Nel Regno Unito
La Brexit e l'invasione dei tacchini polacchi
È in corso la conferenza dei Tory a Manchester, il premier Johnson dice di non avere la bacchetta magica per sostenere la catena di approvvigionamento. Ma ora per raccogliere i broccoli si guadagnano anche 30 sterline all'ora e per Natale il cibo arriverà dall'Ue
Nel Lincolnshire, una regione delle Midlands inglesi affacciata sul mare del Nord, cercano raccoglitori di broccoli: sono disposti a pagare 30 sterline l’ora. Poco più a sud, nell’Anglia orientale, gli allevatori hanno iniziato a uccidere e bruciare i maiali: mancano gli operai che si occupano della macellazione, secondo la National Pig Association si dovranno eliminare fino a 120 mila maiali nelle prossime settimane se non si trovano dei macellai. Al momento l’offerta per questo tipo di mansione è di 15,5 sterline l’ora, quasi il doppio del salario minimo. Ma pure con questi stipendi, non c’è offerta sufficiente. Un allevatore di tacchini dell’Essex, sempre in questo est inglese che deve imparare a vivere con scarsità di risorse umane, ha detto al Financial Times: “Negli ultimi quindici anni abbiamo soddisfatto il cento per cento della domanda interna di tacchini. Ora siamo costretti a comprarli dall’Unione europea”.
La produzione di tacchini è stata tagliata di un quinto perché non c’è personale disponibile e così, per garantire il tacchino a Natale, c’è stato bisogno di rivolgersi ai produttori europei: i francesi, odiatissimi francesi con cui Londra litiga ogni giorno (c’è di nuovo la crisi con i pescatori nell’isola di Jersey), e i polacchi, quelli che con i loro idraulici hanno terrorizzato il Regno Unito al punto da far pensare agli inglesi che “take back control” fosse una buona idea, una soluzione. Ecco: mangeranno il tacchino polacco, alle prossime feste.
La “shortage”, la scarsità, è il tema che aleggia sulla conferenza dei Tory a Manchester in corso in questi giorni. In realtà nessuno dei leader presenti vorrebbe parlarne, perché questa dovrebbe essere la festa dei conservatori e della loro supermaggioranza ai Comuni, ma l’inflazione rischia di raggiungere il 4 per cento entro l’anno, i salari salgono perché non c’è personale e gli imprenditori si innervosiscono, centocinquanta soldati dell’esercito di Sua Maestà sono stati addestrati per fare i benzinai e i trasportatori perché le stazioni di servizio non sono rifornite, mancano i camionisti. Nonostante il piano di emergenza adottato dal governo per dare 300 visti provvisori ai camionisti e aggiustare la catena di rifornimento del carburante, sono arrivate soltanto 27 richieste da trasportatori europei.
Il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak sostiene che non c’è una bacchetta magica per rimettere insieme le catene di approvvigionamento straziate dai lockdown, ma dentro al governo di Boris Johnson ci sono due linee di pensiero: aprire ai visti temporanei, sperando di coprire la scarsità ed evitare il cosiddetto “bumpy Christmas” e sperando che poi i lavoratori temporanei arrivino per davvero pur senza prospettive a medio termine; oppure accettare il fatto che carne, frutta e verdura costeranno di più e sostenere i consumi con politiche adatte. C’è anche una lotta tra Tory e mondo del business piuttosto inusuale: alcuni conservatori dicono che l’emergenza scarsità non è un fallimento dello stato ma del libero mercato, perché le aziende sapevano che con la Brexit l’immigrazione sarebbe stata controllata e con essa il lavoro a basso costo, ma non si sono preparati. Così, in questa emergenza permanente che è diventata la Brexit, i Tory attaccano il libero mercato, e chi voleva “take back control” mangia tacchini polacchi.