Disinformazione
Nella guerra tra Biden e Facebook vince Murdoch
Se gli americani non si vaccinano la responsabilità è quasi più di Fox News che di Zuckerberg
Nella lotta tra l’Amministrazione Biden e Facebook, sta vincendo Rupert Murdoch. C’è una volontà bipartisan rarissima nella politica americana per mettere un freno allo strapotere del social network di Mark Zuckerberg, e questa consapevolezza è condivisa anche dai media che pubblicano i resoconti sul dissenso silenziato dentro a Facebook e sull’effetto pericoloso del suo modello di business.
Ancora ci si deve mettere d’accordo su come fare questa riforma dall’esterno di una società privata, ma di certo la volontà c’è. Poi c’è il colosso Murdoch e in particolare Fox News, rapida nell’attaccare Facebook e altrettanto veloce nell’autoassolversi.
Molti studi, come l’ultimo pubblicato dall’Aspen Institute e redatto dalla commissione “sull’Information disorder”, una dicitura che resta impressa, dicono che il ruolo dei social nel creare disinformazione è evidente, ma che questo non significa che i media tradizionali non abbiano alcuna responsabilità.
Prendiamo l’esitazione vaccinale, che sta causando molti problemi all’Amministrazione Biden (questo dovrebbe far contenti i conservatori), ma che è un problema che ci riguarda tutti: al di là delle intenzioni di voto del singolo, il vaccino costituisce uno scudo anti pandemico per tutti, ma funziona soltanto se è il più diffuso possibile. Non è una battaglia politica, il vaccino, così come non lo era l’utilizzo delle mascherine. Degli studi comparati di vari istituti di sondaggi e dell’Università di San Diego mostrano che la volontà di vaccinarsi è sempre più bassa tra i repubblicani ed è alta tra i democratici: il 98 per cento di chi si dichiara elettore democratico ha fatto il vaccino, soltanto il 68 per cento di chi si dichiara repubblicano lo ha fatto. La valenza politica della vaccinazione non è frutto soltanto dei social: Fox News, che pure chiede il pass ai propri dipendenti per ammetterli negli studi, ne ha fatto una bandiera. E naturalmente non c’è possibilità di intervento: se a Facebook puoi chiedere di verificare di continuo i contenuti che circolano sul social, lo stesso non vale per Fox News, che pure ha un’audience molto grande. Ti rispondono: è il nostro palinsesto, giù le mani.
I portavoce di Fox News ricordano sempre che ci sono anche voci a favore dei vaccini dentro l’emittente, e lo dicono con il tono trionfante di chi vuole continuare a ripetere: voi liberal siete talmente ossessionati dalla nostra copertura che non vedete nemmeno quando vi diamo ragione. L’ossessione ci sarà pure, ma la realtà è diversa: sono gli stessi spettatori di Fox News che dicono di seguire questa emittente proprio perché dà loro ragione su quanto il vaccino sia una fissazione dei liberal, collusi con Big Pharma e con tutto quel che passa con il nome di “Big”. Se poi alcuni di questi spettatori si presentano in pubblico con la stella gialla appuntata sul maglione sentendosi perseguitati come gli ebrei durante la Shoah è proprio perché si sono sentiti ripetere molte volte che la persecuzione esiste, e che il vaccino è il suo strumento. Nell’ultima puntata dello show più seguito di Fox News, quello dell’anchorman Tucker Carlson (l’amico di Orbán, per intenderci), l’ospite è Robert Kennedy Jr, che ha appena fatto furore nelle piazze no vax italiane dicendo, tra le altre cose, che il vaccino non funziona, meglio prendersi delle vitamine.
Però il palinsesto non si tocca. E non si pensi che questa postura sia casuale o frutto delle circostanze, la famosa opportunità politica. Rupert Murdoch, fondatore di Fox News e proprietario di molte altre testate, sa benissimo quello che fa, ha da sempre piani politici molto chiari e anche la consapevolezza degli effetti della strategia dei suoi media. Murdoch ha festeggiato i suoi 90 anni (con ritardo: è nato l’11 marzo) a fine ottobre con una grande festa alla Tavern On The Green, dentro a Central Park, a New York. I racconti della serata hanno segnalato due cose: l’assenza di James Murdoch, il figlio ex delfino che ormai è in rapporti molto tesi con la famiglia e che nell’ultimo anno e mezzo ha cercato più volte di segnalare quanto fosse socialmente pericolosa Fox News; agli invitati, era richiesto un tampone rapido per entrare, altrimenti niente festa.