Nella crisi della Cnn non si salva nessuno, né i protagonisti né le comparse

Paola Peduzzi

C’entrano il MeToo, Trump, i Cuomo bros, il futuro dei media. E l’assenza di pubblico, soprattutto

Se la Cnn fosse un’emittente solida e promettente; se non fosse in mezzo a un’acquisizione turbolenta e al lancio del progetto più caro all’azienda, Cnn+, il passo dentro allo streaming per prendere le distanze dal business in perdita delle cable tv (nell’ultimo anno, secondo MoffettNathanson, quattro milioni di americani hanno cancellato il loro abbonamento alle tv via cavo); se At&t, che ha la proprietà della Cnn, non avesse 190 miliardi di debiti (alla fine del 2021), forse la crisi di leadership dentro alla gloriosa Cnn sarebbe soltanto una splendida storia di amanti e vendette anche tra amici, e potrebbe persino avere un lieto fine. Invece no: sembra che qui non si possa salvare nessuno. 

 

Jeff Zucker, presidente di Cnn Worldwide e presidente della divisione news e  sport di  WarnerMedia, la sussidiaria di At&t di cui la Cnn fa parte, si è dimesso qualche settimana fa ufficialmente perché non aveva dichiarato di avere una relazione con una sua dipendente, violando così i codici di comportamento previsti dall’azienda. Poveri adulteri discriminati, ha scritto Michele Serra, ora dobbiamo assistere anche all’umiliazione e alla cancellazione di adulti consenzienti: pareva assurdo e infatti lo era, perché questa relazione era soltanto un pretesto. Prima di tutto perché Zucker e Allison Gollust, capo del marketing e della comunicazione della Cnn, erano e sono una coppia per tutti, almeno da quando entrambi hanno divorziato dai relativi consorti in tempi ravvicinati; perché Zucker è amatissimo dalla redazione della Cnn che dirige dal 2013; perché questo manager dalla salute cagionevole ma dallo spirito di ferro è un sopravvissuto in tutti i termini, nonché uno che ha fatto grandi, quando dirigeva l’Nbc, personaggi come Joe Rogan (quello dei podcast complottardi e di notevole successo su Spotify) e lo stesso Donald Trump con la trasmissione “The Apprentice”, salvo poi garantire tre anni di record di pubblico per la Cnn proprio attaccando, ricambiatissimo, Donald Trump.

 

Le regole valgono per tutti, certo, ma era difficile credere che uno come Zucker potesse lasciare il suo incarico in un momento di trasformazione come questo per non aver detto che la sua amante è proprio la persona con cui va a tutte le feste e a tutti gli incontri da anni. Semmai il problema di Zucker è che ha creduto che i suoi rapporti di amicizia sul lavoro, in particolare uno, potessero resistere a qualsiasi disavventura, compresi la crisi aziendale, il crollo degli ascolti da quando Trump non ci intrattiene più quotidianamente con il suo folle palinsesto presidenziale, il MeToo, e il collasso della carriera politica di un governatore. In sintesi: non è l’amore non dichiarato di Zucker ad averlo travolto ma l’amicizia dichiaratissima con Chris Cuomo, il suo conduttore preferito e più di successo, nonché fratello di Andrew Cuomo, governatore di New York che si è dimesso dopo essere stato accusato di molteplici molestie sessuali, e pazienza se nessuna di queste accuse ha retto alla prova di un tribunale, ormai a guidare lo stato di New York è un’altra persona (la sua ex vice, Kathy Hochul).

 

Chris Cuomo è stato accusato di aver aiutato il fratello nella gestione delle denunce di molestie (ne uscivano di continuo, tutti i giorni) e quindi la Cnn ha deciso di sospenderlo. E’ stato Zucker a comunicare a Chris, il suo amico e il suo conduttore di talento cui erano state concesse cose che avevano infastidito molti (come le dirette insieme al fratello governatore durante la prima fase della pandemia, Andrew dal suo ufficio, Chris dal seminterrato di casa sua dove era isolato per via del Covid), la sospensione della sua trasmissione serale. Chris era sconvolto ma Zucker lo aveva rassicurato sulla sanzione temporanea  a tal punto che Cuomo Jr non aveva nemmeno sentito la necessità di rivolgersi a un avvocato. Poi però lo ha fatto. Perché c’era un’altra inchiesta su Cuomo Jr che non riguardava i rapporti con il fratello (e le conseguenze sulle sue trasmissioni) bensì un’accusa di molestie sessuali che lui avrebbe tentato di contenere dedicando parte della sua trasmissione al (nuovo) capo della accusatrice, come a dire: parlo bene di lui, tu puoi dirgli che è merito tuo e lasci cadere le accuse contro di me. Quando Zucker ha saputo, è andato da Cuomo Jr e gli ha detto: questo è troppo persino per me che ti sono amico. La protezione non poteva più essere garantita, Zucker ha licenziato Cuomo, che a quel punto un team di avvocati ce l’aveva eccome, e l’ha scatenato contro la Cnn e contro lo stesso Zucker. E’ così che l’ex presidente della Cnn ha dovuto dichiarare la relazione d’amore con la Gollust non ammessa formalmente prima ed è così che Jason Kilar, ceo di WarnerMedia, ha potuto estromettere Zucker, cosa che tentava di fare da quando era arrivato, nel 2020, senza riuscirci. Anche qui: l’ostilità di Kilar era in bella vista, ma Zucker ha pensato che i suoi rapporti di amicizia sul lavoro avrebbero avuto la meglio sul nemico dichiarato. 

 

Jason Kilar ha quindi vinto? Pare di no. Il dipartimento di Giustizia ha dato il via libera alla fusione di WarnerMedia con un altro colosso del settore: Discovery. Ci sono state molte polemiche, Alexandria Ocasio-Cortez ed Elizabeth Warren, deputate dell’ala più radicale del Partito democratico, hanno denunciato la creazione di un gigante dell’editoria che potrebbe violare le regole dell’Antitrust, ma i regolatori hanno deciso che la nuova azienda, che si chiamerà Warner Bros. Discovery, può nascere, e lo farà ad aprile, con due mesi di anticipo rispetto ai tempi previsti. Ma è un terremoto nel business dell’informazione e dell’entertainment dall’esito incerto dal punto di vista dei profitti e molto gravato dai debiti: un affare da maneggiare con cautela che invece si ritrova in mezzo a una crisi di leadership, ai rivoli del MeToo, alla furia dei Cuomo e a una perdita di pubblico in continuo aumento.

 

Jason Kilar con tutta probabilità non riuscirà a raggiungere il suo obiettivo, quello per cui ha fatto la guerra a Zucker: diventare il capo del colosso dopo la fusione. E Allison Gollust, che era rimasta al suo posto, si è dimessa qualche giorno fa dopo essere stata accusata di aver violato non i codici di comportamento per la sua relazione con il capo, ma le regole sulla gestione dell’informazione, una cosa che lei ha definito, in una dichiarazione durissima, una “rappresaglia” per altri motivi. Anche la Gollust era amica dei Cuomo, anzi di più: aveva lavorato come capo della comunicazione dell’ex governatore. Andrew Cuomo aveva deciso di assumerla dopo che la Gollust aveva organizzato una festa da sogno agli Hamptons, proprio quella che desiderava l’allora compagna dello stesso Cuomo. 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi