Le elezioni in Slovenia
Chi è Robert Golob, il liberale sloveno che ha ribaltato il nazionalista Jansa
Il Movimento per la libertà ha vinto, gridando “svoboda”, contro l’ex premier illiberale. La storia di una nuova offerta politica tra sicurezza energetica ed ecologia
Le elezioni di domenica in Slovenia si sono rivelate un voto contro la democrazia illiberale e il populismo conservatore dell’ormai ex primo ministro Janez Jansa: dopo aver ricoperto per tre volte la carica di premier, il suo Partito democratico sloveno (Sds) ha subìto una pesante sconfitta contro il Movimento per la libertà (Gibanje Svoboda) progressista ed ecologista di Robert Golob. Il risultato dei voti – 34,5 per cento a favore di Gibanje Svoboda contro il 23,7 per cento al Sds – è stato sorprendente, sia perché i sondaggi pre elettorali prevedevano un testa a testa fra i due sia perché il Movimento verde vincitore si è formato poco più di due mesi fa. Golob, un ingegnere di Nova Gorica e personaggio noto nel settore dell’energia, in poco tempo ha conquistato molti consensi, confermando il desiderio di cambiamento che ha portato gli sloveni – in particolare i giovani – a votare un volto nuovo e un partito liberale (l’affluenza è stata molto alta, vicina al 70 per cento, un aumento del 18 per cento rispetto al 2018). E’ questo che vuole la gente, il cambiamento, ha detto l’ex manager statale in una campagna elettorale in cui ha fatto continuamente passare il voto come una sfida tra democrazia e autocrazia, definendolo più volte “un referendum per il futuro della Slovenia” e promettendo di riportare la normalità nell’ex stato jugoslavo.
E in effetti la Slovenia degli ultimi anni sembrava un paese sempre più politicamente diviso sullo stato di diritto, governato da un premier accusato dall’opposizione di aver cercato negli ultimi due anni, da quando era tornato al potere nel 2020, di minare le istituzioni democratiche e la libertà di stampa. Così il liberale Robert Golob, 55 anni, in brevissimo tempo ha sapientemente costruito un partito sulla voglia di ribaltare Jansa, le sue politiche euroscettiche e anti immigrazione. Nonostante questa sia la sua prima corsa elettorale, Golob non è estraneo alla politica; nel 2002 ha fondato una compagnia energetica, Gen-I, è stato sottosegretario all’Energia con il governo liberale di Janez Drnovsek e fra il 2011 e il 2013 è stato vicino al movimento liberal-democratico Pozitivna Slovenija del sindaco di Lubiana. La sua ascesa in politica è iniziata quando rilevò un piccolo partito ambientalista senza seggi parlamentari, ribattezzandolo in un congresso a fine gennaio Movimento per la libertà, con la promessa di concentrarsi sull’agenda verde, sulla digitalizzazione, su una società aperta, sulla normalizzazione e sullo stato sociale moderno.
Domenica, dopo la vittoria, ha commentato l’esito in diretta da casa, in isolamento per il Covid: “E’ la vittoria di tutti, è la vittoria di una Slovenia che guarda al futuro con rinnovata fiducia”, ha detto, salutando tutti i volontari e i membri del suo partito riuniti al comitato elettorale nel centro di Lubiana. “Non significa che siamo gli unici, significa che le persone vogliono davvero il cambiamento”, ha detto. “Quindi oggi la gente balla, ma domani è un nuovo giorno. Domani inizieremo a lavorare sodo per giustificare la fiducia che ci è stata concessa”, poi il nuovo premier della Slovenia si è avvicinato al video e ha urlato: svoboda, libertà, con il pugno chiuso. Libertà è anche nel nome del suo Movimento, che non è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta, con 40 seggi in parlamento su 90. Il Partito socialdemocratico ne ha però vinti sette e ha già annunciato che entrerà a far parte del governo di Golob, assicurando la maggioranza necessaria per formarne uno. Si potrebbe anche unire il partito della Sinistra, creando così un’ampia coalizione di partiti progressisti e riallineando (finalmente) la Slovenia con i paesi europei.