verso l'eliseo
Smentire e ragionare, la strategia di Macron per il 2022
Nasce la cellula di Lrem per stanare incongruenze e fake news degli avversari, anche sul clima
Parigi. Mancano meno di sei mesi al primo turno delle elezioni presidenziali francesi e la strategia della maggioranza macronista inizia a delinearsi. Dinanzi alle proposte radicali di Éric Zemmour e di Marine Le Pen, ma anche agli eccessi dell’estrema sinistra di Mélenchon e al catastrofismo climatico dei Verts, il presidente Macron e i suoi fedelissimi puntano a incarnare il campo della ragione e dell’equilibrio. “Nel 2022, le presidenziali e le legislative si giocheranno su un scontro tra quelli che difendono la complessità, la ragione, la scienza e una forma di moderazione verbale e politica, e quelli che puntano sugli effetti della polemica e della divisione”, ha detto al Monde il segretario di stato per gli Affari europei Clément Beaune. “Il campo di Éric Zemmour e di Marine Le Pen è quello del declino e del disfattismo”, ha aggiunto il ministro dell’Economia Bruno Le Maire.
Presidenziali Francia, Macron punta sulla cellula anti fake news
Per organizzare il contrattacco in maniera ordinata, la République en marche ha appena lanciato una cellula interna volta a stanare le incoerenze e le fake news degli avversari, e a denunciarle quotidianamente sui social e nei ring mediatici. Guidata dal deputato macronista Sacha Houlié, la struttura è già attiva a pieno regime e aiuterà gli esponenti della maggioranza a ribattere colpo su colpo alle smargiassate populiste. “L’idea è quella di prendere delle precauzioni dinanzi a Zemmour, e, più in generale, dinanzi all’estrema destra, coordinando le nostre azioni e fornendo a quelli che non li posseggono gli elementi concreti per assicurare il contraddittorio”, ha spiegato al Monde Houlié, prima di aggiungere: “Bisogna puntare il dito contro le conseguenze drammatiche dei governi populisti e porsi come anti modello”.
Per esempio: quando Zemmour propone di cancellare la patente a punti, sottolinea Houlié, bisogna ricordare che questa misura ha permesso di ridurre il numero di incidenti. E quando lo scrittore sovranista sbraita contro l’Unione europea, flirtando con i sostenitori della Frexit, è necessario spiegare quanto sarebbe nefasta per la Francia un’uscita dell’euro. Lo stesso vale per i diritti Lgbt e per il diritto all’aborto, che in Polonia e in Ungheria, paesi citati come modelli da seguire da Zemmour, non sono pienamente garantiti. Gli eccessi dello scrittore non sono gli unici a turbare la macronia. L’estremismo dei Verts e i discorsi allarmisti di Greta Thunberg, che tra i giovani riscuotono grande successo, infastidiscono parecchio l’inquilino dell’Eliseo. Dall’inizio del mandato, Macron è impegnato a difendere una terza via sul clima, contraria all’apocalisse climatica paventata da alcuni ma anche al negazionismo di Trump e seguaci e allo scetticismo sul global warming di Zemmour e Le Pen. Nonostante le critiche, Macron è il presidente francese che negli ultimi vent’anni ha fatto più cose per l’ambiente: con le iniziative Make our planet great again e One planet summit, e dedicando quasi la metà del piano di investimento “France 2030”, 30 miliardi di euro, alla transizione ecologica.