Crisi in Ucraina, l'Ue annuncia sanzioni contro la Russia
Dopo la decisione di Vladimir Putin di riconoscere le due autoproclamate repubbliche popolari del Donbass i ventisette sono pronti a svelare il pacchetto di misure "senza precenti". I tempi e le incognite
I ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno deciso di non ascoltare l’appello lanciato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, di adottare subito una serie di sanzioni contro la Russia o almeno rendere pubblica la lista di misure restrittive in caso di ulteriore aggressione all’Ucraina. Ma la decisione di Vladimir Putin di riconoscere le due autoproclamate repubbliche popolari del Donbass ha spinto la commissione ad annunciare delle misure sanzionatorie individuali e limitate. Il dilemma resta. Il riconoscimento è un atto sufficientemente grave da giustificare sanzioni massicce? Oppure è meglio aspettare che i soldati russi mettano piede in Ucraina? E cosa succederà se si limiteranno a un intervento nelle zone controllate dai ribelli pro russi nel Donbass, senza superare l’attuale linea del fronte? Una risposta non è stata data dai ministri degli Esteri dell’Ue. “Sicuramente se c’è annessione ci saranno sanzioni”, ha detto l’Alto rappresentante, Josep Borrell, poco prima che Putin annunciasse la decisione di riconoscere le due repubbliche auto-proclamate del Donbass: “Se ci sarà un riconoscimento metterò sanzioni sul tavolo e i ministri decideranno”. Tradotto dal linguaggio diplomatico: non è certo che l’Ue trovi l’unanimità dei 27 stati membri necessaria al via libera, se la Russia si limiterà al riconoscimento. Inoltre, il pacchetto preparato dalla Commissione potrebbe essere smembrato per adottare misure più leggere e tenere viva la speranza diplomatica. Il pacchetto ha “delle componenti che possono essere adottate a diversi livelli a seconda del tipo di aggressione”, ha spiegato Borrell.
Sabato, alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Zelensky aveva chiesto all’Ue di adottare misure preventive. “Non abbiamo bisogno delle vostre sanzioni dopo che ci saranno stati i bombardamenti o dopo che il nostro paese sarà colpito o dopo che non avremo più frontiere, o dopo che non avremo alcuna economia”, aveva detto Zelensky. Il suo ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, lunedì era a Bruxelles e ha portato lo stesso messaggio. “Ci aspettiamo decisioni. Ci sono un sacco di decisioni che l’Ue può prendere subito per mandare segnali alla Russia sul fatto che l’escalation non sarà tollerata e che l’Ucraina non sarà lasciata da sola”. Per esempio? “Imporre alcune delle sanzioni ora per dimostrare che l’Ue non si limita a parlare, ma agisce”, ha detto Kuleba. Anche i paesi del Baltico erano sulla stessa linea. “Non dobbiamo aspettare per un attacco militare”, ha spiegato il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis: “L’Ucraina è già sotto attacco, prima di tutto economicamente” e poi con “la campagna terrorista di un paese circondato da un esercito straniero”. In tutta risposta i suoi colleghi europei hanno concordato misure solamente simboliche: l’invio di una mini missione di addestramento militare dell’Ue in Ucraina e l'idea di una riunione del Consiglio Affari esteri a Kiev.
L’Ue non è pronta a imboccare subito la strada delle sanzioni contro Putin. Svelare il pacchetto di sanzioni che viene classificato dai leader dell’Ue come “senza precedenti”, “severo” o “devastante” significherebbe mostrare le proprie carte, comprese le debolezze in settori sensibili come quelli finanziario e energetico. Inoltre – secondo alcuni stati membri tra cui Francia e Germania – adottare sanzioni prima che ci sia un attacco significherebbe scoraggiare la Russia dall’imboccare la strada diplomatica per uscire dalla crisi. Ma al di là della strategia della deterrenza, tra i 27 ci sono ancora delle divergenze su quale debba essere il “trigger”, l’evento che innesca la risposta dell’Ue. La coreografia è già decisa. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, convocherà un vertice straordinario dei capi di stato e di governo per dare il via libera politico. Borrell farà lo stesso con i ministri degli Esteri per approvare formalmente le sanzioni. Il tutto dovrebbe avvenire in pochi giorni.
La decisione di Putin sul riconoscimento mette in crisi il calendario e la sceneggiatura preparati dall’Ue, che lunedì mattina era convinta di poter guadagnare altro tempo grazie alla mediazione di Emmanuel Macron per un vertice faccia a faccia tra Joe Biden e Vladimir Putin. In teoria Borrell dovrebbe fare quanto promesso e proporre il pacchetto di sanzioni. Grazie a un’iniziativa dei Baltici, i ventisette sembrano essere d’accordo sulla necessità di punire anche la Bielorussia. “Se c’è partecipazione delle istituzioni o del territorio bielorusso (...), la Bielorussia dovrà essere sanzionata sullo stesso livello della Russia”, ha detto Borrell.
L'editoriale dell'elefantino