri che hanno subìto il maggior incremento nei prezzi dell’energia. Il governo di Madrid è già intervenuto riducendo le tasse sulla bolletta e imponendo un prelievo sulle utility energetiche che non usano il gas per compensare i consumatori. Alcune misure potrebbe essere contestate dalla Commissione.
Tassare chi produce elettricità con le rinnovabili, perché fa più profitti di chi produce con il gas, è un controsenso rispetto al Green deal e agli obiettivi di decarbonizzazione. Madrid ritiene di agire nei “limiti” delle regole europee “per preservare il sostegno della società nella nostra strategia di decarbonizzazione”, hanno scritto il ministro spagnolo dell’Economia, Nadia Calvino, e quella per la Transizione economica, Teresa Ribera, nella lettera indirizzata alla Commissione. Ma “questa è una sfida per l’intera Ue”. Alla lettera la Spagna ha allegato un “non paper” (un documento informale) con un’analisi molto politica del problema dell’aumento del costo dell’energia. “I livelli di prezzi e la volatilità attuali sono politicamente insostenibili. Questa non è solo una questione per i governi nazionali, ma anche per l’intero quadro regolamentare europeo, che sta perdendo credibilità”, si legge nel documento. L’aumento dei prezzi “può provocare una reazione contro le iniziative per tagliare le emissioni carbonio, come già viste in Francia con la crisi dei gilet gialli”.
Dal documento si percepisce l’irritazione della Spagna nei confronti di Ursula von der Leyen che, nel suo discorso sullo Stato dell’unione della scorsa settimana, ha confermato l’attuale strategia sul Green deal. La presidente della Commissione ha detto che il pacchetto “Fit for 55” per tagliare le emissioni del 55 per cento entro il 2030 deve rimanere così com’è. Compresa l’estensione del sistema Ets ai combustibili da trasporto e al riscaldamento, che potrebbe far aumentare il conto per le famiglie oltre che per le imprese. “Imporremo un prezzo all’inquinamento”, ha detto von der Leyen, ricordando la proposta di un Fondo sociale climatico per aiutare le famiglie più povere. La Commissione finora aveva minimizzato, spiegando che i fattori che incidono sui prezzi sono diversi e variano da paese a paese. “Fit for 55” per ora non c’entra, dato che deve ancora essere approvato. Secondo il vicepresidente per il Clima, Frans Timmermans, solo un quinto dell’aumento è dovuto alle politiche europee, in particolare la riduzione delle quote di emissioni dal sistema europeo Ets.
L’impennata del prezzo del gas ha una forte componente esterna. La Russia ne ha fornito molto meno rispetto agli anni passati. Gli stock sono ben al di sotto dei livelli abituali e necessari ad affrontare un inverno tranquillo. L’Agenzia internazionale per l’energia ha chiesto alla Russia di incrementare le sue forniture. Ma, in un gioco energetico geopolitico, Gazprom sembra voler attendere la messa in funzione di Nord Stream 2. Il colosso russo ha annunciato la sua messa in funzione del contestato gasdotto il primo ottobre. Ma i tempi per l’omologazione dovrebbero essere più lunghi. E la Commissione europea ha la possibilità di obiettare. Il segretario americano all’Energia, Jennifer Granholm, ieri ha parlato di “manipolazione dei prezzi del gas trattenendo o evitando di produrre forniture adeguate”. L’amministrazione Biden promette di stare dalla parte degli europei per assicurare che abbiano “forniture adeguate e abbordabili di gas questo inverno”.
Ma non è chiaro cosa possa fare per influenzare Gazprom. Le richieste della Spagna alla Commissione sono di diversa natura. Madrid chiede “una piattaforma centralizzata europea per gli acquisti di gas” come fatto con i vaccini. Ieri è arrivato un primo gesto dalla Commissione. “Ci sono strumenti che gli stati membri possono usare per affrontare immediatamente: politiche su Iva e accese, misure dirette per i consumatori vulnerabili, misure temporanee per famiglie e Pmi, sostegno diretto ai consumatori”, ha detto la commissaria.