nuove gestioni
L'Ue aspetta Musk. Il nuovo Twitter e “i conti con la realtà”
Bruxelles è fiera delle sue regole sul digitale e chiede di rispettarle. Ma c’è un “reality check”
Bruxelles. L’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk ha consentito all’Unione europea di rivendicare il suo ruolo di pioniere globale nella regolamentazione delle piattaforme digitali. “Che si tratti di automobili o di piattaforme digitali, ogni impresa che opera in Europa deve conformarsi alle nostre regole. E questo, qualunque sia l’azionariato”, ha detto ieri il commissario al Mercato interno, Thierry Breton. “Musk lo sa molto bene” e “si adatterà rapidamente al Dsa”. Il Dsa è il Digital Services Act che, insieme al Digital Markets Act (Dma), costituisce l’ossatura delle nuove normative per il settore digitale nell’Ue. Il Parlamento europeo e i governi dei ventisette stati membri, appena cinque giorni, fa hanno trovato un’intesa sul Dsa, che fissa i paletti su pratiche e contenuti illegali di piattaforme e motori di ricerca (dalla disinformazione ai prodotti contraffatti, passando per i discorsi di odio e la profilazione).
L’accordo sul Dma, che fissa le norme su mercato e concorrenza per i gatekeeper dei dati, risale al mese di marzo. Twitter in mano a Musk non crea preoccupazioni per l’antitrust. Per contro, i suoi progetti per allentare le regole della moderazione dei contenuti, in nome di una libertà di espressione totale, hanno fatto scattare diversi campanelli d’allarme. “Elon, ci sono delle regole. Sei benvenuto, ma queste sono le nostre regole”, ha avvertito Breton: “Se non le rispetta, ci sono sanzioni, il 6 per cento del fatturato, e se continua, il divieto di operare in Europa”, ha avvertito Breton.
Agli occhi dell’Ue, non tutto il Twitter di Musk è da buttare. “Ci sono cose interessanti in quello che Musk vuole fare”, ha detto Cedric O, il sottosegretario per la Transizione digitale di Emmanuel Macron, che ha condotto i negoziati sul Dsa per la presidenza francese dell’Ue. Bruxelles sogna di poter mettere le mani sugli algoritmi delle grandi piattaforme. Musk intende “rendere gli algoritmi open source”. L’Ue da anni si batte contro l’utilizzo dei bot. Musk promette di “sconfiggere i bot”. Gli europei – non avendo problemi di persecuzione politica come nei regimi in Cina o Russia – sono tendenzialmente ostili agli account anonimi. Musk vuole “autenticare tutti gli umani”.
Ma Twitter era considerato dalla Commissione come il migliore (o il meno peggio) della classe sulla moderazione dei contenuti. Ha vietato la pubblicità politica. Ha collaborato attivamente ai codici di autoregolamentazione. Ha rimosso contenuti di disinformazione durante la pandemia. Ha introdotto misure come l’identificazione di account legati ad autorità pubbliche o regimi autoritari. Musk, che si è definito “assolutista” della libertà di espressione, farà marcia indietro sui progressi realizzati da Twitter? “Il Dsa – e dunque l’obbligo di lottare contro la disinformazione, l’odio online, eccetera – si applicherà qualunque sia l’ideologia del suo proprietario”, ha detto Cedric O.
Breton ha spiegato che le regole europee costringeranno Musk “a fare i conti con la realtà”. Il Dsa è espressione della volontà di sovranità europea. Inoltre, l’Ue aspira a fissare standard a livello globale. La nuova normativa europea ha molti ammiratori oltre Atlantico. Hillary Clinton ha detto che il Dsa rafforza “la democrazia globale”. Una parte del Partito democratico vorrebbe usare le regole europee come modello per la legislazione interna. Tuttavia diverse disposizioni del Dsa non solo non sarebbero compatibili con la Costituzione americana, ma sono considerate difficilmente applicabili anche in Europa.
Un meccanismo speciale in caso di crisi sanitaria o guerra che impone alle piattaforme di limitare i rischi è particolarmente controverso. Il fatto è che l’Ue non ha totalmente risolto il suo dibattito interno sui confini della libertà di espressione. Basti ricordare che la Commissione aveva criticato Twitter per la decisione di sospendere l’account di Donald Trump dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio del 2021. Quando sarà in vigore il Dsa, toccherà alla Commissione fare da checks and balances alle piattaforme e a quel punto il “reality check” – per usare la frase di ieri di Breton – sarà anche per l’Ue.