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I russi che sfidano Putin e scendono in piazza contro la guerra. Oltre 1.800 arresti
Da Mosca a San Pietroburgo, manifestazioni contro l'invasione ucraina in più di 50 città, Violenta la repressione. E in attesa delle sanzioni, si protesta in tutto il mondo, davanti alle ambasciate, chiedendo alla Russia una de-escalation
San Pietroburgo (LaPresse)
Montreal, Canada (LaPresse)
Beirut, Libano (LaPresse)
Sofia, Bulgaria (LaPresse)
Tallin, Estonia. La manifestazione davanti all'ambasciata russa
I monumenti illuminati con i colori dell'Ucraina (Ansa)
Napoli (Ansa)
Berlino, Germania (LaPresse)
Arresti a San Pietroburgo (LaPresse)
Berlino (LaPresse)
Atene, Grecia (LaPresse)
Manifestazione a Mosca (LaPresse)
Sono scesi in piazza a Mosca, San Pietroburgo e in almeno un'altra cinquantina di città: c'è una parte della popolazione russa che ha deciso di sfidare Vladimir Putin e protestare contro l'invasione Ucraina. Nonostante gli avvertimenti ufficiali del Cremlino, le minacce penali - fino al carcere - in centinaia hanno manifestato al grido: “No alla guerra”.
E su di loro, si è abbattuta la repressione del governo russo, gli arresti sarebbero più di un migliaio secondo le principali agenzie internazionali. Una stima che arriva a 1.817, almeno, secondo l'Ong Ovd-Info che riporta sul suo sito i luoghi e i nomi delle persone in stato di fermo.
Di questi, circa mille sarebbero stati arrestati a Mosca, detenuti per almeno una notte. Era probabilmente dai tempi del ritorno di Navalny in Russia - e dell'arresto - nel gennaio 2021 che non si vedevano proteste di questo tenore dalle parti di Putin. E anche allora la repressione fu molto violenta. Proprio per questo la manifestazioni di ieri, che aprono un primo squarcio nell'opinione pubblica, assumono un forte significato. Perché se c'è un sentimento proprio a tanti russi in questa fase è proprio la paura di Vladimir Putin e delle sue ritorsioni. I rischi e le sanzioni sono spropositati, anche per i semplici post sui social. E d'altra parte in questi anni sono tanti i russi che hanno dovuto lasciare il paese.
Intanto Zelensky, il presidente ucraino che ieri ha annunciato la mobilitazione generale per difendere il territorio, continua a denunciare l'isolamento del proprio paese dinanzi alla minaccia russa, invocando un reale supporto da parte delle potenze occidentali nel fermare l'escalation. L'Ucraina chiede la solidarietà e la pace, le stesse istanze che ieri sono state rappresentate nelle piazze di tante città da semplici cittadini.
Da New York a Tokyo, fino a Berlino, Parigi, Amsterdam, Montreal - solo per citarne alcune - in tanti si sono uniti agli ucraini emigrati scandendo ed esponendo messaggi contro Vladimir Putin. Nella serata di ieri poi, tante istituzioni, in Europa e non solo, hanno deciso di colorare i monumenti di giallo e blu. Un passo simbolico, in attesa che le sanzioni imposte alla Russia sortiscano, forse, i primi effetti.