il fronte europeo
Finanza, energia, trasporti: ecco le ultime sanzioni Ue contro Mosca. Non saranno le ultime
Il secondo pacchetto di misure restrittive è il più duro che sia mai stato adottato per cercare di fermare Putin. Sarà approvato oggi, ma servirà di più. Michel ha annunciato che l'Unione europea sta già lavorando "con urgenza" al prossimo pacchetto
Bruxelles. Il secondo pacchetto di sanzioni dell'Unione europea contro la Russia è il più duro che sia mai stato adottato per cercare di fermare Vladimir Putin, ma non sarà sufficiente per convincerlo a fermarsi perché gli europei non sono ancora pronti a pagare il prezzo necessario per infliggere al presidente russo danni devastanti. Dopo aver parlato con Volorymyr Zelensky, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha annunciato che l'Ue sta lavorando a un terzo pacchetto di sanzioni. “Un ulteriore pacchetto viene preparato con urgenza”, ha detto Michel. Il secondo pacchetto che sarà formalmente approvato oggi dai ministri degli Esteri “è molto importante, molto efficace, ma non l'ultimo”, ha detto il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni. L'esclusione della Russia da Swift torna sul tavolo. Germania, Italia, Austria, Lussemburgo e Cipro hanno reso impossibile usare quest'arma nel secondo pacchetto di sanzioni. La realtà militare sul terreno, con la minaccia diretta russa di decapitare il governo Zelensky, costringe gli europei a tornare a rivedere le misure punitive contro Putin. “Quello che è in gioco è la difesa dei nostri valori. La difesa dei nostri valori, della libertà e della sovranità dei popoli, ha un prezzo. Ci porta a prendere delle decisioni politiche ed economiche difficili. Ma quei valori, la libertà, la difesa della sovranità, la protezione dell'indipendenza dei popoli, non hanno prezzo”, ha detto il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire.
Il Foglio ha ottenuto il documento che contiene le misure contenute nel secondo pacchetto di sanzioni dell'Ue preparato dalla Commissione. La volontà è “imporre costi severi e immediati alla Russia in risposta alla scelta di Putin di guerra contro l'Ucraina”. Il settore finanziario è il bersaglio principale. Due banche (Alfa Bank e Bank Otkritie) saranno aggiunte alla lista nera dell'Ue che impedisce agli istituti di credito di rifinanziarsi in Europa. Le società pubbliche russe non potranno più fare nuovi collocamenti di azioni nelle borse europee. Ci sarà un divieto di fare prestiti o acquisire titoli di diverse compagnie pubbliche che operano nelle infrastrutture, nella difesa, nella cantieristica (Almaz-Antey, Kamaz, Novorossiysk Comercial Sea Port, Rostec, Russian Railsays, Sevmash, Sovcomflot e United Shipbuilding Corporation). Per colpire gli oligarchi, le nache europee non potranno più accettare nuovi depositi di individui o entà di nazionalistà russa o residente in Russia per un valore superiore ai 100 mila euro (la Commissione spera di convincere anche la Svizzera). I sistema di deposito accentrato (in inglese Central Securities Depository o Csd) non potranno più avere conti di clienti russi, vietando di fatto gli investimenti nei titoli europei. I cittadini e le entità russe non potranno comprare nemmeno titoli obbligazionari denominati in euro.
Nel settore energetico, l'Ue vieterà le esportazioni di materiale e tecnologie necessari per ammodernare le raffinerie di petrolio russe e adattarle allo standard Euro-6. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha spiegato che senza i fornitori dell'Ue non sarà possibile per la Russia ristrutturare le raffinerie da cui dipendono esportazioni per 24 miliardi di euro verso l'Ue. Nel settore dei trasporti a essere colpita è l'aeronautica: l'Ue introdurrà un divieto di esportare, vendere, fornire o trasferire aeromobili, parti di aeromobili o materiale per la riparazione e il manutenzione dei velivoli. Le misure si applicano anche ai servizi finanziari per il settore e il leasing di aeromobili. Un altro divieto di esportazione riguarda i beni a uso duale, che possono essere usati sia per il settore civile che per quello militare. Di fatto i controlli sulle esportazioni si applicheranno ai beni e alle tecnologie destinati anche ai destinatari non militari. Sui visti, l'Ue sospenderà le facilitazioni per i diplomatici e chi detiene passaporti di servizio, anche se ci vorrà un po' di tempo per metterlo in pratica.
I ministri degli Esteri dell'Ue decideranno anche un ulteriore allargamento della lista nera per congelare i beni e vietare i viaggi dei funzionari e degli oligarchi vicini al Cremlino. Saranno aggiunti i membri della Duma che non erano stati inseriti nel primo pacchetto mirato sul riconoscimento del Donbas, diversi membri del Consiglio di sicurezza nazionale e funzionari bielorussi che hanno facilitato l'invasione dell'Ucraina. La Commissione, inoltre, presenterà una proposta per ampliare i criteri giuridici che permettono di sanzionare gli individui al fine di includere un numero maggiore di oligarchi. Nel Consiglio europeo di ieri, i leader hanno discusso della possibilità di inserire nella lista nera Putin e il suo ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. “C'era consenso che dovrebbero essere sulla lista, ma dobbiamo valutare molto chiaramente cosa significhi in termini di tenere aperto un canale con questi due tizi in futuro” in caso di riapertura del dialogo, ha detto il premier olandese, Mark Rutte. E' il solito dilemma europeo. La paura di farsi del male con la forza delle sanzioni diplomatiche o economiche.
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