Il discorso di Sassoli per il premio Sakharov a Navalny
"Lo hanno minacciato, maltrattato, avvelenato, arrestato, incarcerato, ma non sono riusciti a metterlo a tacere. È un prigioniero politico. Il Parlamento europeo non risparmierà gli sforzi per sostenere le battaglie e per proteggere lui e gli altri vincitori del premio"
Ecco il testo integrale del discorso del presidente del Parlamento europeo David Sassoli alla cerimonia di conferimento del premio Sakharov per la libertà di pensiero 2021
Signore e signori,
onorevoli colleghi,
oggi siamo qui riuniti per conferire il premio Sakharov per la libertà di pensiero ad Alexei Navalny. La sedia vuota in questo emiciclo sta a simboleggiare, ancora una volta, un vincitore privato della libertà. Con nostro profondo rammarico, Alexei Navalny non può essere qui con noi oggi, perché è ingiustamente detenuto in carcere.
Sono però onoratissimo di avere con noi Daria Navalnaya, figlia di Alexei Navalny, che oggi è qui per rappresentarlo, e il suo capo di Gabinetto, Leonid Volkov. È con noi anche Kira Yarmysh, addetta al suo ufficio stampa. A nome del Parlamento europeo, vorrei esprimere a tutti voi il nostro benvenuto e ringraziarvi di essere qui.
Il 2021 è l'anno in cui ricorre il centenario di Andrei Sakharov. La sua lotta pacifica per promuovere i diritti umani e il suo coraggio nell'affrontare il regime sovietico repressivo e brutale hanno ispirato il premio che oggi stiamo per attribuire.
Andrei Sakharov sarebbe forse triste e al tempo stesso orgoglioso di sapere che, a più di 30 anni dalla caduta del comunismo, il premio che porta il suo nome è conferito ad Alexei Navalny, un suo compatriota.
Se la tristezza può essere motivata dal fatto che oggi il regime politico russo è colpevole di reprimere le organizzazioni della società civile, limitare la libertà dei media e di mettere in prigione gli oppositori politici, senza alcun dubbio Sakharov sarebbe orgoglioso della determinazione con cui Alexei Navalny sta lottando per i diritti umani e le libertà fondamentali.
Il coraggio dimostrato da Alexei Navalny desta stupore e ammirazione. Lo hanno minacciato, maltrattato, avvelenato, arrestato, incarcerato, ma non sono riusciti a metterlo a tacere. Ha lottato instancabilmente per il popolo russo, in veste di attivista contro la corruzione, candidato politico, blogger e avvocato, per il diritto di far sentire la sua voce, di fare domande e di dissentire. O, in altre parole: per la libertà di pensiero e di espressione, sua e degli altri cittadini russi.
Come una volta lui stesso ha affermato, la corruzione prospera quando manca il rispetto dei diritti umani. E io credo che abbia ragione. La lotta alla corruzione è anche una lotta per il rispetto dei diritti umani universali; ed è certamente anche una lotta per la dignità umana, per il buon governo e per lo stato di diritto.
È per difendere questi principi che Alexei Navalny è stato privato della libertà e ha quasi perso la vita. È un prigioniero politico.
A nome del Parlamento europeo, chiedo il suo rilascio immediato e incondizionato.
Come ogni anno, chiedo anche con urgenza il rilascio di tutti gli altri vincitori del premio Sakharov ancora in carcere: Ilham Tothi, Nasrin Sotoudeh, Aymara Nieto e Raif Badawi.
Sergei Tsikanousky e Mikalai Statkevich, due dei vincitori del 2020, sono stati ingiustamente condannati ieri dal regime illegittimo bielorusso, rispettivamente, a 18 e 15 anni di carcere. Tra le centinaia di prigionieri politici in Bielorussia ci sono anche quattro vincitori: Maria Kolesnikova e Ales Bialiatski.
Altri vincitori del premio Sakharov stanno subendo vessazioni. È il caso del dottor Mukwege, che si trova a far fronte a un allarmante aumento delle intimidazioni e delle minacce di morte. È anche il caso di Memorial, l'organizzazione vincitrice del premio nel 2009 nonché una delle voci più antiche e importanti a difesa delle libertà fondamentali in Russia, che è attualmente sottoposta a un processo di liquidazione.
In un mondo in cui i regimi autoritari e le forze populiste attaccano i diritti umani e compromettono le libertà fondamentali, tutti questi vincitori del premio Sakharov, e fra loro Alexei Navalny, stanno dimostrando a tutti noi, con il loro esempio, cosa significa non rinunciare mai a lottare per i diritti e le libertà. Sono una fonte di ispirazione per tutti coloro che sognano una società migliore e più giusta, in Russia e non solo. Il Parlamento europeo non risparmierà gli sforzi per sostenere le loro battaglie e per proteggerli.
Io e tutto il Parlamento europeo attendiamo con impazienza il giorno in cui Alexei Navalny potrà tornare al Parlamento europeo e ritirare di persona il premio Sakharov.