In Francia
Quanto sono mesti i gollisti a caccia di un candidato presidente
S'apre il congresso dei Républicains, sabato sarà scelto il leader che ad aprile cercherà di andare all'Eliseo. Xavier Betrtrand e Michel Barnier sono i nomi che vanno più forti, ma ci sono molti brutti ricordi e pure una ribellione da digerire
Oggi inizia il congresso dei Républicains francesi, quattro giorni con votazione a due turni per nominare il candidato gollista alle presidenziali dell’aprile dell’anno prossimo. Ci sono cinque candidati per un elettorato che sembra sempre più ristretto, con la pressione dal centro del macronismo e dei suoi satelliti e con l’Opa dalla destra estrema, ora ancora più opprimente dopo la candidatura ufficiale di Eric Zemmour.
L’umore poi, tra i Républicains, è molto mesto: brucia ancora il ricordo del disastro non annunciato del 2017 con l’implosione del candidato allora forte François Fillon (a processo per gli incarichi fittizi alla moglie Penelope: “Sa di essere morto”, si dice di lui), e soprattutto non c’è un accordo solido e promettente per il 2022. L’idea di dover giocare come comparse anche questa tornata presidenziale innervosisce molto i sostenitori della destra tradizionale di Francia. A partire dai candidati, che si sono sfidati in tre dibattiti, in quei confronti cannibali tipici delle primarie.
Elezioni Francia, ecco i candidati al congresso dei Républicains
I contendenti sono cinque, quattro uomini e una donna: Michel Barnier, 70 anni; Xavier Bertrand, 56 anni; Eric Ciotti, anche lui 56 anni; Philippe Juvin, 57 anni e Valérie Pécresse, 54 anni, la più giovane. Se gran parte di questi nomi non vi dice nulla, non siete i soli: a parte Barnier, che ha un profilo europeo definito soprattutto dalla gestione della Brexit, gli altri sono, come si dice, scelte d’apparato.
Questo vuol dire che la scelta stessa dei circa 140 mila membri del congresso gollista potrebbe scontare la distanza tra il palazzo e gli elettori, cioè: davvero l’establishment del partito sarà in grado di scegliere il candidato più votabile dai francesi? La risposta ovviamente oggi non si può avere, ma l’elezione cosiddetta a furor di popolo è già esclusa dalla procedura stessa di selezione del candidato.
Chi è Xavier Bertrand, il favorito alla vittoria
Nei circoli gollisti, secondo alcune rilevazioni che tutti dicono di prendere con molta cautela, il favorito sembra Xavier Bertrand, che secondo una rilevazione Ifop pubblicata domenica alle presidenziali prenderebbe il 13 per cento, quindi sarebbe fuori dal primo turno, come nel 2017 (la sfida sarebbe tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, ancora). Bertrand è comunque il più popolare dei Républicains, gli altri prenderebbero ancora meno. Ex agente assicurativo passato alla politica come ministro e come sindaco, Bertrand, attuale governatore della regione Hauts-de-France, aveva lasciato il partito dei Républicains nel 2017 litigando un po’ con tutti, e fino a poco tempo fa diceva di volersi candidare senza rientrare e quindi senza primarie. Ha infine cambiato idea e ha accettato di partecipare al congresso, trovandosi così in una posizione delicata: molti gollisti non gli hanno perdonato la ribellione.
Ma Bertrand ha risposto facendo molti piccoli eventi, dice di conoscere i francesi, “vivo con loro”, rievoca i valori tradizionali della destra repubblicana e si presenta come l’unico a poter vantare di aver sconfitto già il Rassemblement national in uno scontro diretto. Basterà? Alcuni dicono di no, e puntano su Michel Barnier, che ha un curriculum ricco, molti sostenitori interni e un nome riconoscibile. Sabato si avrà la risposta.
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