A Colonia canta il muezzin. Il richiamo alla preghiera dalle 35 moschee della città
Trasmettere gli appelli ad Allah non riguarda la “diversità”, riguarda il “potere”, dice l'esperto di integrazione Ahmad Mansour. Molte delle moschee di Colonia sono state finanziate e sono dirette dalla Turchia
“Molti residenti a Colonia sono musulmani e a mio avviso è un segno di rispetto consentire la chiamata del muezzin", ha detto il sindaco della città tedesca, Henriette Reker. Per la prima volta dalle 35 moschee di Colonia, a partire da venerdì, il muezzin chiamerà alla preghiera.
Nei paesi a maggioranza musulmana, un muezzin chiama i fedeli alla preghiera cinque volte al giorno. Il giornalista della Bild Daniel Kremer ha ricordato che molte delle moschee di Colonia sono state finanziate e sono dirette dal presidente turco Erdogan, “un uomo che si oppone ai valori liberali della nostra democrazia”. Kremer ha aggiunto che “è sbagliato equiparare le campane delle chiese con la chiamata alla preghiera islamica”, come ha fatto il sindaco di Colonia. “Le secondo urlano ‘Allah è grande’”.
Anche l'esperto di integrazione Ahmad Mansour ha contestato la posizione del sindaco secondo cui trasmettere gli appelli alla preghiera riguarda la “diversità”, affermando invece che riguarda il “potere”. "Non si tratta di 'libertà religiosa' o 'diversità', come sostiene il sindaco Reker", ha detto Mansour. “La moschea vuole visibilità. Il muezzin è una dimostrazione di potere”.
Senza contare, come ha rivelato il quotidiano Die Welt, che nella Grande Moschea di Colonia ha fatto scandalo il 286esimo versetto della seconda sura del Corano: “Allah, aiutaci a sconfiggere gli infedeli”. O che in Germania un terzo di tutti i centri islamici dipendono dalla Turchia o che l’intelligence ha detto che il più grande movimento islamista in Germania è il turco Milli Gorus. La moschea centrale di Colonia, per esempio, è gestita da Ditib, l’organizzazione turca che in Germania controlla 900 moschee. Nel 2017 le autorità tedesche hanno avviato indagini sulle attività degli imam del Ditib e di altri dipendenti per accuse di spionaggio contro i turchi in Germania che Ankara sospetta di avere legami con il movimento di Fetullah Gulen, il predicatore a capo del movimento Hizmet – che vanta milioni di seguaci in Turchia ma anche tra i turchi in Germania, dove gestisce una rete di scuole e altre istituzioni – e che Erdogan sostiene sia dietro il tentato golpe del 2016. Ditib è il braccio religioso dello stato turco: i suoi imam vengono istruiti in Turchia ei loro stipendi pagati dal governo turco.
Quando la moschea di Colonia venne annunciata, il grande scrittore ebreo Ralph Giordano parlò di un primo passo verso l’islamizzazione.
Un tribunale nella città tedesca di Münster a ottobre aveva stabilito che una moschea è autorizzata a eseguire la chiamata alla preghiera del venerdì. Poi, a maggio, il governo dello stato dell'Assia ha stabilito che le preghiere del muezzin sono possibili anche senza permesso. Lo Spiegel ha rivelato che 8 delle 100 città tedesche più popolose hanno dato il via libera alle chiamate alla preghiera islamica. A Düren, Nord Reno Westfalia, la moschea turca Fatih chiama alla preghiera tre volte al giorno. Poi passeranno a cinque, come in tutti i paesi islamici. La professoressa di etnologia Susanne Schröter della Goethe University di Francoforte sostiene che tali commenti mostrano che molti musulmani considerano le chiamate alla preghiera come il trionfo di un "islam forte" su un "cristianesimo debole".
L'editoriale dell'elefantino