Un anno fa il professor Paty veniva decapitato per strada
La Francia si unisce nel ricordo dell'insegnante, ucciso il 16 ottobre 2020 dal terrorista islamico Abdoullakh Anzorov per aver mostrato in classe le vignette di Charlie Hebdo su Maometto
All’entrata del ministero dell’Istruzione francese, è stata posta una targa commemorativa “che ricorderà per sempre Samuel Paty”, ha detto ieri il titolare dell’Éducation nationale Jean-Michel Blanquer, alla vigilia del primo anniversario della morte del professore di storia e geografia del Collège du Bois d’Aulne. La Francia si unisce nel ricordo di Samuel Paty, decapitato il 16 ottobre 2020 dal terrorista islamico Abdoullakh Anzorov per aver mostrato in classe le vignette di Charlie Hebdo su Maometto. In tutte le scuole francesi, è stato reso omaggio a questo “ussardo nero” della République e martire del libero pensiero, con un minuto di silenzio, dibattiti attorno alla laicità e proiezioni di documentari sui valori repubblicani. “Ci saranno una serie di omaggi a Samuel Paty voluti dal presidente della Repubblica. Ribattezzeremo aule, edifici e scuole ‘Samuel Paty’ mostrando che la sua memoria è scolpita nel marmo e soprattutto nelle nostre anime”, ha dichiarato il ministro Blanquer, prima di aggiungere: “Gli studenti sanno che la libertà deve essere difesa, Samuel Paty è morto per questo”.
Oggi pomeriggio, la famiglia dell’insegnante di Conflans-Sainte-Honorine verrà ricevuta all’Eliseo dal primo ministro Jean Castex e dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron, che lo scorso anno, sette giorni dopo l’assassinio, dedicò a Paty un omaggio vibrante nel cortile d’onore della Sorbona. A pochi passi dall’università parigina, verrà inoltre intitolato a Paty l’attuale Square Paul-Painlevé (situato a rue des Écoles, il giardino e futuro Square Samuel Paty ospita diversi monumenti legati all’insegnamento e alla cultura, tra cui una statua di Montaigne e una lupa capitolina, offerta dal comune di Roma a quello di Parigi per sancire il gemellaggio tra le due capitali). “Cercava sempre il miglior modo per far riflettere”, ha detto Gaëlle Paty, sorella dell’insegnante, al quotidiano La Croix, raccontando la meticolosità con cui esercitava il suo mestiere di insegnante e la sua passione per la storia, compresa la storia delle religioni. “Aveva chiesto ai nostri genitori di portargli un Corano dalle loro vacanze in Tunisia (…) Samuel non era credente, ma voleva comprendere la fede degli altri e sapere cosa c’era scritto nei testi”, ha raccontato Gaëlle Paty al quotidiano cattolico.
Lo scorso 23 settembre, la casa editrice Presses universitaires de Lyon ha pubblicato la tesi di laurea di Samuel Paty dedicata alla storia contemporanea del colore nero, intitolata: “Le noir, société et symbolique, 1815-1995”. “Si interrogava sulla fascinazione e sulla repulsione della società per il nero, affrontando una serie di questioni esistenziali e spirituali”, ha spiegato all’Afp Christophe Capuano, professore di storia contemporanea all’Università Grenoble-Alpes e amico di lunga data di Paty. I due si erano incontrati sui banchi dell’Università di Lione. “La pubblicazione farà entrare Samuel nelle biblioteche”, ha aggiunto Capuano. Mentre la Francia lo commemora, prosegue l’inchiesta sul “jihadismo d’atmosfera” (Gilles Képel), ossia la rete di complici e aizzatori che ha prodotto la rappresaglia contro Paty. E spuntano nuovi elementi. In tutto, i protagonisti sarebbero circa una quindicina, ma l’intelligence interna francese (Dgsi) si sta focalizzando in particolare su una trentatreenne convertita all’islam, Priscilla M., fermata a Nîmes lo scorso giugno. Conosciuta su Twitter sotto lo pseudonimo di “Cicatrice sucrée”, Priscilla M., secondo i servizi francesi, avrebbe fomentato e guidato il rifugiato ceceno nella spirale infernale. Nei giorni che hanno preceduto l’attacco, Priscilla M. avrebbe trasmesso a Anzorov (alias “Al Ansar tchétchène 270” sui social) il video contro Paty di Brahim Chnina, padre della studentessa che aveva accusato il professore di 47 anni di aver mostrato durante la lezione le vignette di Charlie su Maometto.
I sospetti dell’intelligence parigina sono rafforzati dal fatto che “Cicatrice sucrée”, secondo quanto riportato dal Figaro, si era appena sposata con rito islamico con un detenuto condannato a quattordici anni di prigione per aver pianificato un attentato a Marsiglia. Il governo francese, dopo l’attentato dello scorso anno, ha inasprito la sua lotta contro il “cyber-islamismo”, attraverso la piattaforma di segnalazione Pharos, attiva ventiquattro ore su ventiquattro. “Riunisce una ventina di persone che monitorano i social network, stanano gli influencers della ‘jihadosfera’ e bloccano le loro menzogne e le loro minacce di diffusione”, ha dichiarato la ministra con delega alla Cittadinanza Marlène Schiappa. Dall’inizio dell’anno ad agosto, sono arrivate 17.206 segnalazioni. Nel 2020, Pharos ne aveva ricevute 42.151, più del doppio rispetto al 2017 (19.539). Accanto alla lotta contro il cyberislamismo, il ministro dell’Interno ha aumentato i controlli nelle moschee per stanare i discorsi estremisti. Negli ultimi mesi, cinque associazioni legate all’islam politico e alla propaganda jihadista sono state chiuse. Entro la fine dell’anno, secondo quanto dichiarato al Figaro dal ministro Darmanin, altre dieci strutture saranno oggetto di una procedura di chiusura.