Vicino alla capitale
Nella battaglia di Bucha con il riservista che respinge i russi
A 45 minuti di auto da Kyiv c'è un fronte in cui si combatte molto, con alterne vicende. Le ultime sono a favore degli ucraini, e chi sta facendo la guerra ci racconta cosa succede
Un elicottero Mi-24 russo sorvola la zona, un carro armato spara cannonate su un palazzo di nove piani che prende fuoco (i civili che ci abitano si trovano lì, ma sono già scesi nelle cantine da ore), i russi usano anche lanciarazzi multipli e poi bucano altri edifici a colpi di mortaio facendo dei fori grandi come una lavatrice. Alle nove della mattina di ieri si vedevano carri armati e soldati sfilare prima su una strada sterrata in mezzo al bosco e poi dentro al centro abitato.
Tutto questo succede a Bucha, un sobborgo a nord-ovest di Kyiv che si trova a soli quarantacinque minuti d’automobile da Maidan, il centro della capitale. A Bucha va in scena “il più intenso dei combattimenti per respingere l’avanzata dei russi su Kyiv nella quarta giornata di guerra dall’inizio dell’invasione e in questo momento si tratta del fronte che ci preoccupa di più”, dice al Foglio un colonnello della Difesa ucraina alle undici di mattina. Mentre si combatte, sui gruppi Telegram della resistenza circola un avviso per le donne e gli anziani del villaggio.
Il messaggio dice: “Alcuni uomini busseranno alle vostre porte per dirvi che ci sono dei pullman che vi aspettano per l’evacuazione. Non siamo noi, sono i russi: è una trappola. Vogliono usarvi come arma di ricatto per farci cedere a Bucha, rimanete nei bunker e non parlate con nessuno”. Poche ore dopo si capisce che l’evacuazione degli abitanti non era necessaria, perché i soldati ucraini riescono a ribaltare la situazione a proprio favore e, adesso, a proteggere i civili ci pensano loro.
Quei carri leggeri che hanno sparato sugli appartamenti erano arrivati con gli aerei da trasporto russi all’aeroporto di Hostomel, che si trova a tre chilometri e mezzo. La strategia dei russi doveva essere quella di occupare gli aeroporti civili e militari intorno alla città e portarci uomini e mezzi con i cargo per poi procedere all’avanzata via terra da più direttrici contemporaneamente. Se ogni giorno e soprattutto ogni notte i bombardamenti aerei continuano, si attivano le sirene e da quando fa buio fino all’alba tutti devono spostarsi nei rifugi sotterranei, i tentativi dei russi per l’avanzata di terra su Kyiv al momento non sembrano funzionare.
Alle tre di pomeriggio a Bucha una colonna di blindati viene neutralizzata dagli ucraini, che poi nella stessa zona fanno strage di decine di soldati ceceni con i droni. I combattenti ucraini a quel punto sono galvanizzati, ci dice Alex Berezny dal fronte di Bucha: “I russi sono frustrati e anche un po’ storditi. Sono più di noi, hanno più tecnologia e hanno fatto più pratica, ma anche oggi non sono riusciti ad avanzare. Se andiamo avanti così, li tiriamo scemi. Qui non si fanno previsioni, si spara e si prega, però un primo risultato lo abbiamo già raggiunto: l’inizio di una guerra è importante soprattutto per il fattore psicologico. Noi abbiamo dimostrato di essere più forti di quanto tutti si aspettassero, e loro più deboli del previsto. Gli abbiamo fatto saltare i piani, e avere il nemico confuso e stupito è già un vantaggio”.
Anche se i tentativi dei russi non si fermeranno certo qui e i loro mezzi dalla Bielorussia continuano ad arrivare, la sensazione tra i soldati ucraini è che qualcosa nella strategia del nemico si sia inceppato: dovrà trovarne un’altra e questo potrebbe dare agli ucraini un vantaggio temporale.
Mezz’ora dopo arriva un altro messaggio da Berezny: “Questa la devi sentire. I russi hanno scambiato un monumento militare per un nostro veicolo corazzato. Gli sparano contro da otto minuti e non hanno ancora capito che è finto”. Tanto basta per mandare a riposo con il morale alto lui e i suoi compagni.
A Bucha ieri i russi sono stati respinti, ma se le loro difficoltà a sfondare la resistenza ucraina schierata sul “raccordo anulare” intorno a Kyiv sono una buona notizia, possono anche essere il presagio di un disastro. Non è vero che i russi non attaccano i civili, lo hanno fatto fin dal primo giorno bombardando un complesso di appartamenti nella città di Kharkiv, ma è vero che vorrebbero operazioni militari il più possibile chirurgiche lavorando contemporaneamente alla decapitazione del governo di Kyiv. Se questa strategia venisse abbandonata perché nel centro della capitale e fin sotto i palazzi del potere al momento non riescono a entrare (e se le trattative diplomatiche non portassero a nulla), la paura a Kyiv è che il piano B sia oscurare la rete internet e cominciare con i bombardamenti a tappeto.