Lo “slancio pionieristico” di Sassoli, europeista gentile che voleva un'Ue ogni giorno migliore
All'inizio della pandemia, il presidente del Parlamento europeo è stato tra coloro che più si sono battuti per una risposta straordinaria da parte dell'Europa. Non solo con piccole azioni ma anche con decisioni ambiziose
Bruxelles. L’Unione europea oggi ha perso un europeista gentile e appassionato con la scomparsa di David Sassoli, a una settimana dalla fine del suo mandato di presidente del Parlamento europeo. L’avventura era iniziata il 3 luglio del 2019, quasi per caso, a seguito di una rivolta democratica contro la scelta che i capi di stato e di governo avrebbero voluto imporre dall’alto ai deputati nell’ambito dell'accordo sulle nomine di inizio legislatura. Il Consiglio europeo aveva indicato l’ex premier bulgaro, Sergei Stanishev, per presiedere la plenaria di Strasburgo a Bruxelles. Ma era un nome considerato da gran parte del Parlamento europeo troppo poco credibile e a rischio scandali di corruzione. Nonostante un brutto risultato alle elezioni europee per il Partito democratico, i Socialisti&Democratici il 2 luglio preferirono presentare la candidatura di Sassoli a quella di Stanishev. Il giorno dopo l’italiano fu eletto con 345 voti al secondo scrutinio. Quella di Sassoli è rapidamente diventata l’esperienza più difficile che un presidente del Parlamento europeo abbia dovuto affrontare a causa della pandemia di Covid-19.
Quel 3 luglio del 2019 la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel e i leader dell’Ue avevano guardato con curiosità e sospetto a quello che all’epoca era uno sconosciuto della politica europea. Oggi tutti hanno voluto rendere omaggio a Sassoli, alla sua umanità gentile e al suo impegno a favore della democrazia e dell’Europa. “La nostra Unione perde quello che è stato al contempo un patriota italiano, un grande europeista e un instancabile umanista”, ha detto Emmanuel Macron. “L’Europa perde un presidente del Parlamento europeo impegnato, l’Italia perde un brillante politico e la Germania perde un buon amico”, ha spiegato Olaf Scholz. Von der Leyen ha parlato in italiano e sottolineato che Sassoli era “uomo di fede profonda e forti convinzioni, amato da tutti per il suo sorriso e la gentilezza”, che “sapeva anche combattere per ciò in cui credeva”. Michel ha ricordato “il suo calore umano, la sua generosità, la convivialità e il suo sorriso”.
Il sorriso nella politica in un’Ue sempre sull’orlo di crisi esistenziali è cosa rara, soprattutto quando sincero come quello di Sassoli. Era un bene prezioso anche la sua risata per mettere fine a una discussione troppo accesa nei corridoi o nelle aule del Parlamento europeo. Dietro a una timidezza reale, si nascondevano carattere e determinazione. La gestione del Parlamento europeo durante la pandemia lo ha dimostrato. Le Monde ha riconosciuto a Sassoli di aver tenuto testa alle forti pressioni di Macron per far tornare i deputati a Strasburgo, nonostante la grave situazione sanitaria. Sin dal lockdown del marzo del 2020, la sua priorità era stata di tenere aperta la casa della democrazia europea senza mettere a rischio la salute di deputati e funzionari. Per tutta la primavera Sassoli era rimasto a Bruxelles per dirigere e rappresentare l’istituzione, senza tornare dalla sua famiglia in Italia. Da presidente ha imposto scelte innovative e spesso contestate, come l’introduzione delle sedute in teleconferenza e del voto a distanza per approvare misure chiave che aiutassero i cittadini europei.
Le piccole azioni contano più delle parole. Così, durante le prima fase della pandemia, mentre parlamentari e funzionari lavoravano da casa, Sassoli decise di trasformare la cucina del Parlamento in mensa per i bisognosi, senza tetto e operatori sanitari, di far diventare un palazzo a Strasburgo un centro di test aperto a tutti i cittadini e di mettere a disposizione altri locali per ospitare donne vulnerabili. Ma c’erano anche le cose ambiziose, come mettere fine all’era dell’austerità, lottare contro il cambiamento climatico, avere una politica più vicina ai cittadini e ai loro bisogni, rafforzare la democrazia parlamentare e promuovere i valori europei. Subito dopo l’inizio della pandemia, Sassoli si era battuto per una risposta straordinaria da parte dell'Unione europea. Sotto la sua presidenza, il Parlamento europeo ha lanciato l’idea dei Recovery bond, che poi hanno preso la forma di “Next Generation Eu”.
Nel suo discorso di insediamento, Sassoli aveva chiesto a tutti i deputati di recuperare “lo spirito di Ventotene e lo slancio pionieristico dei padri fondatori”. La conservatrice maltese, Roberta Metsola, favorita per prendere il suo posto come presidente del Parlamento europeo la prossima settimana, ha ricordato Sassoli così: “L’Europa ha perso un leader, io ho perso un amico, la democrazia ha perso un campione”.
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