(foto EPA)

Ci siamo accorti che c'è bisogno (militare) di più America in Europa

Dan Lamothe

Mentre il Pentagono crede che il vero pericolo per il futuro sia la Cina, la guerra in Ucraina sta alimentando pressioni per una presenza americana nell'Europa dell'Est. Negli Stati Uniti il dibattito è solo all'inizio

La guerra in Ucraina ha messo in crisi i piani a lungo termine del Pentagono, con l’aspettativa che gli alti funzionari della Difesa degli Stati Uniti rinnovino la disposizione delle forze militari in Europa orientale e nei Paesi baltici. Il generale Mark A. Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff, martedì scorso ha dichiarato di essere favorevole alla creazione di basi permanenti per le truppe americane in queste regioni, ma ha suggerito di schierare il personale a rotazione, “in modo da ottenere l’effetto della permanenza” a costi minori, evitando spese come quelle per gli alloggi familiari e le scuole. “Credo che molti dei nostri alleati, in particolare paesi come i Baltici, la Polonia o la Romania, siano molto disposti a stabilire basi permanenti”, ha detto Milley in una testimonianza davanti alla Commissione forze armate della Camera. “Le costruiranno e pagheranno loro”. In una testimonianza davanti alla stessa Commissione la scorsa settimana, il generale dell’Air force Tod D. Wolters, che guida il Comando europeo degli Stati Uniti, ha affermato che l’attuale politica della Nato di rotazione delle truppe in Europa dell’est “deve cambiare”, e che i paesi lì “sono molto disposti” a stabilire le forze della Nato in maniera permanente.

Tutte queste discussioni arrivano mentre le forze russe sono state ostacolate nella loro conquista delle principali città ucraine, compresa la capitale, Kyiv. I funzionari statunitensi hanno stabilito che il presidente russo Vladimir Putin stia rivedendo i propri obiettivi, e che ora sia intenzionato a riversare più forze nell’est dell’Ucraina. A seguito del rafforzamento di truppe russe intorno all’Ucraina e della successiva invasione, il Pentagono ha aumentato drasticamente il numero di truppe americane in Europa: da circa 60 mila a più di 100 mila. Al culmine della guerra fredda negli anni Cinquanta, la presenza militare degli Stati Uniti in tutta Europa era di oltre 400 mila unità. Gli alti funzionari della Difesa degli Stati Uniti sono stati cauti nel descrivere quale percorso perseguiranno e hanno definito l’invasione della Russia in Ucraina come un evento generazionale che ha sconvolto l’ordine globale. Il portavoce del Pentagono John Kirby la scorsa settimana ha detto che gli Stati Uniti si sarebbero consultati con i loro alleati “al momento giusto” per decidere quale sia la corretta strategia di sicurezza in Europa: “Non importa come finirà questa guerra”, l’Amministrazione Biden è aperta a discutere nel caso ci sia la necessità di una “presenza permanente più ampia”.

Martedì, il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha detto che la questione verrà probabilmente sollevata in un vertice Nato a giugno. “Il nostro obiettivo”, ha detto Austin, “è quello di continuare a rassicurare i nostri alleati e partner, in particolare quelli che si trovano sul fianco orientale e quelli che si trovano nell’area baltica”. Le decisioni sono ostacolate dalle valutazioni americane secondo cui sarebbe la Cina, e non la Russia, la più grande minaccia a lungo termine per la sicurezza degli Stati Uniti. Un alto funzionario della Difesa degli Stati Uniti,  a condizione di anonimato,  ha affermato in un’intervista che “ci saranno cambiamenti di posizione in Europa” e “alcuni di questi possono includere la presenza degli Stati Uniti”. Ma l’Europa dell’est sarà anche fortificata da truppe di altre nazioni della Nato, che stanno calcolando cosa sarà necessario per scoraggiare la Russia nei mesi e negli anni a venire. “Penso che saremo in grado di fare entrambe le cose contemporaneamente, e rendere l’Indo-Pacifico un teatro prioritario, pur comprendendo che dobbiamo aumentare le forze in Europa”, ha detto il funzionario. Elbridge Colby, un ex funzionario della Difesa nell’Amministrazione Trump, ha detto che una “preoccupazione davvero seria” è quale potrebbe essere la linea di tendenza nel mantenere forze aggiuntive in Europa a seguito dell’invasione russa, considerando che gli Stati Uniti stanno “fallendo in termini di equilibrio militare in Asia”. 

Mentre il Pentagono ha fatto molto affidamento sull’esercito degli Stati Uniti per fortificare la sicurezza in Europa dell’est e probabilmente si affiderebbe alla Marina e all’Aeronautica nel Pacifico, c’è più sovrapposizione di quanto la gente si renda conto, ha detto Colby. L’82esima Divisione aviotrasportata, che ha migliaia di soldati schierati in Polonia, richiede supporto aereo e altre capacità di alto livello che sono necessarie anche altrove. “Penso francamente che l’idea del presidente Biden sia: ‘Siamo l’America. Possiamo fare qualsiasi cosa”. “Ma ci sono vincoli reali e immediati. Dobbiamo affrontarli e adattarci, non ignorarli”, dice Colby. Gli Stati Uniti non sono “al punto” di poter decidere di stabilire una nuova base o basi in Europa dell’est, ma la questione è chiaramente “al vento”, ha detto Jim Townsend, un ex funzionario dell’Amministrazione Obama che studia le questioni di sicurezza della Nato.

Dopo l’invasione e l’annessione russa della Crimea nel 2014, i funzionari della Difesa degli Stati Uniti hanno valutato se basare permanentemente le truppe americane in Europa dell’est: l’’idea, con una spesa significativa, alla fine è stata presentata, ma i recenti eventi potrebbero cambiare le cose. “Ora siamo in un’èra diversa”, ha detto Townsend. “Penso che abbiamo bisogno di loro lì”. Mentre il Pentagono con molte probabilità non vuole rafforzare le truppe statunitensi in Europa dell’est in modo permanente a causa delle preoccupazioni verso la Cina, secondo Rachel Rizzo, una ricercatrice senior presso l’Atlantic Council’s Europe Center, sarà sempre più difficile tirarle fuori a causa della pressione esterna degli alleati e della pressione interna dei sostenitori che credono che una maggiore presenza militare degli Stati Uniti in Europa sia necessaria. “Il vantaggio è che gli alleati dell’ Europa dell’est si sentirebbero più al sicuro”, ha detto Rizzo. “Il contro è che potremmo tornare a uno scenario in cui c’è di nuovo un numero enorme di truppe statunitensi nel continente europeo. Non ci siamo ancora arrivati, ma è un punto su cui bisogna riflettere”.

 

Hanno collaborato Karoun Demirjian e Greg Jaffe
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