Perché vengono rapiti i sindaci in Ucraina
Dopo il primo cittadino di Melitopol, i russi hanno "sostituito" anche quello di Dniprorudne. La strategia di Putin per trasformare le città conquistate in repubbliche autoproclamate indipendenti come Donetsk e Luhanks nel Donbas
Melitopol, città sudorientale dell’Ucraina, ha un nuovo sindaco. Si chiama Galina Danilchenko, è il capo dell’opposizione al sindaco Ivan Fyodorov, che nei giorni scorsi è stato rapito – le ricostruzioni: sacchetto in testa, scotch attorno ai polsi, portato non si sa dove – e che secondo il presidente ucraino Zelensky è stato torturato: i russi lo accusano di aver aiutato l’organizzazione estremista Pravyi Sector di destra estrema.
La Danilchenko è comparsa in un video in cui ha detto che tutte le “provocazioni” devono essere evitate dagli “estremisti” che protestano per il rapimento del sindaco e che lei ha preso la guida della città per adattarla “alla nuova realtà”. La nuova realtà è la conquista russa della città, ma per lei non è nuova: fa parte della piattaforma di opposizione Per la vita, che è codiretta da Yuriy Boyko, che è stato vice primo ministro fino al 2014 quando al potere c’era Viktor Yanukovych, il presidente filorusso scappato dall’Ucraina dopo la rivoluzione europeista del Maidan.
Boyko faceva parte del Partito delle regioni dello stesso Yanukovych e il suo nome è circolato in queste settimane di guerra come possibile guida dell’eventuale governo fantoccio che i russi potrebbero instaurare a Kyiv.
La Danilchenko ha vietato le proteste, i veicoli militari russi girano per Melitopol disperdendo la folla. Questa città vuole essere il laboratorio dell’iniziativa politica di Vladimir Putin nelle città conquistate in Ucraina: organizzare referendum perché diventino delle città autonome, repubbliche autoproclamate indipendenti come Donetsk e Luhanks nel Donbas. L’esito del referendum è naturalmente scontato. Il Cremlino vuole applicare il format referendario in ogni città, il governo ucraino si è già opposto e chiede l’aiuto internazionale perché questo non avvenga, ma intanto il principio di questo progetto è già stato replicato: il sindaco di Dniprorudne, sempre nell’area sudorientale dell’Ucraina, è stato rapito.
Il fronte della guerra si avvicina sempre di più all’Europa. E’ stata attaccata Leopoli, nell’Ucraina occidentale, che è più vicina a Berlino di quanto Berlino lo sia a Parigi. L’obiettivo è a trenta chilometri a nord-ovest dalla città, dove c’è la base militare di Yavoriv, conosciuta come il Centro internazionale di peacekeeping e sicurezza: è qui che i militari ucraini imparano a utilizzare i missili anticarro, i lanciatori e tutto l’equipaggiamento che viene fornito dai paesi occidentali all’esercito che deve affrontare i russi.
Sabato il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov aveva detto che i convogli militari provenienti da occidente erano “un target militare legittimo” dell’aviazione di Mosca. Gli Stati Uniti hanno appena inviato duecento milioni di dollari in armi anti carro e anti aereo per l’Ucraina.
A proposito di missili: a Erbil, in Iraq, sono caduti dodici missili, che secondo fonti del Pentagono sarebbero provenienti dall’Iran. L’obiettivo era il consolato americano di Erbil: non ci sono feriti, ma si tratta comunque di un avvertimento. Il negoziato sul programma nucleare in Iran è in corso a Vienna, dopo un’accelerazione la scorsa settimana, c’è stato un nuovo stallo, orchestrato secondo molti dalla Russia. L’isolamento di Mosca da parte della comunità internazionale passa da un meccanismo di compensazione delle risorse energetiche globali: quel che non si potrà più acquistare dalla Russia dovrà essere preso altrove. E’ così che il potere negoziale della Repubblica islamica è aumentato all’improvviso.