La strategia del ricatto di Mosca

Micol Flammini

La Russia taglia il gas alla Polonia per rappresaglia. Le vendette russe puntano anche agli alleati di Kyiv, mentre sul campo di battaglia si temono gli sconfinamenti 

Roma. Il momento delle rappresaglie russa contro gli alleati dell’Ucraina è iniziato. Il sito di notizie polacco Onet  scriveva che la Russia avrebbe sospeso le forniture di gas alla Polonia riducendo il flusso del gasdotto Yamal. In serata, è arrivata la conferma dalla compagnia energetica Pgnig. Gazprom non ha informato sui motivi della sospensione, ma per Varsavia la decisione è legata al decreto di Putin, secondo il quale i paesi considerati  ostili sono obbligati a pagare il gas in rubli.  L’interruzione potrebbe essere anche la conseguenza dell’offerta fatta alla Germania per accelerare   la sua indipendenza dal petrolio russo grazie alla diversità delle forniture e alla cooperazione con la Polonia.  Anche in virtù di  questo il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck,  ha annunciato  che Berlino  è “molto vicina” all’indipendenza dalle importazioni di petrolio dalla Russia, e ha lasciato intendere che il veto tedesco sull’embargo  potrebbe cadere. Il Cremlino  sta mettendo l’occidente davanti alla necessità di adottare dei processi decisionali rapidi per non dare ai russi la possibilità  di nuocere a Kyiv e ai suoi alleati.

 

Soprattutto  perché le condizioni per una pace non ci sono e la guerra potrebbe essere ancora molto lunga. Lo ha fatto capire Putin anche al segretario dell’Onu, António Guterres, a Mosca. I due si sono seduti da un lato all’altro del tavolone di marmo verde del Cremlino e mentre Guterres parlava di negoziati, Putin diceva che  non firmerà accordi che non includano Crimea e Donbas. E  potrebbe non fermarsi comunque. Oggi ci sono stati altri attacchi in Transnistria, l’enclave filorussa della Moldavia, dove sono state colpite due torri per le comunicazioni. Potrebbe trattarsi di operazioni  false flag,  la presidente di Chisinau, Maia Sandu,  non ha escluso una guerra tra fazioni rivali, mentre il leader della regione  ha detto che gli attacchi servono a trascinare Tiraspol nel conflitto. I piani della Russia sulla Transnistria non sono chiari, ma non lo sono più neppure quelli sull’Ucraina. La vittoria di Kyiv è ormai il grande imperativo degli alleati occidentali, e Londra ha dato il via libera agli attacchi di Kyiv sul suolo russo. Lo ha detto il viceministro della Difesa James Heappey. Silenziosamente, l’esercito ucraino stava già colpendo obiettivi oltreconfine, puntando soprattutto ai depositi di carburante per tagliare gli approvvigionamenti russi. Mosca ha risposto che se la Russia verrà colpita da armi occidentali, Kyiv dovrà aspettarsi attacchi ai suoi centri di potere. 

Di più su questi argomenti:
  • Micol Flammini
  • Micol Flammini è giornalista del Foglio. Scrive di Europa, soprattutto orientale, di Russia, di Israele, di storie, di personaggi, qualche volta di libri, calpestando volentieri il confine tra politica internazionale e letteratura. Ha studiato tra Udine e Cracovia, tra Mosca e Varsavia e si è ritrovata a Roma, un po’ per lavoro, tanto per amore. Nel Foglio cura la rubrica EuPorn, un romanzo a puntate sull'Unione europea, scritto su carta e "a voce". E' autrice del podcast "Diventare Zelensky". In libreria con "La cortina di vetro" (Mondadori)