Il conflitto in Ucraina

La Russia minaccia l'Italia: "Rischia conseguenze irreversibili". Poi l'accusa al ministro Guerini

Escalation diplomatica da parte del Cremlino. Il funzionario del ministero degli Esteri, Alexei Paramonov, condanna le sanzioni e paventa reazioni. "Il ministro della Difesa italiano? Un falco antirusso". Polonia e Gran Bretagna mostrano fermezza. L'allarma Nato sulle armi chimiche di Putin

Sembrava potesse essere il fine settimana del disgelo. È iniziato invece nel segno dell’escalation. Non solo quella militare, con gli scontri sempre vivissimi su vari fronti e soprattutto intorno alla città di Mariupol, ma soprattutto quella diplomatica. E in questo esacerbarsi delle dichiarazioni, anche l’Italia diventa bersaglio delle minacce di Valdimir Putin. “Conseguenze irreversibili”, infatti, sono quelle che il nostro paese rischierebbe, laddove disponesse nuove sanzioni verso la Russia, secondo quanto affermato da Alexei Paramonov, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo. Il funzionario russo, parlando con l’agenzia di stampa Ria Novosti, ha detto che il Cremlino sta lavorando per reagire alle sanzioni “illegittime” di Unione europea e Stati Unito. Le dichiarazioni di Paramonov arrivano in risposta a un annuncio di Bruno Le Maire, ministro dell’Economia francese, che ha parlato di una “guerra economica e finanziaria totale” contro Mosca. Di qui la replica di Paramonov: “Non vorremmo che la logica delle dichiarazioni del ministro trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili”. Paramanov ha poi concluso: “Ci aspettiamo che a Roma, come in altre capitali europee, tornino comunque in sé, ricordino gli interessi profondi dei loro popoli, le costanti pacifiche e rispettose delle loro aspirazioni di politica estera”.

 

Le accuse a Guerini: “Falco antirusso”

Ma non è l’unico sgarbi diplomatico lanciato verso l’Italia. Perché nella stessa intervista a Ria Novosti, Paramanov accusa direttamente anche Lorenzo Guerini, ministro delle Difesa del governo Draghi, accusato di essere un “falco” antirusso. Paramonov ricorda l'aiuto fornito dalla Russia all'Italia nel 2020, in piena emergenza pandemica: “All'Italia è stata fornita un’assistenza significativa attraverso il ministero della Difesa, il ministero dell’Industria e Commercio e il ministero della Salute della Russia. A proposito - afferma - una richiesta di assistenza alla parte russa fu inviata allora anche dal ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini, che oggi è uno dei principali ‘falchi’ e ispiratori della campagna antirussa nel governo italiano”. Paramonov sottolinea che a suo giudizio, “nell'inviare una missione umanitaria” in Italia, colpita duramente dal coronavirus nel marzo-aprile del 2020, “la Russia è stata guidata non dal desiderio di ricevere dividendi in termini di reputazione o di politica estera, ma da un senso di compassione, un desiderio di aiutare il popolo italiano in uno dei momenti più difficili della sua storia postbellica”. Ed è invece “deprimente che ora - prosegue Paramonov - sullo sfondo dell'isteria anti-russa, le autorità italiane abbiano improvvisamente dimenticato tutto: i trattati e gli accordi bilaterali esistenti, la natura speciale dei nostri legami, la ricca storia secolare di relazioni e tradizioni forti , l’esperienza di successo della cooperazione, il significativo capitale accumulato di fiducia reciproca -e si siano uniti alla frenetica campagna russofobica”.

 

La solidarietà di Draghi

Molte le dichiarazioni di solidarietà nei confronti di Guerini, arrivata da Enrico Letta e altri esponenti del Pd, ma anche da ministri di altri partiti, come DI Maio, Brunetta, Gelmini e Carfagna. Anche Mario Draghi è intervenuto con una nota ufficiale: “Esprimo piena solidarietà al Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, vittima di attacchi da parte del Governo russo. Il paragone tra l’invasione dell’Ucraina e la crisi pandemica in Italia è particolarmente odioso e inaccettabile. Il ministro Guerini e le forze armate sono in prima linea per difendere la sicurezza e la libertà degli italiani. A loro va il più sentito ringraziamento del Governo e mio personale". Il diretto interessato, peraltro, ha replicato a suo modo: "Non diamo peso alla propaganda. Incoraggiamo invece ogni passo politico e diplomatico che metta fine alle sofferenze del popolo ucraino. L’Italia è a fianco dell’Ucraina e continuerà ad esserlo”, ha detto il titolare della Difesa. 

Johnson: “Se Putin vince, si dà via libera a tutti gli autocrati del mondo”

Ma a mostrare una postura ferma, sono anche leader occidentali. Boris Johnson, ad esempio, nel corso della conferenza di primavera del Partito conservatore a Blackpool, ha spiegato che “è un momento di scelta per il mondo”, e cioè “di scelta tra libertà e oppressione”. Per cui, ha spiegato il primo ministro britannico, “se Putin avesse successo si darebbe il semaforo verde a tutti gli autocrati del mondo”.

 

La Polonia chiede all’Ue l’embargo alla Russia

E anche la Polonia chiede un inasprimento delle sanzioni verso la Russia. Il primo ministro Mateus Morawiecki, ha spiegato che “la Polonia propone di aggiungere al più presto un blocco commerciale a questo pacchetto di sanzioni”. Per Morawiecki “l’interruzione completa del commercio russo costringerebbe ancora di più la Russia a valutare seriamente se sia meglio fermare questa guerra crudele“.

 

L’allarme Nato sulle mosse di Putin: “La Russia dispone di armi chimiche”

La Russia possiede da anni un arsenale di armi chimiche che continua a produrre e conservare a dispetto dei trattati internazionali e nonostante anni di promesse e dichiarazioni che lo avrebbe smantellato. Lo rivelano alti funzionari Usa e della Nato al Washington Post. In particolare le fonti citate dal quotidiano americano riferiscono di laboratori militari che hanno continuato a funzionare, producendo tra l’altro agenti nervini come il Novichok o il Sarin, malgrado l’adesione della Russia alla Convenzione sulle armi chimiche del 1993.