Il ballottaggio Macron-Le Pen deciderà il destino dell'Unione europea
Ieri sera la candidata di estrema destra è tornata a vestire i suoi vecchi panni: accennando all'Ue ha detto di voler ristabilire la capacità della Francia di “decidere per sé stessa”. Bruxelles con il fiato in sospeso
L'Unione europea ieri ha tirato un sospiro di sollievo, dopo che Emmanuel Macron è arrivato in testa nel primo turno delle elezioni presidenziali in Francia, ma è costretta a tenere il fiato ancora in sospeso di fronte al rischio che Marine Le Pen possa realizzare un sorpasso al secondo turno del 24 aprile. Il presidente uscente ieri ha ottenuto otre 27 per cento dei voti contro circa il 24 per cento della leader del partito di estrema destra Rassemblement National. Nei giorni antecedenti al voto, i sondaggi avevano registrato un calo del vantaggio di Macron. Prima della pubblicazione delle proiezioni, l'astensione record aveva fatto temere il peggio, con un possibile sorpasso di Le Pen. I parametri dello scontro al ballottaggio sono stati fissati da due candidati nei loro discorsi ieri sera. Le Pen ha parlato di una “scelta di civilizzazione” al secondo turno. Per Macron “il dibattito che avremo nei prossimi quindici giorni sarà decisivo per il nostro futuro e per l'Europa”. I sondaggi realizzati dopo la pubblicazione delle prime proiezioni indicano che la battaglia sarà al cardiopalma. Secondo una ricerca Ifop per Tf1 al secondo turno Macron otterrebbe il 51 per cento contro il 49 per cento di Le Pen. Secondo un sondaggio realizzato da Ifop per France 2, Macron ha invece un vantaggio più confortevole, con il 54 per cento contro il 46 per cento di Le Pen. Ma andiamo con ordine.
Ieri in Francia non è cambiato niente, ma è cambiato tutto. Non è cambiato niente, perché i due rivali del 2017 si ritrovano al ballottaggio anche nel 2022. Anche il terzo classificato è sempre lo stesso: Jean-Luc Mélenchon ha ottenuto quasi il 22 per cento circa dei voti, rafforzando la sua posizione rispetto a cinque anni fa. Al contempo è cambiato tutto perché i due principali partiti tradizionali - il Partito socialista e i gollisti de Le Républicains - sono praticamente scomparsi. Per i socialisti, Anne Hidalgo con meno del 2 per cento è riuscita a fare peggio di Benoit Hamon, che nel 2017 aveva raccolto il 6,3 per cento. Il collasso più forte quest'anno è per i gollisti con Valérie Pécresse che ha raccolto meno del 5 per cento dei voti contro il 20 per cento di François Fillon cinque anni fa. Una parte dell'elettorato gollista si è spostato sull'estrema destra. Ma Eric Zemmour, l'opinionista candidato che ha ricevuto un'esposizione mediatica straordinaria in questa campagna elettorale, ha fatto flop fermandosi al 7 per cento dei voti. La sua candidatura sarà servita soprattutto a far apparire Le Pen più moderata di quella che è nella realtà.
La vecchia Le Pen è riapparsa nel discorso di ieri sera dopo le prime proiezioni. "Il 24 aprile sarà una scelta fondamentale tra due visioni opposte del paese", ha detto Le Pen. "Ciò che si giocherà il 24 aprile è una scelta di società e perfino di civilizzazione". Dalla scelta dipenderanno "le decisioni politiche del prossimo mandato di cinque anni, ma che impegneranno la Francia per i prossimi cinquant'anni", ha spiegato Le Pen. “Assicurerò l'indipendenza nazionale, controllerò l'immigrazione e restaurerò la sicurezza per tutti”, ha detto la candidata del Rassemblement National. Due frasi hanno un significato importante per la posizione della Francia nell'Ue e nel resto del mondo. Riferendosi esplicitamente all'alleanza occidentale e implicitamente alla guerra di Vladimir Putin contro l'Ucraina, Le Pen ha promesso di “restaurare l'indipendenza nazionale per fare della Francia una potenza di pace”. Accennando all'Ue, la candidata di estrema destra ha detto di voler ristabilire la capacità della Francia di “decidere per sé stessa”. Sul Foglio Giuliano Ferrara spiega che la truffa antisistema di Le Pen ora è una minaccia per Parigi e l'Europa.
Macron ha risposto promettendo “qualcosa di nuovo” per la Francia, ma ribadendo la sua posizione fermamente liberale ed europeista. “Vogliamo una Francia che continua a fare fiducia alla scienza, alla ragione e alla competenza, come abbiamo fatto questi anni?”, ha chiesto il presidente uscente. “Voglio una Francia che porti progressi per tutti, per gli anziani e i bambini, per i lavoratori e le famiglie, per le donne e in particolare le madri sole per i precari. Non una Francia della regressione per tutti. Non siamo noi!”, ha detto Macron: “Voglio una Francia che si iscrive in un'Europa forte, che continua a legare alleanze con le grandi democrazie per difendersi. Non una Francia che uscita dall'Europa avrebbe come soli alleati l'internazionale dei populisti e degli xenofobi. Non siamo noi!”, ha detto Macron. I confini del duello sono fissati. Domenica 24 aprile i francesi decideranno nelle urne non solo il destino della Francia, ma anche quello dell'Ue.
Zemmour e un altro candidato di estrema destra, Nicolas Dupont-Aignan, hanno chiesto di votare per Le Pen. Pécresse, Hidalgo e il comunista Roussel hanno chiesto di votare per Macron, così come il verde Yannick Jadot (altro grande sconfitto di queste elezioni con il 4,7 per cento). "Non si deve dare un solo voto alla signora Le Pen", ha detto Mélenchon, senza dare indicazioni a favore di Macron, ma invitando i suoi elettori a "non fare errori irreparabili".