Il neo governo di Berlino
Le tre sfide della Germania con il nuovo cancelliere Scholz
Spd, Verdi e Liberali. L’equilibrio indispensabile che piace anche agli industriali tedeschi. Vaccini, energia e digitale
Olaf il freddo è il nuovo cancelliere della Repubblica federale tedesca. Secondo la procedura imposta dalla Legge fondamentale, il Bundestag gli ha votato la fiducia senza dibattito e con voto segreto. Il 63enne Scholz ha incassato 395 voti sui 416 a disposizione della sua maggioranza “semaforo” fra rossi (Spd), Verdi e il giallo dei Liberali (Fdp): meno del previsto ma i deputati assenti giustificati per malattia erano 29 su 736. Scholz è poi salito a Palazzo Bellevue per ricevere l’incarico dal presidente federale Frank-Walter Steinmeier, quindi un nuovo passaggio al Bundestag per il giuramento e l’ultima tappa a Bellevue per la nomina dei ministri.
Due mesi e mezzo dopo le elezioni, la Germania riparte con un cancelliere dell’Spd, che non è una novità ma che mancava dai tempi di Gerhard Schröder (1998-2005), e una maggioranza basata su tre partiti: due di sinistra e uno liberal-conservatore, alfiere delle imprese grandi e piccole, seduto in Parlamento più a destra della Cdu. È questa forse l’unica vera novità politica del governo al di là della forte componente femminile nei ministeri Interno, Esteri e Difesa (solo per citare i più importanti) e la presenza di un ministro di origine turca, il verde Cem Özdemir, che si è recato al Quirinale tedesco in bicicletta nonostante la giornata gelida.
La Germania dice addio alle coalizioni a due, nelle quali un Volskpartei (la Cdu-Csu oppure la Spd) si alleava di volta in volta con i Liberali (Fdp) o con i Verdi, due partiti molto più piccoli delle ex balene bianca e rossa. L’ingresso in forze al Parlamento ormai dal 2017 di un partito sovranista con sfumature ora nostalgiche ora revansciste come l’AfD ha reso più angusto il Bundestag più ipertrofico della Repubblica federale, con il risultato che il nuovo governo avrà pure una trazione di sinistra ma senza l’equilibrio con la Fpd la maggioranza non c’è. Attorno a questo nuovo equilibrio si sviluppano le sfide di un governo che ambisce in primo luogo a completare la svolta energetica lasciata a metà da Merkel con l’uscita della Germania dal nucleare nel 2011.
La sinistra punta sull’energia da fonti sostenibili non senza preoccupazioni degli industriali tedeschi che vedono nella presenza della Fdp al governo la garanzia che l’operazione verrà fatta seguendo le logiche del mercato, senza tappi. C’è poi da occuparsi del gap digitale di una Repubblica federale rimasta indietro, senza perdere di vista la pandemia, con la quarta ondata del Covid che ha messo a nudo una Germania molto vulnerabile perché poco vaccinata. E poi la coesione dell’Europa, le tensioni con il gruppo di Visegrád, il vicinato con la Russia, tutti dossier che passano sempre da Berlino.
Al momento della proclamazione al Bundestag, tutti i deputati, esclusi quelli dell’AfD, si sono alzati in piedi per applaudire il nuovo capo del governo. In tribuna a salutare Scholz, che poi forse così freddo non è, non c’erano solo sua moglie, Britta Ernst, Angela Merkel e Gerhard Schröder. In prima fila c’era anche una coppia di ultraottantenni, Gerhard e Christel Scholz, arrivati a Berlino per vedere loro figlio diventare cancelliere.