Il sistema israeliano Iron Dome fa piangere Ocasio-Cortez

Daniele Raineri

Più di quattrocento voti a favore del finanziamento e soltanto nove voti contro: la Squad si è spaccata. Rachida Tlaib, Ayanna Pressley e Ilhan Omar hanno votato contro. Jamaal Bowman, il solo uomo della Squad, ha votato a favore. AOC ha votato “present”, che non è un “no” e poi ha pianto consolata da una collega

Questa settimana c’è stata una crisi dentro al Partito democratico americano che riguarda Israele. Martedì era prevista l’approvazione di un pacchetto di spese del governo americano da parte della Camera dei rappresentanti, ma tra le varie voci c’era anche un miliardo di dollari di finanziamento per il sistema antimissilistico Iron Dome di Israele. Spaccatura istantanea: la Squad, il gruppo di deputati democratiche considerate l’ala radicale del partito e capeggiate da Alexandria Ocasio-Cortez, ha ottenuto lo scorporo del finanziamento a favore di Iron Dome dal resto del pacchetto “altrimenti non lo votiamo e fermiamo tutto”. I vertici del partito, che invece appartengono al blocco moderato, hanno accettato l’insurrezione senza fare troppo rumore e hanno spostato il finanziamento di Iron Dome all’approvazione di un altro pacchetto di spese – che è considerato blindato, nel senso che passerà di sicuro, ma sarà votato soltanto fra qualche mese. Poi i vertici si sono resi conto che così la polemica si sarebbe trascinata per molto tempo, ci hanno ripensato e hanno calendarizzato l’approvazione del finanziamento per giovedì, con un singolo voto speciale dedicato al sistema Iron Dome. Il finanziamento è passato con una maggioranza fortissima, più di quattrocento voti a favore e soltanto nove voti contro, e la Squad si è spaccata. Rachida Tlaib, Ayanna Pressley e Ilhan Omar hanno votato contro. Jamaal Bowman, il solo uomo della Squad, ha votato a favore. Ocasio-Cortez ha votato “present”, che non è un “no” e poi ha pianto consolata da una collega. Lei stessa, in altre occasioni, aveva detto in polemica con altri politici che votare “present” è un espediente ipocrita “perché siamo alla Camera per essere decisivi”. La crisi fra l’ala radicale del Partito democratico e i vertici moderati che riguarda la politica estera è rientrata, ma lo spettacolo è una novità. Ocasio-Cortez potrebbe avere calcolato che votare no avrebbe danneggiato le sue ambizioni politiche sul lungo termine.

 

Chi è a favore del finanziamento sostiene che gli Stati Uniti spendono molto denaro in aiuti militari internazionali e quello per Iron Dome è speso meglio di altro: il sistema tecnologico, diventato famoso durante le periodiche guerre tra Israele e il gruppo Hamas nella Striscia di Gaza, riesce a intercettare una percentuale altissima dei razzi sparati contro le città israeliane e contribuisce a tenere basso il numero delle vittime. Non lo fa soltanto in modo diretto – distruggendo in aria i razzi di Hamas – ma anche in modo indiretto, perché grazie alla protezione di Iron Dome il governo israeliano reagisce in modo differente durante i conflitti. Chi non è a favore del finanziamento sostiene che Israele dovrebbe pagarsi Iron Dome con i suoi soldi oppure, come dice Rashida Tlaib, perché non vuole “aiutare lo sforzo per rendere possibili crimini di guerra e abusi umanitari” – ma Iron Dome è un sistema puramente difensivo.

  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)