Il piromane russo
Sanzioni, sostegno militare e intelligence. Un'ex spia americana a Mosca ci spiega la formula
Che cosa vuole davvero Vladimir Putin? Tutti i fraintendimenti del passato, la strategia di oggi e il terreno su cui non si potrà più ritrovarsi
Che cosa vuole davvero Vladimir Putin? La domanda è sulle copertine dei giornali internazionali, gli esperti rispondono, ognuno con la propria sfumatura, ma la retorica sulle varie convenienze del presidente russo è finita: vuole riprendersi quello che considera “un semistato”, l’Ucraina, e mettere qualcuno di suo gradimento al potere. Semmai la domanda è: riusciremo a fermarlo? “Gli Stati Uniti hanno frainteso Putin per anni – dice John Sipher, che ha lavorato alla Cia per ventotto anni, ha guidato le operazioni dei servizi americani in Russia ed è stato molto tempo a Mosca – Putin è impegnato in una guerra politica contro gli Stati Uniti e contro l’occidente, ma i diversi governi americani hanno pensato di poter ragionare con lui, e così non sono riusciti a contenere le sue azioni. Nel 2022, ci è chiaro che Putin non cambierà, ma era stato stabilito un format nelle relazioni con Mosca, e il presidente russo era convinto di ‘get away with anything’”, di restare per sempre impunito.
Come biasimarlo? Ha annesso la Crimea e sono state introdotte sanzioni-solletico, ha utilizzato un gas nervino sul territorio inglese e sono state introdotte sanzioni-solletico, ha avvelenato il suo principale oppositore, Alexei Navalny e sono state introdotte sanzioni-solletico. “Putin è convinto che gli Stati Uniti e l’occidente siano deboli, specialmente dopo la débâcle in Afghanistan e le tremende divisioni politiche dell’America, come abbiamo visto tutti il 6 gennaio del 2021”, dice Sipher.
Questa spia dall’aria gentile ammette di essere rimasto comunque sorpreso dal discorso con cui Putin ha dato il via all’invasione russa: ora tutti dicono che era evidente che fosse tutto premeditato, ma insomma, fino all’altro giorno se dicevi “Putin invade”, nella migliore delle ipotesi ti rispondevano che era l’occidente a provocare il presidente russo continuando a dire “istericamente” che la guerra è imminente. Sipher è rimasto sorpreso perché “da anni il presidente russo usa menzogne e bugie” come strumenti politici, ma “ci vedevo il suo opportunismo”: mentire per ottenere uno scopo. “Ora Putin si è costruito una sua realtà”, dice Sipher, “ci crede veramente, e questo rende inutile ogni negoziato: il pompiere e il piromane non possono trovare un terreno in comune, no?”.
Certo, si potrebbe togliere il fuoco al piromane, o far sì che si scotti e si bruci pure lui. Le sanzioni sono un pezzetto, il sostegno militare è un secondo pezzetto, e poi c’è l’intelligence: la guerra dell’informazione deve continuare, soprattutto adesso che dai piani di invasione si è passati ai bombardamenti. “La Russia è uno degli ambienti più difficili per raccogliere informazioni – racconta Sipher – I servizi segreti russi sono competenti, professionali, enormi e per loro natura complottisti. Investono risorse massicce per fermare i diplomatici stranieri e i servizi stranieri. Trovare e gestire spie in un ambiente così sorvegliato è difficile e pericoloso. L’America si è quindi data all’open source, come il sito Bellingcat”, un mix di molte fonti che ha ampliato molto la capacità di raccogliere informazioni. Chi ha introdotto questo metodo? “Certamente il fatto che a capo della Cia ci sia William Burns ha dato una svolta: è un diplomatico e capisce molto bene la Russia”.
Resta la discrepanza di tempi e di modalità tra la Russia veloce con carri armati e bombe e l’occidente che lavora a uno stritolamento economico e informativo i cui effetti si vedranno nel tempo. I più fiduciosi ricordano che la pazienza strategica è dei vincitori: bisogna potersela permettere.
L'editoriale del direttore