Perché sono sempre di più i lepenisti che passano con Zemmour?
Dopo gli eurodeputati Jérôme Rivière, Gilbert Collard e Maxette Pirbakas, Nicolas Bay è l’ultimo e rilevante politico ad abbandonare il progetto Rn. E la prossima potrebbe essere la nipote della Le Pen
Parigi. Il Rassemblement national “assomiglia più a una setta che a un partito maturo”, ha detto ieri a BfmTv Nicolas Bay, l’ultimo disertore della formazione di Marine Le Pen passato con Éric Zemmour, il candidato di Reconquête! alle presidenziali francesi. Bay ha fatto di tutto per farsi cacciare dal partito: da portavoce del Rn, ha sempre strizzato l’occhio a Zemmour, dicendo che non bisognava trattarlo come un “nemico”, e secondo quanto riferito dall’entourage della Le Pen avrebbe persino “trasmesso una serie di elementi strategici e confidenziali” al rivale sovranista. “Accuse infondate”, grida lui, ma intanto, in un’intervista al Figaro, fa capire di aver già voltato pagina. “Ho deciso di impegnarmi a tempo pieno nella campagna per le presidenziali di Zemmour, perché credo profondamente nella sua candidatura, nel suo progetto e nella sua strategia”, ha dichiarato al quotidiano conservatore, sottolineando che sempre più eletti, militanti e elettori del Rn non voteranno più per Marine Le Pen “e si stanno riorientando verso Zemmour”.
Dopo gli eurodeputati Jérôme Rivière, Gilbert Collard e Maxette Pirbakas, Bay è l’ultimo e rilevante politico ad abbandonare il progetto Rn: una diaspora che i fedelissimi di Marine Le Pen cercano di minimizzare. “Non è un’emorragia”, ha affermato Jordan Bardella, presidente ad interim del Rassemblement national. “Sono solo una decina di eletti. A livello locale, ne abbiamo più di mille che operano sul campo”, ha aggiunto il delfino di Marine. Ma secondo alcuni zemmouriani, anche una parte di questi eletti, nei prossimi giorni, seguirà i passi di Bay & Co.
Le prime crepe nel partito lepenista sono apparse a novembre, quando Jean Messiha, l’intellò del Rn e fondatore del pensatoio Institut Apollon, ha accusato la Le Pen di essere diventata buonista e troppo moderata, di essere più impegnata a fare le foto con i suoi gatti su Instagram che a occuparsi dei veri problemi della Francia, a partire dall’islamizzazione. Il 14 gennaio, Messiha è diventato il portavoce della campagna di Zemmour, spiegando che solo l’ex giornalista del Figaro può garantire “l’unione delle destre”, delle classi popolari e della borghesia conservatrice, l’unica speranza per conquistare l’Eliseo. Il 20 gennaio, ha lasciato il partito anche Damien Rieu. Figura centrale delle reti identitarie francesi e agit-prop del sovranismo sui social, Rieu ha lavorato per anni come assistente parlamentare dell’eurodeputato Philippe Olivier, membro della cerchia ristretta di Marine. “Ma i risultati del Rn non migliorano, anzi peggiorano”, ha scritto in un tweet, prima di annunciare il suo engagement per “la battaglia delle idee” condotta da Zemmour.
La scorsa settimana, c’è stato anche il primo tradimento da parte di un senatore del Rn: Stéphane Ravier. Dopo 30 anni in seno alla formazione sovranista, il consigliere comunale di Marsiglia ha deciso di aderire a Reconquête! per ritrovare quelle idee che “Marine Le Pen non difende più”. E Marion Maréchal? Il suo endorsement a favore di Zemmour potrebbe essere imminente secondo molti. “E’ già scritto”, assicura l’eurodeputato del Rn Jean-Lin Lacapelle, “è soltanto una questione di tempo, implicitamente lo ha già detto”. Il riferimento è a un’intervista al Parisien di un mese fa, dove la nipote di Marine Le Pen ha scaricato la zia, facendo intendere che se sosterrà ufficialmente qualcuno alle prossime presidenziali quel qualcuno sarà Zemmour.
A solleticare i desideri di chi, a destra, sogna un ticket Zemmour-Marion Maréchal, ha contribuito ieri un’intervista a Elle dello stesso candidato di Reconquête!, che ha lanciato l’idea di nominare la giovane conservatrice primo ministro in caso di elezione all’Eliseo il prossimo 24 aprile. “Ma soltanto se mi sosterrà, se farà campagna per me”, ha precisato Zemmour. Nello stesso colloquio, sollecitato sul ruolo che avranno le donne nel suo ipotetico governo, ha risposto così: “Nel mio esecutivo, ci saranno naturalmente delle donne. Potrebbero persino essere più degli uomini!”. Il 1° febbraio, si è unita a Zemmour Maxette Pirbakas, ex eurodeputata dell’Rn originaria della Guadalupa, che alcuni già vedono come futura ministra dei Territori d’Oltremare. “Il Rassemblement national non è un partito politico, è un clan”, ha detto, riservando invece parole al miele per Zemmour: “Mi ritrovo in lui, è una persona affabile”.
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