Tutti i modi che sta trovando l'Ungheria per mettersi di traverso in Europa
Budapest è contraria all’embargo petrolifero europeo contro la Russia nonostante la deroga che le è stata concessa, ma è anche contraria all’invio di armi all’Ucraina
Milano. L’Europa prepara la celebrazione della dichiarazione di Schuman, pronunciata il 9 maggio del 1950 dall’allora ministro degli Esteri francese che cominciava con: “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”. Il Parlamento ucraino martedì ha cancellato la festa della vittoria contro il nazismo celebrata dai sovietici, il 9 maggio come sappiamo bene dai preparativi feroci di Vladimir Putin: ora l’Ucraina festeggerà la vittoria contro il nazismo l’8 maggio, come fanno gli inglesi, gli americani e naturalmente gli europei. Sono piccoli passi simbolici verso l’avvicinamento di Kyiv all’occidente e all’Europa, passi sistematicamente ostacolati dall’Ungheria di Viktor Orbán.
Budapest è contraria all’embargo petrolifero europeo contro la Russia nonostante la deroga che le è stata concessa, ma è anche contraria all’invio di armi all’Ucraina. No, non soltanto al passaggio dei convogli militari sul suo territorio, questo si sapeva già. Ieri il portavoce del premier ungherese, Zoltán Kovács, ha risposto alla domanda: lei non sostiene il fatto che l’Ucraina usi strumenti militari per difendere il suo territorio? “Esatto”. Nelle stesse ore, il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, che secondo alcune indiscrezioni sarebbe stato scelto come il delfino dello stesso Orbán, era a Istanbul a discutere con il ceo di Rosatom, l’azienda russa per l’energia nucleare, dell’espansione di Paks 2, l’unica centrale nucleare presente in Ungheria, dove secondo alcune ricostruzioni ci sarebbe anche una base dell’intelligence russa (questa settimana la Finlandia ha interrotto i suoi rapporti, che erano floridi, con Rosatom).
A proposito di intelligence: Antal Rogán, il cosiddetto ministro della propaganda ungherese potrebbe diventare anche il capo dei servizi segreti e della cyberdifesa. Qualche settimana fa, il presidente ucraino Zelensky si era rivolto al premier ungherese chiedendogli di scegliere da che parte stare, con lui o con Putin. Orbán ha risposto così.