Il capro espiatorio
L'asse tra Shoigu e Putin e i calcoli sbagliati dei servizi russi
Al diciassettesimo giorno di guerra iniziano a circolare voci sull’insoddisfazione del presidente russo: la rabbia si sta rivolgendo contro l'Fsb e in particolare contro i quinto servizio. I primi arresti
Varsavia, dalla nostra inviata. Ci sono due modi di guardare ai danni e ai risvolti della guerra russa in Ucraina. Il primo è quello dei risultati militari: Mosca avanza a est e a sud dove sta disegnando il suo corridoio che vorrebbe far arrivare a Odessa. L’altro è quello dello stallo: l’esercito dopo sedici giorni di attacchi e offensive non è riuscito a prendere Kyiv. Anche per leggere questo fallimento ci sono due modi. Il primo lascia intendere che la Russia in realtà stia aspettando a lanciare l’offensiva definitiva contro la capitale dell’Ucraina perché sa che si muovono negoziati sottobanco, quindi attende prima di giocarsi la carta più importante. Il secondo modo di interpretare questo fallimento riguarda invece l’improvvisazione dell’operazione militare contro Kyiv, che probabilmente non era nei piani originari, ed è stata piuttosto una richiesta politica.
L’esercito non era preparato per questo e ha tolto forze e attenzione ai fronti orientale e meridionale. Al diciassettesimo giorno di guerra iniziano a circolare le prime voci dell’insoddisfazione del presidente russo, Vladimir Putin, di fronte ai calcoli sbagliati della Russia. Andrei Soldatov, un esperto dei servizi di sicurezza russi, ha detto che secondo alcune fonti la rabbia del presidente russo si sta rivolgendo contro l’Fsb e in particolare contro il quinto servizio, un dipartimento speciale dell’Fsb che si occupa dell’intelligence estera: il suo capo, Sergei Beseda, che da anni dirige le operazioni in Ucraina, e il suo vice sarebbero agli arresti domiciliari. Putin cerca il capro espiatorio e sarebbe stato Beseda ad aver informato male il presidente, ad aver sottostimato le capacità di Volodymyr Zelensky, la resistenza degli ucraini, anche dei russofoni dell’est del paese. Se l’errore sia nato dal dirigente dell’Fsb o dal presidente stesso poco importa: Putin non se ne assumerà mai le responsabilità e deve pensare alla propria sopravvivenza.
Il presidente russo viene dai servizi segreti, ai suoi ex compagni ha affidato molto, li ha messi in posti chiave dello stato russo, ma negli ultimi anni è aumentato il potere dell’esercito. O meglio il potere di un uomo: Sergei Shoigu. Il ministro della Difesa non è un militare, è un ingegnere che si è fatto conoscere come ministro delle Emergenze, una carica ritagliata proprio per lui, e che poi è arrivato a comandare l’esercito: ora va sempre in giro in mimetica. Sarebbe l’artefice dei piani di questa invasione e nei giorni scorsi circolavano voci sulle sue dimissioni che sono state smentite: ieri Shoigu era in videoconferenza con Putin e annunciava l’arrivo di sedicimila volontari dal medio oriente per combattere con i soldati russi. Inoltre i piani di Shoigu si basano sul lavoro che l’intelligence ha svolto in questi ultimi anni sul campo: la guerra della Russia all’Ucraina non è stata improvvisata, si può supporre che sia stata pianificata dal 2014.
Il Gru, l’intelligence militare russa, è stata la prima agenzia dei servizi segreti di Mosca a perdere il favore del presidente e al declino dello spionaggio russo ora si sono aggiunte anche l’Fsb e l’Svr, l’intelligence esterna. Il suo capo è Sergei Naryshkin, che durante il Consiglio di sicurezza sul riconoscimento dell’indipendenza di Donetsk e Luhansk, le due province dell’Ucraina che si sono autoproclamate indipendenti, Putin ha umiliato in tv. Il Consiglio era stato registrato e se Putin avesse voluto non rendere pubblica la scena, lo avrebbe fatto. Naryshkin aveva cercato di suggerire al presidente di insistere ancora un po’ con i negoziati, Putin non ha gradito il suggerimento. L’intelligence non era d’accordo con la guerra promossa dal presidente e dall’esercito, ma Putin ha anche altre ragioni contro Naryshkin: aveva ricevuto il compito di trovare prove degli sforzi ucraini per avere un proprio arsenale nucleare e non l’ha portato a termine.