consiglio di guerra
In Germania la Nato e i suoi alleati cercano di fare fronte comune contro la Russia
Alla base di Ramstein si cercherà di trovare un accordo comune per l'invio di armi a Kyiv e si discute della linea da tenere con Mosca anche dopo la fine delle ostilità
“Assicurare che la sicurezza e la sovranità dell’Ucraina vengano rispettate e potenziate nel lungo periodo”. Il portavoce del Pentagono John Kirby ha descritto così lo scopo del meeting dei ministri della Difesa Nato che si tiene oggi nella base tedesca di Ramstein. L’incontro sarà presieduto dal segretario della Difesa americano Lloyd Austin, reduce da una visita a Kyiv nella quale ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Oltre ai membri della Nato partecipano le delegazioni di Svezia e Finlandia, entrambi stati che hanno espresso la volontà di entrare a far parte dell’Alleanza dopo l’invasione dell’Ucraina. Sono presenti anche il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov e il segretario Nato Jens Stoltemberg. Mark Milley, capo di Stato maggiore dell’esercito americano, ha dichiarato che l’Alleanza deve assicurare “un supporto continuato (all’Ucraina) perché vinca sul campo di battaglia”, spiegando che “è esattamente questo lo scopo dell’incontro”.
Al termine della sua visita in Ucraina, a cui ha partecipato anche il segretario di Stato Antony Blinken, Austin aveva dichiarato: “Vogliamo vedere la Russia indebolita a tal punto che non possa più essere in grado di condurre attività come l’invasione dell’Ucraina”. Il segretario ha spiegato che questo significa innanzitutto fare in modo che la Russia “non abbia le capacità per ricostituire rapidamente le perdite in Ucraina”. Blinken aveva rincarato la dose spiegando che la “in termini di obiettivi militari la Russia ha già perso”, un successo delle forze ucraine che è stato possibile solo grazie al “supporto che siamo riusciti a coordinare da tutto il mondo”. La visita dei due più importanti diplomatici americani segue la decisione dell’amministrazione Biden di inviare nel paese un nuovo pacchetto da 800 milioni di dollari di aiuti militari, compresi droni suicidi e artiglieria meccanizzata.
Oltre al supporto in termini di forniture belliche, le dichiarazioni dei due lasciano intendere che durante l’incontro si parlerà della linea da tenere con Mosca anche dopo la fine delle ostilità. Quello di Ramstein è una riunione che segnala la volontà americana di dismettere ogni tipo di ambiguità sull’appoggio all’Ucraina e spingere gli alleati a fare lo stesso. È probabile che gli Stati Uniti vogliano compattare le fila dell’Alleanza, anche alla luce delle titubanze espresse dai paesi dell’Europa occidentale nelle ultime settimane, prima su tutte la Germania. Un cambio di passo che va oltre la guerra in corso. Rajan Menon, analista del think tank Defense Priorities intervistato dal Guardian, ha spiegato così le mosse della Nato degli ultimi giorni: “Il punto ora non riguarda solo l’Ucraina, riguarda un problema più grande che è la minaccia che la Russia pone all’intera Europa”
L’incontro arriva dopo che ieri il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha confermato che la Polonia sta inviando carri armati alle forze ucraine. Si tratta probabilmente dei modelli sovietici T-72, già utilizzati dall’esercito di Kyiv. A rimpiazzare i veicoli che Varsavia invierà in Ucraina dovrebbero essere i carri armati inglesi Challenger, che Londra sembra intenzionata a concedere agli alleati orientali. Anche la ministra della Difesa tedesca, Christine Lambrecht, ha confermato durante il vertice l’impegno della Germania di fornire mezzi corazzati di tipo Gepard a Kyiv.
Al meeting sono stati invitati 14 paesi che non sono membri della Nato. Oltre a Ucraina, Svezia e Finlandia, l’invito è stato esteso ai partner del pacifico (Giappone, Corea del Sud, Australia), Israele e alcuni attori africani come il Kenya e la Tunisia. Secondo il sito Breanking Defense circa 30 paesi hanno acconsentito a inviare la propria rappresentanza.
Il meeting è stato aperto dal ministro della Difesa ucraino, che insieme ad Austin ha parlato dell’attuale situazione sul campo. L’incontro è poi proseguito con l’intervento di Mark Milley relativo alle informazioni in possesso dell’intelligence americana sull’offensiva russa attualmente in corso in Donbas.