Contro la guerra lunga
Biden allarga e velocizza il sostegno all'Ucraina con una rara legge bipartisan
Il Lend-Lease Act è stato votato all’unanimità al Senato e a grandissima maggioranza al Congresso. Secondo l’intelligence, Putin ha ripreso a scommettere sulle divisioni dell’occidente e il suo obiettivo militare va oltre il Donbas
Joe Biden, presidente americano, ha firmato la legge che permette di velocizzare il processo di fornitura di armi all’Ucraina. Si chiama Ukraine Democracy Defense Lend-Lease Act of 2022 ed è l’aggiornamento della legge che Franklin D. Roosevelt firmò nel 1941: serviva per sostenere in Europa la guerra contro il nazismo e parte di quel sostegno finì naturalmente anche all’Unione sovietica, invasa dai nazisti. Oggi la versione del 2022 serve a finanziare la guerra di difesa dell’Ucraina contro l’aggressore russo. Il momento della firma nello Studio ovale è stato molto simbolico – era presente anche la deputata democratica Elissa Slotkin, che è nata in Ucraina – e Biden ha detto: “Gli ucraini combattono ogni giorno per la sopravvivenza. Il costo di questa battaglia non è basso, ma capitolare davanti all’aggressione è ancora più costoso”. Il presidente Biden ha ribaltato il principio dell’inerzia che pure aveva caratterizzato anche parte del suo operato, ancor più quando era vicepresidente dell’Amministrazione Obama: non fare nulla per difendere gli alleati e i valori in comune costa. E questo ribaltamento è stato sancito da una procedura legislativa: il Lend-Lease Act è stato votato all’unanimità al Senato e a grandissima maggioranza al Congresso.
Sembra una cosa banale ma non lo è affatto: Capitol Hill è il posto più litigioso e polarizzato d’America, non ci si accorda tra alleati, figurarsi se ci si accorda tra rivali. Per di più su un tema che non riguarda semplicemente l’idea e l’approccio alla guerra ma i fondi che servono per combatterla, in un momento in cui l’inflazione rende tutti in pratica più poveri. Biden è riuscito a rendere sistemico il sostegno all’Ucraina (con una legge) e a renderlo bipartisan, oltre che a velocizzarlo e ad allargarlo: il Lend-Lease si somma ai 33 miliardi di dollari stanziati per dare sostegno militare, umanitario e per la ricostruzione all’Ucraina. La questione tempo è decisiva. Washington si aspetta che la guerra sarà lunga e non limitata al Donbas, come dimostra l’offensiva di questi giorni a Odessa. Avril Haines, capo dell’intelligence americana, ha testimoniato oggi davanti alla commissione Forze armate del Senato e ha spiegato che secondo le sue informazioni l’obiettivo militare di Mosca va oltre il Donbas, vuole “colpire e distruggere le forze ucraine più equipaggiate e più abili” che sono state dislocate a est e vuole “estendere il ponte di terra dalla Crimea fino alla Transnistria passando per Odessa”.
Putin può non aver annunciato la guerra totale ma a parte che per l’Ucraina la guerra è già totale anche i suoi piani restano quelli di consolidare la regione cui aveva già puntato nel 2014 e creare una lingua di terra lungo il mare d’Azov. Poi che questo obiettivo sia raggiungibile è tutta un’altra questione, e anche la Haines la delinea: Putin ha bisogno di più uomini e di più mezzi e al momento non ce li ha. Ma questo non significa che voglia desistere. La Haines ha descritto qual è il nuovo calcolo di Putin: “Il presidente russo con buona probabilità pensa di avere una maggiore abilità e determinazione rispetto ai suoi avversari nel sopportare le sfide. Probabilmente conta sul fatto che la risolutezza degli Stati Uniti e dell’Unione europea si indebolisca di fronte alla scarsità di risorse alimentari, all’inflazione e ai prezzi dell’energia in aumento”. Anche a febbraio Putin scommetteva sulle divisioni occidentali e si è sbagliato. Ora ci riprova: per farlo perdere l’occidente può continuare ad andare avanti unito, e di fretta.