L'anomalia tedesca
Nel Land dove arriva il Nord Stream 2, c'è una presidente molto filorussa che divide l'Spd
I socialdemocratici si sono accorti di avere due anime: una filorussa e una atlantista. E in queste ore il neo copresidente del partito ha indetto un vertice per trovare un punto di caduta sul gasdotto
Berlino. La scuola, la sanità, e poi la viabilità, i musei e la gestione della giustizia (regionale). Fra le competenze dei 16 Länder tedeschi la politica estera non compare. Eppure fra le capitali regionali non mancano dirigenti con un’agenda diplomatica dissonante da quella del governo centrale. E’ il caso di Manuela Schwesig, presidente socialdemocratica dal 2017 del Meclemburgo-Pomerania anteriore (MV). Il Land orientale guidato da Schwesig è uno dei più periferici: allungato sul Mar Baltico, è il sesto più esteso dei 16 stati federati ma è anche quello meno densamente abitato. Chi può scappa, e chi resta è povero: con 28.590 euro di pil pro capite nel 2020, l’MV è il Land strutturalmente più debole. Pochi possono guidare con successo la Trabant dell’economia tedesca: eppure alle elezioni lo scorso settembre per il rinnovo del Parlamento di Schwerin l’Spd ha fatto un balzo in avanti di nove punti, trainata dalla popolarità della Manuela regionale, forse l’unico leader politico tedesco i cui cartelloni elettorali non riportavano il simbolo del partito. Solo uno slogan: “Die Frau für MV”. “La donna (giusta) per il Meclemburgo”.
Il suo asso nella manica è il Nord Stream 2, il contestato gasdotto russo-tedesco che attraverso i fondali del Baltico rilancia e raddoppia il Nord Stream originario, inaugurato a settembre 2011. Da quando l’ex cancelliere Gerhard Schröder ha concepito il raddoppio del gasdotto, Schwesig ha difeso il progetto con caparbietà, anche quando si trattava di andare contro il governo o il partito. La ragione è ovvia: l’avvio del flusso di oro blu nelle vene di Nord Stream 2, la cui estremità occidentale è a Lubmin in Pomerania, rappresenta l’ultima possibilità per l’MV di agganciare il treno della crescita. Ecco perché nell’aprile del 2018, svela T-Online, Schwesig incontrò privatamente Schröder in un ristorante berlinese nelle ore in cui il ministro degli Esteri Haiko Maas (anche lui della Spd) assumeva toni più duri contro la Russia colpita da sanzioni occidentali per il suo sostegno ai separatisti filorussi del Donbass ucraino.
Mentre Merkel di giorno prendeva le distanze da Mosca, di notte Schwesig ricuciva con Vladimir Putin. La presidente dell’MV ha tentato di tenere nascosto il vertice con l’ex cancelliere diventato il primo lobbista di Gazprom in Germania per poi ammettere con T-Online che si era trattato di “uno scambio personale di vedute”. Chissà se anche il lancio a gennaio 2021 a Schwerin della Fondazione MV per il clima per promuovere la protezione dell’ambiente nella regione attraverso il completamento del Nord Stream 2 sia frutto di un consiglio elargito da Schröder. Malignità della stampa: quale strumento governativo, però, la Fondazione è immune dalle sanzioni contro la Russia.
Con il passare dei mesi Schwesig si è fatta più ardita: se fra il 2017 e il 2021 lavorava dietro le quinte per il completamento del gasdotto, da quando a fine 2021 ha vinto le elezioni, scaricato la Cdu e imbarcato i socialcomunisti, la sua battaglia non conosce più ostacoli a dispetto del peggioramento del clima fra Russia e occidente sull’Ucraina. Va però ricordato che Schwesig è in buona compagnia: in molti nell’est tedesco guardano con benevolenza al Nord Stream 2. E’ con lei il premier Cdu della Sassonia Michael Kretschmer, che lo scorso ottobre definiva Mosca un partner energetico “affidabile e leale” come lo è l’Ost-Auschuss der Deutsche Wirtschaft (il Comitato orientale dell’economia tedesca) il cui presidente Oliver Hermes ha salutato l’arrivo del 2022 auspicando che lo stop “tecnico” al gasdotto dettato dall’Agenzia energetica tedesca lo scorso novembre possa essere superato a breve “e il gasdotto possa entrare in funzione”. A chi gli ha chiesto un giudizio su Frau Schwesig, Hermes ha risposto: “E’ una roccia nella tempesta”. L’Spd del cancelliere Olaf Scholz si è accorta di avere almeno due anime: una filorussa e una atlantista e in queste ore il neo copresidente del partito Lars Klingbeil ha indetto un vertice dell’Spd per trovare un punto di caduta sul Nord Stream 2: da che parte stanno Schwesig e Schröder lo sanno tutti.