Stimoli sì vax: la Bulgaria s'affida alla virologa Radka Argirova

Micol Flammini

Settantasette anni, competente e decisa, ha denunciato il traffico di certificati vaccinali falsi nel suo paese e continua a ripetere: vaccinatevi. Il premier Kiril Petkov vuole che sia la Anthony Fauci di Sofia

A fine settembre, Radka Argirova è andata in televisione a dire quello che tutta la Bulgaria sapeva, ma che nessuno aveva la voglia o il coraggio di dire, soprattutto davanti alle telecamere: “Da quello che so, la maggior parte delle persone che sembrano vaccinate ma sono ricoverate in ospedale è riuscita ad acquisire la documentazione in un modo o nell’altro”. La virologa parla di certificati vaccinali falsi, per i quali la nazione sembrava avere un tasso di vaccinazione sufficientemente alto, ma in realtà era la meno immunizzata d’Europa. Quando ormai sui social giravano certificati di vaccinazione farlocchi a duecento o trecento euro, molti medici ne negavano ancora l’esistenza e in tanti si precipitarono a smentire la Argirova. Da settembre però sono cambiate alcune cose in Bulgaria, la percentuale dei vaccinati continua a essere molto bassa, poco sopra al 32 per cento, ma c’è un nuovo governo, formato da una coalizione di quattro partiti, il primo, quello del premier, Kiril Petkov, è stato fondato quest’anno con il nome “Continuiamo il cambiamento” con la missione di scuotere la Bulgaria, stravolgerla. In un’intervista a Politico, Petkov che è un economista e ha studiato a Harvard, ha promesso che i vaccini saranno al centro del rilancio della Bulgaria e a condurre la ricostruzione ci sarà proprio lei, Radka Argirova: Petkov ha detto di volerla rendere la Anthony Fauci di Sofia.

 

E come  Fauci, il consigliere della Casa Bianca che durante l’Amministrazione Trump ha cercato di salvare i cittadini dalla politica sconsiderata dell’ex presidente, così la Argirova in questi mesi ha cercato di suggerire all’ex primo ministro Boyko Borissov che era dalla politica che dovevano partire i messaggi corretti per i cittadini: Borissov non l’ha ascoltata. La Argirova era stata tra i primi  a denunciare il mercato nero dei certificati falsi e mentre spuntavano medici  pronti a vendere loro stessi certificati farlocchi,  lei in tv ricordava: “L’unico motivo per cui non possiamo superare la pandemia è perché la nazione non è disposta a farsi vaccinare. Ormai avremmo dovuto immunizzare  il 50 per cento della popolazione”. Argirova prenderà le redini della strategia contro la pandemia nel suo paese, sarà complesso convincere i cittadini, ma ora che la situazione politica sembra più stabile – il paese è uscito dalla campagna elettorale – ha trovato un appoggio nel nuovo premier. Argirova, secondo Petkov, è “la persona credibile che i bulgari possono ascoltare”, perché il primo ostacolo è sempre lo stesso: convincere i cittadini, far capire loro che tutte le false informazioni che li hanno sommersi sono da dimenticare. 

 

Argirova ha la competenza scientifica, è un personaggio noto che ha studiato tra la Bulgaria e la Russia, e in passato ha già avuto un ruolo importante negli studi sull’Hiv nel suo paese. E adesso sta a lei ricostruire la fiducia dei bulgari nei vaccini e far capire l’importanza delle restrizioni. Tutto è reso  più difficile dalla variante Omicron: Argirova ha rilasciato interviste per  sottolineare che le mutazioni si verificano nelle persone che non hanno anticorpi, quindi non immunizzate. Senza rimprovero, ma con calma e decisione, finora ha ripetuto che l’unico motivo per il quale i cittadini non si vaccinano è  per il mare di bugie che leggono e ascoltano: ora sta a lei, scienziata di 77 anni, e al premier Petkov, economista di 41, ricostruire la fiducia.

  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)