Biden sta vincendo la cinica scommessa sull'Afghanistan

Daniele Raineri

L'attenzione degli americani sul tema è tornata a zero. Cosa succede nel paese dove ogni giorno ci sono attentati dello Stato islamico e dove gli afghani sono vittime di una destabilizzazione senza precedenti, non interessa più. Per ora almeno

I notiziari della sera dei network televisivi che contano in America – Abc, Nbc e Cbs, che assieme fanno quattro volte gli spettatori raccolti da tutte le altre tv – tra il primo ottobre e il 25 dicembre hanno dedicato all’Afghanistan ventuno minuti di programmazione, per un totale di dieci servizi. Questa estate, come tutti ricordiamo, la presa di Kabul da parte dei talebani grazie alla ritirata improvvisata delle truppe americane fu una notizia che creò nel mondo e negli Stati Uniti un picco molto intenso di attenzione. E infatti tra agosto e settembre i minuti dedicati all’Afghanistan furono 427, il 75 per cento dei quali trasmessi ad agosto, secondo il Tyndall Report, che analizza i notiziari della sera sin dal 1998. Poi l’attenzione è precipitata quasi a zero. I dieci servizi apparsi sui principali canali americani tra l’altro non affrontano il tema della carestia che in queste settimane sta travolgendo il paese – il novanta per cento degli afghani non ha abbastanza cibo per arrivare in fondo all’inverno – o il tema degli attacchi dello Stato islamico, che colpisce ogni giorno e quindi dimostra un livello preoccupante di organizzazione e di potenza. Quattro erano storie “good news” che raccontano degli sforzi americani per aiutare alcuni rifugiati afghani ad adattarsi alla nuova vita negli Stati Uniti o gli sforzi per trasferire altre persone ancora in Afghanistan. Una quinta storia trattava di un’iniziativa per aiutare alcune ragazze afghane a completare un corso di coding per computer. Una sesta ricordava il servizio di alcuni medici militari americani in Afghanistan nel 2011. Di informazioni attuali si è parlato poco. Soltanto due servizi avevano per tema il disastro umanitario in corso. E tra il primo dicembre e Natale c’è stato soltanto un servizio da tre minuti. 

 

A essere precisi ci sarebbe da scrivere che negli Stati Uniti l’attenzione sul tema non è precipitata a zero, ma è tornata a zero. In tutto il 2020 ci furono soltanto cinque minuti dedicati all’Afghanistan. Tra gennaio e marzo 2021 nulla, zero minuti. Poi i notiziari cominciarono ad accorgersi che qualcosa stava andando male, perché tra aprile e luglio i minuti salirono a ottantadue. Non abbastanza, perché alla fine la capitolazione di Kabul arrivò come una sorpresa per la grande parte del pubblico americano. Questi dati sui notiziari sono un campione molto rappresentativo del calo di attenzione da parte dei media americani. Se l’Amministrazione Biden scommetteva che il ritiro dall’Afghanistan sarebbe stato brutto e traumatizzante e però sarebbe stato dimenticato in poco tempo, è sulla buona strada per vincere la scommessa. Alla fine il messaggio passato è che i soldati americani non sono più impegnati a Kabul. Che cosa sta succedendo in Afghanistan, dove ogni giorno ci sono attentati dello Stato islamico – segno di una pericolosa ascesa – e dove gli afghani sono vittime di una destabilizzazione senza precedenti, non interessa più. Per ora almeno. Perché di questo passo prima o poi i notiziari dovranno tornare a occuparsi dei talebani. Questo tipo di crisi così virulento tende a tracimare dai confini nazionali. 

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)