L'Onu immobile davanti alla guerra in Ucraina
La pace non passa dalle Nazioni Unite: Zelensky lo aveva capito già. La giornalista uccisa a Kyiv
Durante il bombardamento di Kyiv è morta una giornalista, si chiamava Vera Girich e lavorava per Radio Free Europe. Abitava nel palazzo che è stato colpito da uno dei cinque missili russi che si sono abbattuti sulla capitale. Nelle stesse ore, a Kyiv c’era António Guterres, segretario generale dell’Onu. Quei missili erano anche per lui. Il primo passo di Guterres per uscire dal suo immobilismo onusiano è stato andare da Putin e farsi dire: la Crimea è mia e pure il Donbas.
Zelensky è stato il primo a non illudersi sull’Onu, da quando è intervenuto al Consiglio di sicurezza chiedendo l’esclusione della Russia. Estromettere Mosca è un processo complesso, ma non c’è stata neppure una dichiarazione a sostegno della richiesta di Zelensky, che di fronte alla brutalità dei crimini di Mosca sembra più che legittima: cosa se ne fa un organo incaricato di mantenere la pace di un paese che ha iniziato una guerra nel nome della “denazificazione”? Nulla.
Intervistato dall’Atlantic, Zelensky ha roteato gli occhi all’indietro a una domanda sull’Onu, perché Kyiv non ha sentito alcun sostegno, neppure umanitario: evacuare i civili è difficile, la Russia promette e non mantiene, distrugge tutto. Ma l’Onu è parsa disimpegnata, piccola, impacciata. È vero i missili della Russia contro Kyiv erano contro la pace, ma forse, bisogna ammettere che questa pace non passerà dall’Onu.