Contro la guerra
L'Europa si reinventa ancora una volta per fermare Putin
L'Ue deve fare un altro passo in avanti per proteggersi dalle conseguenze economiche del conflitto. Gli incontri della settimana, la crisi energetica, l'accoglienza dei rifugiati e il referendum in Danimarca
Dodici giorni di guerra di Vladimir Putin contro l'Ucraina hanno spinto l'Unione europea a reinventarsi, e siamo solo all'inizio. Dopo l'adozione di una serie di sanzioni senza precedenti, che hanno come obiettivo di mettere in ginocchio l'economia russa, e dopo la decisione di concedere per la prima volta la protezione temporanea agli ucraini che fuggono dalle bombe di Putin, l'Ue ora è chiamata a compiere un altro balzo in avanti per proteggersi dalle conseguenze economiche del conflitto.
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha definito l'Ucraina un “muro di difesa per proteggere i valori” della democrazia, della libertà e dello stato di diritto. “L'Ue non abbandonerà l'Ucraina perché abbandonare l'Ucraina significherebbe abbandonare i valori europei”, ha detto Michel in un'intervista a France Inter. Tuttavia la guerra è destinata ad aggravarsi nei prossimi giorni. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha avuto una conversazione telefonica di un'ora e quarantacinque minuti con il suo omologo russo, Vladimir Putin. Secondo Macron, “l'ora è grave” e Putin è “molto determinato”. Il presidente russo avrebbe detto che raggiungerà i suoi obiettivi “con i negoziati, o con la guerra”, ha fatto sapere l'Eliseo. Ma, di fatto, Putin chiede la capitolazione dell'Ucraina prima di discutere soluzioni diplomatiche.
Il presidente russo ha lanciato due avvertimenti nel fine settimana, che potrebbero prefigurare l'allargamento della guerra in Ucraina ad alcuni stati membri dell'Ue. Le sanzioni “sono simili a una dichiarazione di guerra”, ha detto Putin. La seconda minaccia è arrivata ieri per bocca del portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konachenkov, che ha accusato la Romania di ospitare aerei ucraini. L'utilizzo di aeroporti come "basi per aerei militari ucraini e il loro utilizzo conseguente contro le forze armate russe potrebbero essere considerati come un'implicazione di questi paesi nel conflitto armato", ha detto Konachenkov.
Giovedì e venerdì si terrà un vertice dei capi di stato e di governo a Versailles. Inizialmente, nelle intenzioni di Emmanuel Macron, l'appuntamento doveva essere dedicato alla riforma delle regole Patto di stabilità e crescita per favorire l'emergere di un nuovo modello economico per l'Ue. Ora è diventato un vertice di guerra e di difesa economica, ma non solo. Prima di Versailles, la settimana sarà segnata da una serie di appuntamenti che dovrebbero definire l'esito del vertice.
Lunedì la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, riceverà il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Uno dei temi principali dell'incontro sarà la questione energetica, con diverse proposte italiane per ridurre la bolletta per famiglie e imprese, oltre che diversificare gli approvvigionamenti. Martedì la Commissione dovrebbe presentare le sue proposte per un'azione congiunta europea per un'energia a buon mercato, sicura e sostenibile. Alcuni dei tabù degli scorsi mesi sugli Ets, il carbone, il mercato dell'energia e i prezzi dell'elettricità potrebbero saltare di fronte all'emergenza Russia. Sul gas dovrebbero esserci gli acquisti comuni (anche se volontari) e l'obbligo di creare delle riserve strategiche (per passare il prossimo inverno). Giovedì ci sarà anche la riunione del Consiglio dei governatori della Banca centrale europea. L'aspettativa è che Christine Lagarde metta in pausa il ritorno alla normalità monetaria e annunci di essere pronta a fare ciò che è necessario per proteggere la stabilità finanziaria della zona euro.
“Il prolungamento della clausola di salvaguardia del Patto di stabilità è un'ipotesi che diviene ogni giorno più necessaria per dare flessibilità agli stati ma temo che non basterà”, ha detto ieri la presidente della commissione Affari economici del Parlamento europeo, Irene Tinagli: “Servono strumenti europei per non scaricare tutto sulle spalle (e sui bilanci) degli stati membri, sul modello di quanto abbiamo fatto per far fronte alla pandemia e all'emergenza sanitaria con strumenti come Sure e Next Generation EU. Nelle prossime settimane e mesi serviranno strumenti europei mirati a sostenere l'enorme sforzo sul fronte energetico, umanitario, militare", ha spiegato Tinagli. Gli orientamenti che sono chiamati a prendere i capi di stato e di governo dell'Ue vanno ben oltre la crisi energetica, l'inflazione o il rallentamento economico. Lo Strategic compass (la bussola strategica, ndr) per rilanciare la politica di difesa deve essere aggiornato in profondità alla luce della guerra di Putin in Ucraina. Il Green deal deve essere adottato alla fine alla dipendenza dal gas russo. La Politica di vicinato deve cambiare per rispondere alle aspirazioni di Ucraina, Georgia e Moldavia di aderire all'Ue.
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha detto che gli Stati Uniti sono in “discussioni molto attive” con l'Unione europea sulla possibilità di vietare l'importazione di petrolio dalla Russia. Il segretario di Stato non ha escluso che gli Stati Uniti si muovano unilateralmente, ma “l'approccio inizia con il coordinarci con i nostri alleati e partner”. L'Ungheria ha subito escluso di imporre sanzioni nel settore energetico. “Le sanzioni contro le forniture energetiche devono essere evitate a tutti i costi, ha detto il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó: “Anche se l'Ungheria è interessata a mantenere l'unità europea, non possiamo permettere al popolo ungherese di pagare il prezzo della guerra”.
La crisi dei rifugiati intnato cresce a un tasso più rapido in Europa dalla Seconda guerra mondiale. "Più di 1,5 milioni di rifugiati sono passati dall'Ucraina in paesi vicini in 10 giorni", ha detto l'Alto commissario dell'Onu per i Rifugiati, Filippo Grandi, definendo quella in corso come "la crisi dei rifugiati in più rapida crescita in Europa dalla Seconda guerra mondiale". La Moldavia è diventata "la famiglia" di 30 mila bambini ucraini: “Abbiamo quasi 30 mila bambini ucraini in Moldavia. Siamo la loro famiglia fino a quando questa follia finirà”, ha detto la presidente moldava, Maia Sandu. Il premier moldavo, Natalia Gabtilita ha chiesto agli Stati Uniti di fornire più sostegno umanitario nel momento in cui il numero di rifugiati ucraini arrivati nel piccolo paese di 2,5 milioni di abitanti ha superato i 120 mila.
La Danimarca ha convocato un referendum il primo di giugno per aderire alla politica di difesa e di sicurezza dell'Ue. Lo ha annunciato il primo ministro, Mette Frederiksen, consigliando “vivamente” ai suoi cittadini di votare a favore. Pur essendo membro della Nato, la Danimarca ha ottenuto un "opt-out" dalla politica di difesa e sicurezza dell'Ue con l'accordo di Edimburgo del 1992, che si è trasformato in un protocollo del trattato di Amsterdam in cui si sanciva la deroga per Copenaghen. Un sondaggio di TV2 dice che il 49 per cento dei danesi è favorevole a entrare nella politica di difesa e sicurezza dell'Ue, mentre il 27 per cento è contrario.