L'elezione al Pe
La larghissima coalizione di Roberta Metsola
La maggioranza che sostiene la nuova presidente del Parlamento europeo va dai socialisti a buona parte dei sovranisti. La storia dell'accordo e del profilo politico di Metsola (e auguri: oggi compie 43 anni)
Roberta Metsola, eurodeputata maltese, è stata eletta presidente del Parlamento europeo con 458 voti, cioè con un'ampia maggioranza che va dai socialisti ai sovranisti.
Metsola, che appartiene al Partito popolare europeo e che oggi compie 43 anni, era la grande favorita per il dopo David Sassoli, soprattutto dopo che i dissapori degli ultimi giorni erano stati risolti con un accordo tra i partiti. La coalizione che la sostiene è molto ampia: i conservatori naturalmente, i socialisti, ma anche i liberali di Renew, più una parte consistente dei sovranisti, compresa la delegazione della Lega. Per fare un paragone: Sassoli era stato eletto con 345 voti, alla seconda votazione.
Metsola inizia quindi con un solido mandato, nonostante le perplessità su di lei che i commentatori non mancano di fare notare: le sue posizioni contro l'aborto hanno fatto discutere, così come alcuni suoi voti tiepidi nei confronti dei diritti. C'erano per queste state pressioni sui e dai socialisti in particolare: davvero volete votare una conservatrice di questo tipo? La risposta per ora è sì.
Qui vi raccontiamo i dettagli dell'accordo che ha portato all'elezione della Metsola: è un estratto di Europa Ore 7, la newsletter di David Carretta che potete ricevere ogni mattina iscrivendovi qui.
L'annuncio dell'accordo sulla sua elezione è arrivato ieri nel pomeriggio con un tweet del gruppo dei Socialisti&Democratici, che aveva minacciato di non votare Metsola se non avesse ricevuto garanzie, compreso il suo rafforzamento nella struttura amministrativa del Parlamento: “Abbiamo raggiunto un accordo con il Ppe e Renew per assicurare una maggioranza di lavoro stabile fino alle elezioni del 2024: forte rappresentazione istituzionale per i deputati socialisti e abbiamo concordato un documento di lavoro con le nostre priorità su stato di diritto, diritti delle donne, dimensione sociale e regole fiscali”. Se non ci saranno franchi tiratori, Metsola è stata dunque eletta al primo turno di votazione, nonostante le polemiche per le sue posizioni anti-abortiste.
Il testo dell'accordo sottoscritto da Manfred Weber per il Ppe, Iratxe Garcia per S&D e Stéphane Séjourné per Renew è di quattro pagine e otto punti: valori, clima, salute, digitale, economia, sociale, sicurezza, migrazione, affari esteri e istituzioni. Ma manca la parte che è stata davvero oggetto di trattativa: quella sulla spartizione degli incarichi politici e amministrativi. Non è chiaro se i socialisti abbiano ottenuto la testa del segretario generale, Klaus Welle, in cambio del loro voto a Metsola. A quanto ci è stato riferito, il Ppe non ha opposto eccessiva resistenza. Anche perché uno dei possibili sostituti di Welle è un alto funzionario legato ai popolari: lo spagnolo Jaume Duch, attuale portavoce del Parlamento europeo e capo della comunicazione. Un altro nome che circolava nei corridoi è quello del socialdemocratico tedesco Markus Winkler, che era stato assistente e capo-gabinetto dell'ex presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. Abbiamo raccolto anche una voce sul possibile capo-gabinetto di Metsola in caso di elezione. Uno dei favoriti sarebbe l'italiano Alessandro Chiocchetti, che viene dal Ppe, ha lavorato nel gabinetto di Antonio Tajani ed è considerato vicino a Welle.
Erano quattro i candidati per la presidenza del Parlamento europeo. Oltre a Metsola, la svedese Alice Kuhnke per i Verdi, il polacco Kosma Złotowski per i Conservatori e riformatori europei e la spagnola Sira Rego per la Sinistra. Questa mattina alle 9.00, i quattro candidati hanno fatto una breve presentazione.
Come funziona il voto al Parlamento europeo
Il presidente viene eletto a maggioranza assoluta dei voti validi espressi a scrutinio segreto, ossia il 50 per cento più uno. Se nessuno viene eletto entro il terzo turno, i due candidati con il maggior numero di voti al terzo turno procedono a una quarta e ultima votazione, nella quale viene eletto chi ha il maggior numero di voti. Due anni e mezzo fa Sassoli era stato eletto alla seconda votazione, dopo che alcuni deputati popolari e liberali avevano dirottato i loro voti sui candidati dei Verdi e dei Conservatori e riformatori europei.
Dopo l'elezione del presidente toccherà ai vicepresidenti. Ieri si sono moltiplicati i pretendenti del campo sovranista. Il candidato dei Conservatori e riformatori europei dovrebbe essere il lettone Roberts Zile. Il gruppo Identità e democrazia presenterà il nome di Mara Bizzotto. Il Fidesz, che siede nei non-iscritti, ha deciso per una candidatura indipendente: Lívia Járóka, che era già stata vice-presidente quando il partito di Viktor Orbán sedeva nel Ppe. Fuori dal campo sovranista, c'è la candidatura indipendente dell'italiano del Movimento 5 stelle, Fabio Massimo Castaldo. I vicepresidenti sono quattordici. Se si aggiungono i candidati dei Verdi e della Sinistra, almeno tre candidati sovranisti o indipendenti rischiano di rimanere delusi.
In qualità di prima vicepresidente, ieri Metsola ha presieduto la cerimonia di commemorazione di Sassoli. L'elogio funebre di Enrico Letta ha emozionato, così come il discorso del presidente francese Emmanuel Macron. Ci permettiamo di citare un passaggio di Letta: “La cerimonia di venerdì scorso a Roma è stata un inno all'Europa. Anche nel momento finale, David ci ha lasciato una grande eredità. Quel giorno, con quella bandiera europea, quel sentire tante lingue che si intrecciavano, abbiamo tutti sentito davvero che l'Europa non è solo direttive, istituzioni e acronimi. No. L'Europa sono innanzitutto le sue persone, le sue anime, i suoi cuori. Sì abbracci, emozioni, sorrisi”. E un passaggio di Macron: “L'Europa che difendeva è solidale: solidarietà tra i suoi cittadini, come tra i suoi membri. L'Europa che difendeva è forte, della forza dell'unità”. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, non ha potuto partecipare alla cerimonia. Arrivata a Strasburgo, von der Leyen ha scoperto che il suo autista era stato testato positivo al Covid-19 ed è rientrata di corsa a Bruxelles, dove si è messa in auto-isolamento. Qui le parole che von der Leyen non ha potuto dire.
Qui c'è la rubrica EuPorn del 16 dicembre scorso con un ritratto di Roberta Metsola e il racconto delle critiche che le vengono rivolte. Se volete ascoltarlo, andate qui