Che ci fa l'Olanda con il commissario al MeToo
Le regole: non si fanno commenti sui vestiti. Obiettivo: “La transizione di civiltà”
Da oggi nei Paesi Bassi le regole di convivenza post Metoo saranno decise da un commissario governativo che vigila sui comportamenti trasgressivi e le violenze sessuali. E’ una figura istituzionale inedita, non solo dalle parti di Amsterdam ma anche negli altri paesi europei. La decisione è stata bipartisan, sulla spinta di un ministero a trazione Democraten 66 (Istruzione, salute e scienza, presieduto da Robbert Dijkgraaf) e di un altro targato Appello cristiano-democratico (Affari sociali e occupazione, lo guida Karien van Gennip). Il commissario designato è invece una figura super partes come Mariëtte Hamer: mediatrice esterna per la delicata formazione del quarto governo del premier Mark Rutte, presidente del Consiglio socioeconomico dei Paesi Bassi (Ser) dal 2014 e prima ancora capogruppo dei socialisti del PvdA alla Camera – ora il partito è all’opposizione.
In cosa consiste esattamente l’incarico di Hamer? “Dobbiamo fare di più sullo sviluppo di una cultura sicura nei luoghi di lavoro, in particolare contro gli abusi di potere a sfondo sessuale”, ha spiegato il ministro van Gennip. “Bisogna definire cosa è consono e cosa non lo è”. Esempio: “Quando si incontra una nuova collega per la prima volta non si può farle i complimenti per il vestito che indossa. Finora battute simili sono state passivamente accettate, ma è insostenibile andare avanti così. Hamer è la persona giusta per guidarci in questa transizione di civiltà”.
La svolta è arrivata in seguito a settimane pesanti all’interno dell’opinione pubblica olandese per gli scandali che hanno toccato il mondo dello spettacolo e dello sport. C’è stata la sospensione del programma tv The Voice of Holland, travolto da cinque denunce per soprusi e una ventina di casi accertati di comportamenti trasgressivi dietro le quinte. Quindi è stata la volta del calcio: Marc Overmars, artefice dei miracoli dell’Ajax degli ultimi anni, è stato costretto alle dimissioni da direttore sportivo per molestie sessuali nei confronti di alcune dipendenti. A fine gennaio, centinaia di manifestanti si sono riuniti nell’iconica Museumplein di Amsterdam per dire stop agli abusi e incoraggiare le vittime a uscire allo scoperto. Una normativa più rigida in materia è in via di approvazione, ma non dovrebbe entrare in vigore prima del 2024. Ecco perché, intanto, tocca al commissario. “I cambiamenti culturali non sono mai facili”, ha detto Hamer. “Ma dobbiamo sfruttare questa seconda ondata di MeToo per una soluzione strutturale”. E davvero la soluzione potrà mai essere una grande madre che sorveglia dall’alto? Martedì pomeriggio, il giorno della nomina di Hamer, si è anche dimesso il deputato del PvdA Gijs van Dijk. Per comportamenti sessualmente trasgressivi, capolavoro di tempismo.