colli di bottiglia
La Turchia sorveglia il Mar Nero e blocca i rifornimenti russi
Ankara è un partner molto stretto dell'Ucraina, specie nell'industria della Difesa. Adesso, sfruttando la Convenzione di Montreaux sugli stretti, potrebbe colpire la Russia, lasciando da parte la neutralità tenuta dall'inizio della guerra
Ankara. I droni turchi Bayraktar sono diventati un simbolo della resistenza ucraina. Le truppe di Kyiv ne decantano l’efficacia bellica fino a dedicare ad essi una canzone patriottica diventata molto popolare tra i resistenti all’invasore russo. Nel 2019, ufficiali dell’aeronautica di Kyiv hanno trascorso tre mesi negli hangar di Tekirdağ, nella Turchia occidentale, per l’addestramento all’uso di questi micidiali velivoli senza pilota di proprietà della Baykar Makina, l’azienda privata di difesa turca che produce droni il cui proprietario è Selcuk Bayraktar, il genero prediletto del presidente Recep Tayyip Erdoğan. Diversi analisti di strategie militari sostengono che i Bayraktar abbiano avuto un ruolo nell’attacco all’incrociatore missilistico russo Moskva, in seguito affondato con a bordo oltre cinquecento marinai.
Un alto funzionario ucraino con accesso diretto alle informazioni dello stato maggiore delle forze armate ha tacitamente riconosciuto il coinvolgimento di droni Bayraktar di media altitudine e ampia autonomia di volo. Un account Telegram collegato all’organizzazione paramilitare russa Wagner aveva fatto notare in un post del 14 aprile che il sistema di difesa della nave era stato distratto e dirottato su un drone Bayraktar e subito dopo la nave sarebbe stata colpita da due missili Neptune. I velivoli senza pilota potrebbero aver individuato la posizione esatta dell’incrociatore nel Mar Nero, consentendo l’attacco missilistico di precisione contro di esso. L’affondamento della Moskva è il colpo più grande subìto dai russi per mano ucraina. Non era mai accaduto dalla Seconda guerra mondiale che la flotta russa subisse l’affondamento della sua ammiraglia. L’Ucraina è recentemente diventata uno dei maggiori partner dell’industria della difesa della Turchia e la principale forza trainante della partnership strategica turco-ucraina è rappresentata dalla cooperazione nel settore dell’industria della difesa e dell’aviazione.
L’affondamento dell’incrociatore missilistico Moskva ha costretto la marina russa ad adottare delle contromisure tra le quali l’allontanamento di 200 chilometri dalla costa della sua intera flotta costituita da cinque navi dell’area operativa del Mar Nero. Questi rapidi sviluppi puntano ancora una volta i riflettori sulla Turchia che si affaccia sull’altra sponda del Mar Nero e controlla il traffico marittimo dal Mar Mediterraneo attraverso i Dardanelli e il Bosforo, che Ankara ha chiuso al passaggio delle navi da guerra dei paesi belligeranti in osservanza della Convenzione di Montreux che le affidò nel 1936 il compito di guardiano degli Stretti. Se la Russia volesse inviare altre navi nel Mar Nero in sostituzione della Moskva, spostando parte della sua flotta di stanza nel Mediterraneo, dovrebbe persuadere la Turchia a riaprire il Bosforo e i Dardanelli. Le uniche navi autorizzate a passare, anche durante il blocco, sono quelle che devono far ritorno alle loro basi nel Mar Nero dalle quali erano partite, ma quelle già presenti non possono più uscire da quelle acque.
L’affondamento della Moskva modifica inevitabilmente i piani di guerra del leader russo Vladimir Putin e solleva un potenziale scontro con il presidente turco Erdogan perché se il dittatore russo preparava un attacco anfibio a Odessa o richiedeva una presenza navale significativa per mantenere la pressione sull’Ucraina, tale perdita comporterebbe la necessità di un potenziamento della flotta navale rimanente. Ma la Turchia ha già fatto sapere, attraverso il suo ministero degli Esteri, di non essere disposta a violare Montreux per consentire l’ingresso di navi militari aggiuntive russe.
Se la guerra dovesse prolungarsi, l’indebolimento della flotta russa nel Mar Nero sarebbe un forte disincentivo per Mosca riguardo alla sua intenzione di mettere in scena un assalto anfibio a Odessa. Il governo turco è stato molto cauto sin dall’inizio della crisi ucraina, si è imposto la neutralità per via delle strette relazioni di dipendenza sia dalla Russia sia dal blocco occidentale, ha condannato l’invasione e ha difeso l’integrità territoriale dell’Ucrania, ma non si aggregata alle sanzioni occidentali perché con la Russia ha strette relazioni economico-commerciali. Ankara ha la necessità di uscire fuori dall’isolamento in cui si è cacciata per la sua politica estera assertiva e per certi versi militarista, per attirare capitali e diffondere fiducia nei mercati e la sua rigida applicazione della Convenzione di Montreux potrebbe risvegliare le perdute simpatie a Washington.