Foto LaPresse / Virginia Mayo 

Quali altre sanzioni può mettere l'Ue se Putin non si ferma

David Carretta

Potrebbe esserci la necessità di restrizioni sempre più dure. Una decisione europea per colpire il gas e il petrolio della Russia, anche se per ora non è sul tavolo, non è esclusa

L’Unione europea ha intenzione di fare “una guerra economica e finanziaria totale alla Russia”, ha detto martedì il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, alla vigilia dell’adozione del quarto pacchetto di sanzioni contro la guerra di Vladimir Putin. L’Ecofin di oggi dovrebbe dare il via libera alla disconnessione di diverse grandi banche russe dal sistema di pagamenti internazionali Swift. I tre precedenti pacchetti stanno già infliggendo gravi danni. La borsa di Mosca non ha riaperto. Il rublo ha perso il 30 per cento del suo valore. La Banca centrale russa ha aumento i tassi di interessi al 20 per cento. La Russia ha reagito vietando i trasferimenti in valuta straniera e obbligando gli esportatori russi a convertire i loro ricavi in rubli. Diversi grandi gruppi occidentali hanno annunciato che venderanno le loro quote nelle joint venture in Russia. Nel settore energetico hanno iniziato Bp e Shell disinvestendo da Yukos e Gazprom, mentre la francese Total martedì ha annunciato la cancellazione di tutti i nuovi investimenti. Il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, ha risposto con un decreto per introdurre restrizioni all’uscita da attività russe. Alcuni oligarchi hanno iniziato a prendere le distanze dalla guerra di Putin. L’esclusione di diverse banche russe da Swift può avere un impatto devastante.

 

“Avrà un impatto globale, non solo europeo”, spiegano al Foglio fonti di Bercy (il ministero delle Finanze francese). Di fatto, potrebbe portare a un blocco di gran parte delle relazioni commerciali con la Russia. “Provocheremo il tracollo dell’economia russa”, ha promesso Le Maire. All’Ecofin si discuterà anche di nuovi nomi di oligarchi da inserire nella lista nera dell’Ue. Ma in pochi scommettono che questo basterà a fermare Putin. L’Ue potrebbe essere costretta ad adottare un quinto, un sesto e un settimo pacchetto di sanzioni sempre più dure. Una decisione europea per colpire il gas e il petrolio della Russia, anche se per ora non è sul tavolo, non è esclusa.

  

Dopo le esitazioni delle scorse settimane, l’Italia si è schierata risolutamente nel campo dei paesi che sostengono la linea dura con Putin. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Senato ha elencato una serie di misure restrittive che potrebbero finire nel quinto pacchetto di sanzioni: un registro internazionale pubblico degli oligarchi con un patrimonio superiore ai 10 milioni di euro, intensificare la pressione sulla Banca centrale russa e chiedere alla Banca dei Regolamenti Internazionali di partecipare alle sanzioni. Lunedì c’è stata una riunione informale tra i ministri delle Finanze di Francia, Germania, Italia e Paesi Bassi con la presidente della Bce, Christine Lagarde, e quello dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, per discutere dei pacchetti esistenti e di misure complementari. Martedì c’è stata un incontro a livello di G7 per coordinarsi sulle modalità pratiche di messa in opera delle misure. C’è la necessità di “coordinamento tecnico per assicurarsi che i russi non possano aggirare le sanzioni già adottate adottate”, spiegano le fonti di Bercy. Ma gli occidentali sono pronti a “un nuovo rafforzamento delle sanzioni”, ha avvertito Le Maire.

  

Il blocco delle importazioni di gas e petrolio dalla Russia rimane un tabù a causa delle conseguenze energetiche per l’Ue. Secondo le indiscrezioni dell’Ansa, Gazprombank non dovrebbe essere inserita tra le banche tagliate fuori da Swift: i paesi europei vogliono continuare a pagare le forniture. “Cerchiamo sanzioni che abbiano il massimo effetto sulla Russia con il minimo impatto sull'Europa”, dicono le fonti di Bercy. Tra i ministri delle Finanze c’è consenso sul fatto che una decisione che tocchi il livello di dipendenza energetica degli stati membri debba essere adottata a livello di capi di stato e di governo. “Sulle sanzioni al settore energia se una decisione ci sarà, sarà non all’Ecofin, ma al Consiglio europeo. Questo per il momento non è sul tavolo. Se la posizione dovesse evolvere, sarà forzatamente in quadro europeo”, spiegano le fonti di Bercy. 

 
Nel frattempo, l’Ue si sta preparando alle controsanzioni di Putin e alla nuova sfida per la sua sicurezza. Compensazioni per i settori colpiti, interventi pubblici per attutire l’incremento dei prezzi, aumento della spesa per la difesa: oggi la Commissione presenterà le linee guida per la politica fiscale nel 2023. I dati sulla ripresa difficilmente giustificherebbero di prolungare la sospensione del Patto di stabilità e crescita. Ma il ritorno alla normalità non ci sarà.

Di più su questi argomenti: