Così perde pezzi l'alleanza putiniana
Il voto all'Assemblea generale dell'Onu è la nuova geografia di una Russia sempre più isolata dopo l'invasione dell'Ucraina
L'assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione contro l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Dopo due giorni di discussione e di dialogo durante la decima sessione straordinaria d'urgenza convocata dal Consiglio di sicurezza sin dal 1950, il voto di oggi rappresenta la nuova geografia del nuovo mondo dopo la guerra di Putin. Su 193 membri, centoquarantuno paesi hanno votato a favore della risoluzione, ma sono ancora trentacinque i paesi che si sono astenuti. I cinque paesi che hanno votato contro la risoluzione che condanna la Russia sono i prevedibili alleati di Mosca: oltre alla Russia, la Bielorussia, la Corea del nord, l'Eritrea e la Siria. La Cina, come ha fatto sin da venerdì durante la riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell'Onu, si è astenuta, e la sua posizione è coerente con quanto espresso finora dai funzionari cinesi: della guerra tra Russia e Ucraina si devono occupare solo la Russia e Ucraina. (Leggi qui)
Però ci sono alcune importanti evoluzioni: Cuba, che l'altro ieri aveva votato contro il dibattito d'emergenza sull'Ucraina al Consiglio dei diritti umani dell’Onu, oggi si è astenuta. Il Venezuela, che aveva votato contro lo stesso dibattito, non si è presentata al voto. La Serbia, storica alleata della Russia, ha votato a favore della risoluzione. Ma a essere interessante è soprattutto la posizione degli Emirati arabi uniti, che venerdì si erano astenuti (come l'India) al Consiglio di sicurezza e oggi hanno votato a favore della risoluzione. E' come se la grande alleanza putiniana stia perdendo pezzi, man mano che va avanti la sua guerra all'Ucraina di cui evidentemente nessuno – neppure i suoi partner più vicini, come la Cina – riescono a capire chiaramente gli obiettivi.
Il prossimo appuntamento di discussione è domani, con la sessione d'emergenza sull'Ucraina del Consiglio dei diritti umani, che potrebbe finire con un'altra risoluzione di condanna contro la Russia oppure addirittura la creazione di una commissione d'inchiesta sui crimini di Putin.