C'è molta Europa nel Trattato del Quirinale

Un nuovo capitolo che serve a blindare il futuro dell'Ue e a dare un senso pratico al concetto di sovranità europea

Micol Flammini

Draghi e Macron hanno impresso una nuova direzione al rapporto tra Italia e Francia, hanno reso più concrete le promesse e dato una prospettiva rinnovata, hanno creato un linguaggio che servirà a intensificare la cooperazione per tutti i paesi membri

C’è molta Europa nel Trattato del Quirinale che il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, e il presidente francese, Emmanuel Macron, hanno firmato questa mattina a Roma. C’è il desiderio di disegnare un nuovo futuro non soltanto nelle relazioni tra i due paesi ma anche per l'Europa tutta.

  

Mario Draghi ha detto che l'accordo vuole favorire e accelerare il processo di integrazione a livello europeo. Tutti gli argomenti toccati all'interno del trattato (difesa, industria, spazio, innovazione) sono la partenza, l'inizio del percorso. Per Macron questo trattato ha dato all'Unione europea degli strumenti che la possono rendere più forte.

  

I due leader sono accomunati da una visione molto simile dell'Unione europea. Sono tanti gli argomenti su cui vanno d'accordo, a cominciare da quello sulla difesa comune: un progetto che deve essere parallelo alla Nato e che serve a rafforzarla. Italia e Francia puntano a intensificare i loro scambi ma anche a essere in primo piano nella costruzione di una nuova storia europea. Un nuovo capitolo che serve a blindare il futuro dell'Ue a dare un senso pratico al concetto che Draghi ha ribadito più volte: quello di sovranità europea. Cercare la sovranità europea vuol dire disegnare il nostro futuro come lo vogliamo noi europei, ha detto il presidente del Consiglio.

   

I rapporti tra Italia e Francia sono spesso stati difficili, lo ha ricordato anche il presidente francese. Difficili sono anche i rapporti tra i 27 paesi dell'Unione europea. Con il trattato, Draghi e Macron hanno impresso una nuova direzione al rapporto tra Italia e Francia, hanno reso più concrete le promesse e dato una prospettiva rinnovata, hanno creato un linguaggio che servirà a intensificare la cooperazione per tutti i paesi membri. Questo trattato, ha detto Macron, ci aiuterà a lavorare meglio per il futuro dell'Unione europea.

  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)