i due voti
In Francia e in Slovenia vince l'Europa
Emmanuel Macron e Robert Golob superano gli sfidanti Marine Le Pen e Janez Jansa. Le due elezioni infliggono un duro colpo ai sostenitori delle democrazie illiberali
La Francia e la Slovenia ieri hanno scelto l'Europa, infliggendo un duro colpo ai sostenitori delle democrazie illiberali che vorrebbero minare l'Ue dall'interno. In Francia Emmanuel Macron ha superato nettamente Marine Le Pen nel secondo turno delle presidenziali. Il presidente uscente ha ottenuto il 58 per cento contro il 42 per cento della candidata del Rassemblement National. In Slovenia un nuovo partito ecologista e liberale, il Movimento per la libertà di Robert Golob, ha ottenuto la maggioranza relativa in Parlamento e dovrebbe riuscire a cacciare dal potere il primo ministro uscente, il populista di destra Janez Jansa. Il Movimento per la Libertà ha conquistato il 34 per cento e 40 seggi sui 90 del Parlamento sloveno contro il 24 per cento e 28 seggi del Partito democratico sloveno di Jansa (il Partito popolare cristiano ha ottenuto 8 seggi, i Socialdemocratici 7, la Sinistra 5, le minoranze 2). Fuori dai confini francesi e sloveni ci sono un vincitore e due sconfitti dopo i voti di ieri. A vincere è l'Ue, che avrà in Macron un leader europeista per i prossimi cinque anni, potenzialmente in grado di far avanzare ulteriormente il progetto comunitario. A perdere sono Vladimir Putin e Viktor Orbán. Il presidente russo non è riuscito a destabilizzare le elezioni in Francia. Il premier ungherese non solo ha scommesso sul cavallo sbagliato per l'Eliseo, ma vede ridursi il gruppo dei suoi potenziali alleati dentro il Consiglio europeo con l'uscita di Jansa.
Nelle ultime due settimane, l'Ue aveva iniziato a prendere seriamente il rischio di un successo di Le Pen e del terremoto che avrebbe provocato. Il sollievo per la vittoria di Macron è diventato subito evidente dalle dichiarazioni che sono state pubblicate appena uscite le proiezioni ieri. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sono stati i più rapidi a fare le congratulazioni. "Un bravo caloroso caro Emmanuel Macron. In questo periodo tormentato, abbiamo bisogno di un'Europa solida e di una Francia totalmente impegnata per un'Ue più sovrana e più strategica", ha detto Michel. "Mi rallegro di poter continuare la nostra eccellente cooperazione. Insieme faremo avanzare la Francia e l'Europa", ha detto von der Leyen. Anche la presidente del Parlamento europeo, Roberto Metsola, ha voluto detto di non vedere "l'ora di continuare a lavorare nell'ambito della presidenza francese del Consiglio dell'Ue e al di là per affrontare le sfide di un mondo sempre più incerto e inquietante". Sintomo del rischio sistemico che una vittoria di Le Pen in Francia avrebbe potuto rappresentare per la zona euro, anche la presidente della Bce, Christine Lagarde, si è congratulata spiegando che "la forte leadership (di Macron) è essenziale in questi tempi incerti e la (sua) dedizione instancabile sarà molto necessaria per affrontare le sfide che abbiamo di fronte in Europa".
Quasi tutti i capi di stato e di governo dei ventisette si sono congratulati ieri sera con Macron. Per il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, gli elettori francesi hanno inviato un messaggio di "impegno forte per l'Europa". Il premier olandese, Mark Rutte, si è rallegrato di poter proseguire "l'ampia e costruttiva cooperazione in seno all'Ue e alla Nato e rafforzare l'eccellente relazioni tra i nostri paesi". Secondo il premier belga, Alexander De Croo, i francesi hanno fatto "una scelta forte: hanno optato per delle certezze e per dei valori illuministici". Il presidente lituano, Gitanas Nauseda, ha detto di voler continuare a lavorare con Macron "per rafforzare ulteriormente l'europa e la Nato e difendere i valori democratici". Per il premier portoghese, Antonio Costa, “è cruciale contare sulla Francia per difendere il multilateralismo, la sicurezza, la lotta contro il cambiamento climatico e per impegnarsi nella costruzione di un'Europa umanista, più giusta, verde e prospera”. Fuori dall'Ue, anche il premier britannico, Boris Johnson, che con Macron ha avuto una relazione difficile a causa dei conflitti sulla Brexit, si è detto "felice di continuare a lavorare" con lui, spiegando che la Francia è uno degli alleati "più vicini" al Regno Unito.
La vittoria di Macron non risolve i problemi della Francia. Le Pen ha ottenuto il miglior risultato di sempre di un candidato dell'estrema destra. Per poter governare con le mani libere, Macron ha bisogno di una maggioranza anche all'Assemblea nazionale. Le elezioni legislative di giugno si annunciano ancor più combattute delle presidenziali. I partiti tradizionali sono praticamente scomparsi. Il panorama politico francese è diviso in tre blocchi di dimensioni simili: i centristi di Macon, l'estrema destra attorno a Le Pen ed Eric Zemmour e l'estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon. Ieri sera ai Campi di Marzo, Macron ha inviato un messaggio proiettato al futuro, circondandosi di bambini e giovani prima di salire sul palco davanti alla Tour Eiffel per il suo discorso di vittoria. Gli elettori hanno "fatto la scelta di un progetto umanista, ambizioso per l'indipendenza del nostro paese e per l'Europa", ha detto Macron. Ma, appena rieletto, il presidente ha promesso "una nuova era" che "non sarà la continuità" degli ultimi cinque anni. "Nessuno sarà lasciato sul bordo della strada", ha assicurato Macron. Il suo prossimo governo potrebbe essere orientato molto più a sinistra dei due precedenti.
Anche la Slovenia dovrebbe spostarsi a sinistra, ma partendo da molto più a destra, quella di Janez Jansa, che in questi ultimi due anni di premier è stato accusato di minare le fondamenta della democrazia e dello stato di diritto del suo paese. Golob, il leader del Movimento per la libertà che ha sorpreso tutti superando di 10 punti il Partito democratico sloveno di Jansa, ha spiegato che "i cittadini vogliono davvero cambiare". Lo conferma il dato sull'affluenza che, al 68 per cento, è inusualmente alto per la Slovenia. Il Movimento per la libertà, che è nato solo a gennaio, dovrebbe allearsi con il Partito socialdemocratico o la Sinistra per formare il prossimo governo. Golob ha promesso di migliorare la sanità e una transizione a un'economia più verde. Soprattutto la Slovenia dovrebbe riallinearsi nell'Ue ai governi europeisti. La sconfitta di Jansa è quella del sovranismo orbanista. "I risultati sono quello che sono. Congratulazioni al vincitore relativo", ha detto ieri Jansa.
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