I dolori di Parigi, che coi debiti si sente meno bella
La capitale rischia il commissariamento per via della gestione del suo bilancio. I comitati dei cittadini si lamentano delle scelte della sindaca socialista. E Anne Hidalgo ormai viene soprannominata “Notre-Drame de Paris”
A novembre, quando la capogruppo dell’opposizione gollista al comune di Parigi Rachida Dati disse che la capitale francese “è in stato di fallimento”, che “entro la fine dell’anno il debito supererà i 7 miliardi” e che “non è impensabile un commissariamento del comune parigino da parte dello stato”, la gauche disse che l’ex guardasigilli di Sarkozy stava facendo il suo solito show. Ma c’era del vero in quelle parole severe di Rachida, come confermato ieri da un articolo del Point intitolato: “Verso un commissariamento di Parigi?”.
Sullo sfondo del braccio di ferro tra la signora del gollismo e quella del socialismo, il sindaco Anne Hidalgo, l’avvocato Patrick Tabet, per conto dell’Union parisienne pour la sauvegarde de Paris e di molte altre associazioni di abitanti della capitale (Comité Marais Paris, Rouler libre, Sauvons notre Paris…), ha presentato un esposto presso il prefetto e la camera regionale dei conti (Crc) per denunciare la gestione “disastrosa” di Parigi, a partire dall’“aumento spaventoso” del suo debito che, secondo i dati di Bercy, ossia del ministero dell’Economia e delle Finanze, toccherà quota 7,2 miliardi alla fine del 2021. A questo, si aggiunge il “rifiuto da parte di Anne Hidalgo di giustificare le sue spese di rappresentanza”, oggetto attualmente di una procedura presso il tribunale amministrativo. “Non solo la gestione è pessima, ma la sindaca non è neppure trasparente”, ha detto Patrick Tabet.
La giunta socialista-ecologista-comunista guidata da Hidalgo si è difesa in occasione della presentazione del bilancio preventivo del 2022, parlando di controlli regolari delle proprie finanze, dell’effetto Covid-19 che ha aggravato la situazione e di un aumento delle spese comunali.
Dietro la richiesta di commissariamento, le associazioni di cittadini rappresentate dall’avvocato Tabet puntano il dito anche contro l’imbruttimento e il degrado della Ville Lumière di cui Hidalgo sarebbe la principale colpevole. “Degrado del patrimonio urbano, assenza di manutenzione e di personale della rete stradale, insalubrità e cattiva gestione dei servizi di nettezza urbana, modifica del piano di circolazione senza concertazione, eliminazione dei parcheggi”, elenca nel suo sito l’Union parisienne pour la sauvegarde de Paris, federazione che si presenta come “apolitica” e che “raggruppa tutte le associazioni, tutti i collettivi, gli abitanti e le imprese che desiderano unirsi per ripristinare il prestigio di Parigi e migliorare la vita dei parigini”. E pensare che è passato soltanto un anno dalla sua rielezione al vertice della capitale.
Ma tanto è bastato, vista la gestione degli ultimi tempi, per far dire ai parigini che Anne Hidalgo è diventata “Notre-Drame-de-Paris”.