Hamas è troppo antisemita per Londra
Il governo inglese abbandona la finzione della separazione fra ala militare e ala politica e mette la fazione palestinese sulla lista dei gruppi terroristi
Ieri la ministra dell’Interno britannico, Priti Patel, ha annunciato da Washington che il Regno Unito inserirà la fazione palestinese Hamas nella lista dei gruppi terroristici senza più fare distinzione fra ala politica e ala militare. Questo vuol dire che appoggiare in pubblico Hamas, incontrare i suoi membri o sventolare la sua bandiera diventerà un reato che secondo l’Uk Terrorism Act potrà essere punito con la reclusione fino a dieci anni. Non sono ipotesi di scuola, perché Hamas nel Regno Unito gode dell’appoggio di un numero di simpatizzanti. Negli ultimi anni si è assistito soprattutto a Londra a una progressiva normalizzazione di Hamas e del gruppo libanese Hezbollah, le bandiere dei due gruppi sono state avvistate durante manifestazioni e comizi e queste simpatie hanno creato momenti di imbarazzo politico nel partito Labour quando il leader era Jeremy Corbyn.
“Hamas – ha spiegato Patel – è fondamentalmente ed estremamente antisemita. L’antisemitismo è un male permanente che non tollererò mai. A causa di esso gli ebrei si sentono in pericolo a scuola, nelle strade, nelle sinagoghe, nelle loro case e online”.
L’Unione europea aveva già fatto cadere la distinzione tra ala militare e ala politica di Hamas nel 2010. Il gruppo ha poi fatto ricorso due volte per ottenere il ritorno al doppio sistema, ma senza successo. I giudici hanno stabilito che Hamas non è uno stato quindi non gode del principio di non interferenza e che la separazione fra combattenti e politici è fittizia, il gruppo agisce come un’entità unica senza divisioni interne.
Alcuni governi invece la mantengono. Nel 2001 Londra designò le brigate Ezzedin al Qassam – i reparti armati di Hamas – come gruppo terrorista, ma creò una distinzione tra combattenti e leadership politica, che restò fuori dalla designazione. Vent’anni dopo “quella distinzione non è più difendibile – ha detto Patel ai giornalisti – perché non riusciamo a disaggregare il lato politico da quello militare. E’ una decisione che si basa su un’ampia mole di informazioni, di intelligence e di collegamenti con il terrorismo”. Hamas aspira a governare tutti i palestinesi, è piazzata bene nei sondaggi di voto, contende il potere politico e militare alle altre fazioni, soprattutto ai rivali di Fatah, e controlla l’intera Striscia di Gaza, abitata da due milioni di persone. Il gruppo ha perso la capacità di compiere grandi attentati suicidi nelle città israeliane, sponsorizza invece attacchi casuali compiuti da volontari e a volte spara razzi contro le città di Israele. Mercoledì sera un sedicenne palestinese ha tentato di accoltellare due poliziotti nella Città vecchia di Gerusalemme ed è stato ucciso. Hamas ha emesso un comunicato per celebrarlo come “uno dei nostri martiri”.