Verità riciclata
Da Pravda a Truth, il nuovo social network di Donald Trump
L'ex presidente ha annunciato una nuova piattaforma "contro la tirannia dei Big tech": si chiamerà come il vecchio quotidiano sovietico (ma in America non desta sorpresa)
In apparenza è un controsenso, se non una gaffe. Donald Trump, che aveva improntato buona parte della sua ultima corsa alla Casa bianca "contro la mostruosa minaccia comunista" incarnata da Kamala Harris, ha deciso di lanciare un social network di sua proprietà e di chiamarlo come l'organo di stampa ufficiale del Partito comunista dell'Unione sovietica. "Viviamo in un mondo dove i talebani hanno un'enorme presenza su Twitter, eppure il vostro presidente americano preferito è stato silenziato. Questo è inaccettabile", ha dichiarato Trump a dieci mesi di distanza dall'assalto a Capitol Hill. Allora la sua connivenza ai rivoltosi unita alle reiterate accuse di brogli elettorali - sempre categoricamente respinte dai tribunali statunitensi - gli costarono l'eliminazione dai principali social e quasi l'impeachment, che ne avrebbe compromesso la carriera politica. Dallo spavento alla controffensiva: a luglio la causa a Facebook, Twitter e Google, accusati di "censura illegale e incostituzionale". Oggi la nuova piattaforma "contro la tirannia dei Big tech", creata attraverso la fusione di Trump media & technology group (Tmtg) con un'apposita società d'acquisizione.
"Sono entusiasta di avviare Truth social molto presto", ha continuato l'ex presidente. "Tmtg era nata con la mission di dare voce a tutti. Ora inizierò a condividere i miei pensieri su Truth e a reagire alle intimidazioni che ho subito fin qui". Insieme all'app, attiva a partire dal primo trimestre del 2022, è previsto anche un servizio video on demand in abbonamento: si chiamerà Tmtg+ e offrirà un piano d'intrattenimento, podcast e news per aumentare l'interazione fra gli utenti. Un'operazione da 875 milioni di dollari in totale, studiata per preparare il terreno alla campagna elettorale del 2024. E restaurare Trump.
L'unica vera voce (per l'universo sovranista). Nonostante l'annuncio in pompa magna, la scelta del nome è sembrata passare quasi in secondo piano. Eppure è un richiamo fondamentale, che manderà in pensione sia alternative come Gab o Parler - i social utilizzati dagli estremisti di QAnon dopo il ban al loro leader - sia blog sperimentali come La scrivania di Donald - presente per qualche mese sul sito ufficiale dello stesso Trump. L'omonimia con Pravda - più che quella con il quotidiano di Belpietro, d'ispirazione evangelica, si legge sotto la testata - non può essere sfuggita agli addetti ai lavori di Truth. Né sorprende gli osservatori.
Con notevole lungimiranza, già all'inizio della presidenza Trump un articolo di Politico titolava "Pravda alla fila per la cassa". Quello, in tutti i negozi degli States, è il posto riservato ai tabloid, "che contribuiscono a un martellante ronzio di sottofondo sulla vita del paese". Culturalmente semplicistico, sensazionalista, ingannevole: tutte forme della classica propaganda di regime che proliferavano in Urss e che trovavano nuovo terreno fertile nell'èra della post-verità, spingendo sulla dicotomia fra l'uomo del popolo Donald e la candidata delle élite Hillary. Nello stesso periodo il magazine The week andava oltre, spiegando come Trump avrebbe potuto sovietizzare i media americani: dapprima cavalcandoli - la Fox di Murdoch, sedotta e abbandonata - e quindi ripensandoli nel tempo - ecce Truth! - secondo uno schema "mistificatorio e manipolativo, [...] capace di catalizzare l'attenzione contro un fantomatico nemico esterno - ecce Big tech! - grazie anche a una profonda rivoluzione del linguaggio". Come faceva la tv russa: "talmente potente da non farti voler guardare nient'altro, perché ti convinceva di essere in possesso di fatti inconfutabili".
Difficile che la nuova creatura di Trump, come lascia intendere lui, possa diventare un vero competitor di Twitter o Facebook. E probabilmente non ne ha nemmeno le intenzioni, perché si presenta dichiaratamente faziosa e politicizzata. Dunque una macchina temibile per raccogliere e veicolare consenso: come direbbe Clarinetto - l'allegoria suina di Pravda nella Fattoria degli animali -, "la verità è in grado di trasformare in bianco ciò che è nero". Più che un controsenso, era l'unico nome possibile.
Cosa c'è in gioco