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Valérie Pécresse è la candidata dei Républicains. La missione difficile di pacificare i gollisti

Mauro Zanon

La presidente dell’Île-de-France ha provato a rassicurare le varie anime del partito. Le difficoltà però inizieranno quando bisognerà assegnare i vari ruoli in vista della campagna elettorale

Parigi. “Ho una buona notizia. La destra repubblicana è tornata”, ha detto Valérie Pécresse, da oggi non solo presidente dell’Île-de-France, la regione di Parigi, ma anche la candidata dei Républicains (Lr), il partito gollista, alle presidenziali del prossimo anno, dopo aver sconfitto al secondo turno delle primarie interne il rivale Éric Ciotti, con il 60,95 dei voti. “Autorità, libertà, dignità. Darò tutto per la vittoria, non ho la mano che trema dinanzi ai nemici della Repubblica. Per la prima volta, il partito di de Gaulle, Pompidou, Chirac e Sarkozy ha una donna candidata alle elezioni presidenziali. Il mio pensiero va a tutte le donne di Francia”, ha dichiarato trionfante Pécresse dalla sede di Lr, a Parigi.

Il successo della 54enne nata a Neuilly-sur-Seine, il sobborgo chic a nord-ovest della capitale francese, era atteso dopo gli endorsement in suo favore di Xavier Bertrand, presidente della regione Hauts-de-France, e Michel Barnier, ex capo negoziatore dell’Ue per la Brexit, usciti sconfitti dal primo turno delle primarie. Ma il risultato ottenuto da Ciotti al ballottaggio la costringerà comunque a dover contare su di lui nella campagna presidenziale che verrà. Anche perché il deputato delle Alpi Marittime ed ex fillonista di ferro di origine italiane (gli antenati del padre sono di Treviso) non ha alcuna intenzione di fare la bella statuina. “Valérie ha l’immensa responsabilità di portare la nostra famiglia politica alla vittoria”, ha detto Ciotti, congratulandosi con la candidata dell’Eliseo designata dagli iscritti di Lr. “Desidero portare avanti assieme questa bella battaglia”, ha aggiunto l’esponente dell’ala conservatrice dei Républicains, che è molto più vicino alle posizioni del candidato della destra identitaria Éric Zemmour che a quelle della presidente dell’Île-de-France.

 

Giovedì, su BfmTv, Pécresse aveva provato a rassicurare le varie anime del partito gollista. “Sono al centro della destra. Rivendico un programma chiaramente di destra, ma posso unire la destra sociale di Xavier Bertrand, la destra europeista di Michel Barnier, la destra dei servizi pubblici di Philippe Juvin e la destra di Éric Ciotti”, ha detto Pécresse, cercando di scacciare i vecchi fantasmi delle primarie del 2016 quando fu un tutti contro tutti.

Ma le difficoltà inizieranno da domani quando bisognerà assegnare i vari ruoli in vista della campagna elettorale.

Figlia di Dominique Roux, ex presidente di Bolloré Telecom, e nipote di Louis Bertagna, psichiatra e grande figura del cattolicesimo e della Resistenza (ospitò nel suo appartamento la redazione di Témoignage Chrétien, che usciva clandestinamente durante l’Occupazione), Valérie ha fatto i suoi studi presso l’istituto cattolico Sainte-Marie di Neuilly. A 15 anni, a Jalta, durante un campus estivo della gioventù comunista, impara il russo. L’anno dopo, ottiene il diploma di maturità, e da lì inizia un lungo percorso nelle grandi scuole dell’élite: classi preparatorie al liceo versagliese Sainte-Geneviève, diploma all’École des hautes études commerciales de Paris nel 1988, e infine l’Ena, la fucina della classe dirigente francese (è seconda in graduatoria nella promozione Condorcet 1990-1992). All’uscita dall’Ena entra nel Consiglio di stato e parallelamente in politica grazie a Jacques Chirac, di cui diventerà consigliera nel 2000. Deputata del dipartimento delle Yvelines in quota Ump (Union pour un mouvement populaire) fino al 2012, si fa notare da Nicolas Sarkozy, che la nomina ministra dell’Università e in seguito dei Conti pubblici.

Dopo essere stata sconfitta al ballottaggio nel 2012, viene eletta nel 2017 presidente dell’Île-de-France, ossia della regione più ricca di Francia, uno stato nello stato. Nei cinque anni di presidenza amministra con disciplina e viene apprezzata sia destra che da sinistra per le sue posizioni moderate e liberali. Nel frattempo fonda il suo movimento, Libres!, per emanciparsi e stare lontano dal clima litigioso che regna nei Républicains, iniziando a manifestare i suoi sogni di Eliseo. Dopo essere stata riconfermata al vertice della regione parigina quest’estate, decide di tornare nella famiglia gollista e accetta subito l’idea di partecipare alle primarie della destra, mettendosi in gioco e vincendo la scommessa. Nessuno l’aveva vista arrivare, nemmeno Macron. E ora Valérie dice a tutti che vuole essere il suo “incubo peggiore” da qui al prossimo 10 aprile, data del primo turno delle presidenziali di Francia.

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