I nostri oligarchi
Chi sono, dove sono e cosa faranno in Italia tutti i ricchi russi sanzionati dall'Ue
Il ministero dell'Economia gestisce i controlli sui beni dei magnati russi, che restano congelati finché il loro nome rimane inserito nella lista dei soggetti vicini a Putin
In Italia siamo già a 140 milioni di valore sommando le varie operazioni di congelamento della proprietà di beni riconducibili a oligarchi del giro putiniano, quasi sempre immobili o barche di lusso, ma molti altri accertamenti sono in corso ed è molto probabile che il totale debba crescere rapidamente e in modo rilevante.
Per ora le operazioni hanno riguardato, per i casi più importanti, Oleg Savchenko, per una villa seicentesca in Lucchesia del valore di 3 milioni, Vladimir Soloviev con circa 8 milioni di immobili nel comasco, Gennady Timchenko, per 50 milioni in un colpo solo grazie alla barca che era nel porto di Sanremo, Alexey Mordachov per l’altra grande barca, stimata per 65 milioni di euro e Alisher Usmanov per varie proprietà in Gallura complessivamente ritenute del valore di 17 milioni. Insomma, sempre beni al sole, e non si segnalano partecipazioni finanziarie o quote aziendali. Novità sono in arrivo grazie al lavoro di indagine della Guardia di finanza, il corpo di polizia cui è affidato il lavoro operativo.
Sapere chi sono gli oligarchi di cui cercare i beni da congelare, superata la traslitterazione dei nomi dal cirillico, è semplice, perché la lista viene compilata e aggiornata da un’autorità europea e poi fornita alle polizie fiscali di tutti i paesi. La base giuridica è un regolamento europeo scritto in fretta per reagire nel 2014 alla precedente ondata di espansionismo russo, con l’annessione della Crimea. Otto anni fa i primi blocchi di beni di oligarchi sul territorio italiano, da parte del nucleo speciale di polizia tributaria, cui venne affidato questo compito.
Sono tutte proprietà ancora sottoposte al regime di congelamento (non è un sequestro, perché servirebbe un provvedimento penale) e quindi amministrate dall’agenzia del demanio. Il bene resta congelato finché il nome del proprietario è inserito nella lista europea dei soggetti ritenuti vicini al regime russo, e che viene periodicamente aggiornata, la pubblicazione del nome nella gazzetta ufficiale delle comunità europee costituisce già il presupposto per l’azione di polizia e per l’intervento sui beni, non servono altre pronunce di tribunali italiani. L’eventuale ricorso va rivolto alla giustizia civile e non a quella amministrativa, ma non ne sono mai stati presentati.
A gestire la ricezione dei nomi e a fare i primi controlli è il Mef con il comitato per la sicurezza finanziaria che si occupa dell’attuazione specifica dei provvedimenti di congelamento. Il difficile, però, viene dopo, quando si arriva all’attività sul terreno del nucleo speciale di polizia valutaria, al quale spetta il compito complesso di individuare i beni e risalire ai titoli di proprietà, spesso schermate attraverso fiduciarie, società con sedi estere, prestanome. Per il famoso Yacht da 65 milioni il lavoro è stato assai complicato, superando una lunga serie di schermi legali, con rogatorie internazionali, ma ora l’accertamento è di totale affidabilità.
In Italia non sono presenti investimenti diretti, visibili, addirittura universalmente noti, di oligarchi, come poteva essere il Chelsea di Roman Abramovich, e il lavoro di indagine è per forza molto più complicato. Unico aiuto sono le super barche, perché esistono pubblicazioni di appassionati osservatori della flotta privata dove sono censiti tutti gli yacht di lusso e dove, informalmente, vengono indicati i nomi dei presunti armatori. Sono quelle che i finanzieri chiamano fonti aperte, insomma qualcosa tra la stampa, la cronaca glamour e la passione catalogatrice degli appassionati. Ovviamente non basta, ma mette gli investigatori sulla strada giusta per cercare poi riscontri della titolarità effettiva.
Intanto arrivano nomi nuovi, che allungano le liste, con anche qualche cambiamento che indica come sta cambiando il potere attorno a Putin dal 2014 a oggi. I 140 milioni indicati prima diventeranno presto di più, con altri sigilli e altri congelamenti.
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