In Germania

I giovani che votano Liberali e la frattura ovest-est meno profonda

Paola Peduzzi

L’eredità della cancelliera, in questo elettorato, si misura con una insofferenza rispetto alla grande coalizione ma senza intemerate anti sistema: l’alternanza è comunque moderata e centrista, tra Fdp e Verdi. E a est l'Spd va bene: se c'è una divisione geografica è tra nord e sud

I giovani tedeschi votano soprattutto per i Liberali e per i Verdi; le elettrici che avevano dato il  cosiddetto “bonus donna” ad Angela Merkel in passato lo hanno levato al candidato uomo; l’est tedesco non è soltanto terra di estremismi, anzi, la mappa si è colorata anche di rosso. Le elezioni tedesche si sono combattute in un centro politico molto ampio, dove sono emerse sfumature di moderatismo diverse con anche alcuni esiti inattesi rispetto ai grandi temi sociali e culturali di questa stagione.

  

Il voto degli under 30 è tra le notizie più sorprendenti: secondo i dati i giovani tra 18 e 24 anni hanno votato per il 23 per cento per i Verdi e per il 21 per i Liberali; nella fascia 25-34 anni, il 21 per cento ha votato per i Verdi e il 15 per cento per i Liberali. Più aumenta l’età più il voto va ai conservatori, e lo stesso vale anche per i socialdemocratici, pure se loro sono più competitivi rispetto alla Cdu/Csu anche nelle fasce più basse. La Zdf ha pubblicato un grafico anche sul voto degli elettori alla loro prima elezione, dove i Liberali hanno conquistato la maggioranza dei consensi (23 per cento), seguiti dai Verdi (22) e dall’Spd (15).

  

Le differenze tra il voto dei giovani e quello dei più anziani è un tema importante e tendenzialmente simile in molti paesi: più si è anziani più si votano i partiti tradizionali. In Germania il cosiddetto “generational divide” ha un peso ancora maggiore perché è un paese anziano, più della metà dell’elettorato è oltre i 50 anni di età: il voto giovanile è una piccola parte, il 14 per cento circa dell’elettorato. Ma la sorpresa è stata soprattutto la propensione dei giovani a votare per i Liberali, in controtendenza rispetto a molti altri paesi occidentali dove i Verdi e le sinistre, anche estreme, di solito sono i punti di riferimento principali. I ragazzi al loro primo voto hanno raccontato nelle ultime settimane di essere cresciuti soltanto con Angela Merkel, di non conoscere alternative (la chiamano la “generazione Merkel” per l’appunto) e di volere un cambiamento rispetto al dualismo conservatori-socialdemocratici. L’eredità della cancelliera, in questo elettorato, si misura con una insofferenza rispetto alla grande coalizione ma senza intemerate anti sistema né scatolette di tonno: l’alternanza è comunque moderata e centrista. E il voto utile, in questo caso, è per i partiti moderati che possono introdurre una nuova dinamica nelle coalizioni. Se i Verdi sono considerati il partito dei giovani, il voto per i Liberali è stata più una sorpresa. La Zeit ha fatto una richiesta pubblica: se hai votato per l’Fdp e hai meno di 24 anni, mandaci un’email per spiegarci che cosa ti aspetti adesso. Intanto alcuni hanno già spiegato le loro ragioni: si aspettano un nuovo bilanciamento di potere e pensano che un dialogo tra Verdi e Liberali possa portare a politiche molto più innovative rispetto a quelle attuate. Il cambiamento moderato, insomma.

 

Se il voto femminile meno propenso a votare la Cdu è stato più una delusione che un imprevisto, le vittorie dei socialdemocratici in alcune zone dell’est sono invece degne di nota. Da molto tempo, in concomitanza con l’ascesa dell’AfD, l’estrema destra, si dice che la riunificazione tedesca di fatto è fallita: esiste ancora una grande divisione tra le due parti in termini di reddito e di istruzione in particolare e nell’est “dimenticato” dal governo centrale è andato più forte il partito populista. Se si guarda il risultato dell’AfD la frattura è evidente: i consensi a est sono più del doppio rispetto a ovest (19,1 e 8,2 per cento). Ma l’Spd invece ha registrato più o meno lo stesso consenso, 26,4 per cento a ovest e 24,2 a est, in controtendenza rispetto a quello che era avvenuto nel 2013 e nel 2017 e in controtendenza anche rispetto alla Cdu che a ovest ha ottenuto nove punti percentuali in più rispetto a est (25,9 e 16,9 rispettivamente). Anche nelle tornate passate i conservatori erano molto più deboli dei socialdemocratici nell’est ma c’era stato uno slittamento del voto della working class verso l’AfD, al punto che qualcuno diceva che a est il partito del popolo era l’estrema destra. Se si guarda la mappa elettorale oggi della Germania il rosso della Spd è molto esteso anche a est e se proprio si deve individuare una divisione geografica semmai è quella tra il sud conservatore e il nord rosso e verde.
 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi