Il ritratto
Con i vaccini in Austria Schallenberg fa sul serio. E anche con la politica
Un politico atipico, vicino a Kurz, ma al di sopra di ogni sospetto. Ascesa e percorso del cancelliere che sta portando l'Austria a una soluzione senza precedenti in Europa
Il lockdown annunciato prima per i non vaccinati, poi per tutta la popolazione e infine l’obbligo vaccinale a partire dal prossimo febbraio indicano che qualcosa in Austria è cambiato. L’emergenza sanitaria, da un lato, ha portato gli ospedali alla saturazione, e alcuni hanno cominciato giorni fa a rifiutare i pazienti meno gravi (una situazione simile la sta vivendo anche la Germania che ieri non ha escluso la possibilità di introdurre un nuovo lockdown, anche per i vaccinati); il decisionismo del governo, dall’altro, indica che il neo cancelliere Alexander Schallenberg ha accelerato con le restrizioni. 52 anni, divorziato e padre di quattro figli, Schallenberg non hai mai aspirato a fare il capo del governo e il suo arrivo alla Ballhausplatz è il frutto della precipitosa caduta di Sebastian Kurz, l’ormai ex enfant prodige della politica austriaca inciampato in un’inchiesta a base di mazzette e sondaggi taroccati. Con il consenso dell’interessato e del partito popolare (Övp) di cui Kurz è rimasto leader, mercoledì il Consiglio nazionale austriaco ha revocato l’immunità parlamentare dell’ex cancelliere, e poiché un’indagine della magistratura non si risolve dalla mattina alla sera, Schallenberg ha alcuni mesi davanti per mettersi comodo nei panni di capo dell’esecutivo. Fino ad adesso il 52enne si è limitato a impersonare il concetto di continuità.
Quando il primo governo Kurz, un’alleanza fra i popolari e l’ultradestra (Fpö), cade a giugno del 2019 a seguito dello scandalo Ibiza in cui rimane invischiato il leader dei sovranisti, il presidente dell’Austria Alexander van der Bellen dà al paese il primo governo tecnico della sua storia. Agli Esteri viene chiamato Schallenberg: nato in Svizzera da famiglia aristocratica – il padre ambasciatore in India, Spagna e Francia e poi segretario generale della ministero degli Esteri – Schallenberg junior era una vecchia conoscenza della Farnesina tedesca per aver lavorato alle dipendenze di due ministri degli Esteri di Vienna: Ursula Plassnik (2004-2008) e Michael Spindelegger (2008-2013).
Quando Kurz torna al governo a seguito delle elezioni di settembre 2019, il quadro politico è cambiato: licenziati i sovranisti dell’Fpö, il cancelliere si allea con i Verdi lanciando un governo tutto nuovo. Eppure tiene al suo posto un solo ministro dell’esecutivo precedente: Schallenberg, al quale lascia gli Esteri. L’uomo ha il profilo ideale: gli è sempre stato leale sin da quando Kurz guidava gli Esteri (2013-2017); Schallenberg aveva aiutato Kurz anche nel negoziare l’accordo di coalizione con l’Fpö di Strache. Insomma è un confidente stretto che nel 2018 decide anche di prendere la tessera del’Övp. Promuoverlo dagli Esteri alla cancelleria deve essere sembrato a un Kurz travolto dalle perquisizioni della polizia nel proprio ufficio la cosa più naturale da fare: se non posso guidare il governo di persona, posso chiedere al mio confidente di farlo per me.
Il nuovo cancelliere è dunque un politico atipico: non ha pacchetti di tessere, dirigenti della propria cordata o aspirazioni da leader. Vicino a Kurz ma ritenuto una persona “impeccabile”, lontana da ogni accusa di corruzione, Schallenberg risulta gradito anche al capo dello Stato che gli affida la guida di un governo il cui capo è appena finito nel tritacarne dei media e della magistratura. Il rodaggio di Schallenberg alla Ballhausplatz è durato circa un mese: nei giorni passati non sono mancati imbarazzanti contrasti in materia di politica sanitaria, con il ministro della Salute, il verde Wolfgang Mückstein, che annunciava una misura restrittiva e il neo cancelliere che la smentiva. Lo stesso è successo con alcuni presidenti dei Länder austriaci. Nelle ultime ore Schallenberg sembra aver trovato la quadra al punto di aver annunciato, primo in Europa, l’obbligo vaccinale per tutti. Il suo destino è adesso nella mani della magistratura: finché Kurz resta indagato, Schallenberg resta al potere.