corsa africana
Angola, Congo e Mozambico: quanto gas può ottenere l'Italia dall'Africa
La missione di Di Maio e Cingolani può portare fino a sette miliardi di metri cubi di gas. Il ruolo e i progetti di Eni nei tre paesi africani
La missione italiana in Africa vale quasi sette miliardi di metri cubi di gas. Luigi di Maio e Roberto Cingolani, accompagnati dall'ad di Eni Claudio Descalzi, hanno firmato oggi a Brazzerville una dichiarazione d'intenti con la Repubblica del Congo per la cooperazione nel settore dell'energia e del gas. Obiettivo: aumentare le forniture di metano in Italia. Secondo una stima di Bloomber dal Congo potrebbero arrivare fino a cinque miliardi di metri cubi di gas in più. Un altro miliardo e mezzo di metri cubi dovrebbe arrivare (sempre stando a Bloomberg) dall'Angola, dove ieri i due ministri hanno siglato una dichiarazione di intenti con il governo di Luanda. Non sono noti i tempi necessari per rendere operativo l'accordo.
Alle forniture previste negli accordi degli ultimi due giorni si aggiungono quelle recentemente concordate con l’Ageria (9 miliardi di metri cubi, di cui 3 da subito) e l’Egitto (3 miliardi di metri cubi). L’ultima tappa africana della corsa per emanciparsi dal gas russo sarà il Mozambico, dove la diplomazia italiana è attesa nel mese di maggio.
Sia per l’Angola sia per il Congo, il metano arriverà sotto forma di gas naturale liquefatto (gnl), motivo per cui il governo italiano si sta impegnando per potenziare la capacità di rigassificazione con due nuovi impianti offshore. L’obiettivo a breve termine è quello di riempire gli stoccaggi con 12 miliardi di metri cubi di gas prima del prossimo inverno. Entro il 2023 si punta invece a rimpiazzare almeno la metà del gas naturale che oggi Roma compra dalla Federazione russa.
Le attività di Eni in Angola
In Angola Eni opera tramite la joint venture Azule Energy. Nel 2020 la società di Descalzi ha prodotto 33 milioni di barili di petrolio e 600 milioni di metri cubi di gas naturale. In particolare sono i giacimenti offshore in acque profonde, come il campo di Agogo (riserve per 1 miliardo di metri cubi) a generare la quota maggiore di idrocarburi. Eni ha anche una partecipazione del 13,5 per cento nel consorzio Angola LNG, che gestisce l’impianto di liquefazione di Soyo, uno dei più grandi del continente, con una capacita di trattamento di circa 10 miliardi di metri cubi all'anno.
L’impronta di Eni nel paese africano aumenta costantemente. Nel solo 2021 la società del Cane a sei zampe ha scoperto e perforato un nuovo deposito e avviato la produzione nei campi di Cuica e Cabaça North. Gli investimenti di Eni sono fondamentali per l’Angola. La compagnia italiana è, insieme alla Total, una delle poche a non aver ridotto la propria presenza nel paese dopo la crisi petrolifera del 2014.
Le attività di Eni in Congo
L’estrazione nella Repubblica del Congo per il 2020 ha segnato invece 18 milioni di barili di petrolio e 1,4 miliardi di metri cubi di gas. La società italiana, grazie al Production sharing agreement del 2019, gode di partecipazioni maggioritarie in alcuni dei giacimenti più importanti del paese, come quelli di Nené Marine e Litchendjili (65%), Zatchi (55%), Ikalou (100%) e M’Boundi (82%). Entro il 2023 Eni prevede di dare avvio a un nuovo impianto di liquefazione nel blocco Marine XII in grado di trattare fino a 2,7 miliardi di metri cubi di gnl.
Le attività di Eni in Mozambico
In Mozambico Eni è attiva solo dal 2006. Negli ultimi anni ha aumentato costantemente gli investimenti e lo reputa "uno dei paesi più promettenti del continente africano". Buona parte dei progetti deve ancora andare a regime, ma tra 2011 e 2014 sono state scoperte riserve per circa 2.400 miliardi di metri cubi di gas. Il progetto più importante è Rovuma LNG, che sfrutta i giacimenti del complesso Mamba, la cui capacità è stimata in circa 22 miliardi di metri cubi all’anno. Secondo la timeline di Eni, Romuva dovrebbe entrare in funzione a partire dal 2024. Entro fine anno dovrebbe avvenire anche lo start up di una piattaforma che attinge dal complesso Coral South, con capacità annuale di 5 miliardi di metri cubi.
Insieme all’export di gas la missione italiana punta a potenziare la cooperazione in diversi settori, dallo sviluppo delle rinnovabili all’interscambio commerciale. Un approccio multilivello che potrebbe essere necessario per favorire lo sviluppo socioeconomico dei paesi interessati e lenire i problemi cronici di instabilità che affliggono Angola, Congo e Mozambico.