Uno Zelensky di Lego per chi sogna le costruzioni invece della distruzione
Un piccolo ma significativo contributo in sostegno ai profughi: sedicimila dollari all’associazione umanitaria “Direct relief”, raccolti vendendo la rappresentazione, con i normalmente bonari mattoncini, del leader ucraino e di minibottiglie molotov
Sedicimila dollari sono un buon contributo al sostegno dei profughi ucraini. La somma non cambierà il destino di un popolo di cui si teme che a lasciare le proprie case saranno più di cinque milioni di persone, ma rappresenta, per il modo in cui è stata raccolta, un altro pezzo della vittoria mediatica, nel sentire comune, dell’Ucraina e del suo coraggioso governo. Sono stati raccolti grazie al genio di un licenziatario della Lego sulla piazza di Chicago.
Ha messo in vendita, girando tutte le entrate all’associazione umanitaria “Direct relief” e quindi ai cittadini ucraini, un Volodymyr Zelensky di Lego, neppure tanto simile ma fa niente, e, sempre aderendo all’iconografa dei mattoncini danesi, alcune minibottiglie molotov (invenzione finlandese, dedicata beffardamente all’autore del patto tra bolscevichi e nazisti). Insomma, è la rappresentazione, con i normalmente bonari pezzi Lego, della personificazione della volontà di resistere a un’occupazione militare.
Non c’è da fare i realisti da bar, da stare a chiedere quante divisioni si schierano grazie alla simpatia e alla partecipazione umana nel mondo. Perché chi ha cominciato a costruire la sua strategia non sui carri armati ma sulle attitudini arrendevoli e sullo spirito molle degli ucraini e sulle inclinazioni egoistiche dei popoli europei, è stato Vladimir Putin, commettendo il tragico errore ormai evidente. E adesso viene smentito e messo in scacco anche in quel metaverso all’antica che è rappresentato sulla scena dei giochi materiali, nella miniaturizzazione di mattoncini, attrezzi da lavoro, infrastrutture urbane.
Un distruttore, Putin, con le sue bombe e i suoi missili e la scia di edifici tirati giù e l’orrore. Viene irriso nel gioco delle costruzioni con la celebrazione iconica del suo avversario mondiale (mal scelto per Putin, al quale sarebbero convenuti altri nemici). E’ la vittoria di chi, anche giocando, si allena a costruire e non a distruggere.
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